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  • 21 dicembre 2020
  • Casale Monferrato

Intervista

Il talento monferrino del cantante lirico Enrico Iviglia

Un curriculum impressionante con rappresentazioni in tutto il mondo

Il personaggio per la rubrica "40 in quarantena" di oggi non è farina del mio sacco, con Luca Novelli si parlava di talenti monferrini il giorno dopo la prima della Scala e forse per questo all'Assessore del Comune di Casale viene in mente subito Enrico Iviglia. Mi do' una manata in fronte, 45 interviste e mi faccio scappare un cantante lirico? Di questi tempi? con tutti i teatri chiusi? E per un colpo di fortuna il giorno dopo lo incontro pure dal vivo in libreria dove sta presentando la sua biografia ad “Alta voce storia di un ragazzo diventato tenore”. Quindi ecco cosa fa un tenore in quarantena: scrive.

E non si limita a quello: “Ho un video che spiega la mia giornata durante la prima quarantena” ci dice. Lo guardo: sembra la versione operistica dell'addestramento dei Navy Seals. Iviglia si alza alle 8.30 e “lungi da me la noia e la pigrizia” dopo un'energica pulizia del viso, si fa un bicchiere di acqua tiepida e limone, poi 20 minuti di cyclette, altre spremute e centrifughe per colazione, 45 minuti di esercizi fisici, doccia, contabilità, aggiornamento del blog e dei social, supporto ad associazioni benefiche, telefonate ad amici e 8 giri della casa prima di un pranzo super sano. Nel pomeriggio canta (perchè al mattino la voce è troppo bassa), con vocalizzi e studio di brani operistici, infine visita agli asini (perchè il nostro cantante sta tra Castell'Alfero e Calliano e qui, si sa, gli asini gli amano in tanti modi ndr), poi l'orto, alle 18 è on line con il suo pubblico, cena e relax. Faccio fatica anche solo a scriverlo.

Va bene, essere un cantante lirico richiede disciplina nella mente e nel corpo, ma davvero Iviglia riesce a fare tutte queste cose? “Sì – conferma -basta sapersi organizzare, però nel secondo lockdown ho dovuto cambiare qualcosa: gli asini sono stati ceduti e i miei genitori hanno avuto entrambi problemi di salute, per fortuna essendo a casa ho potuto assisterli senza preoccupazioni per un lavoro che spesso mi porta in tournée all'estero".

Iviglia, infatti, ha un curriculum impressionante e normalmente macina rappresentazioni in tutto il mondo. Sarà stata dura per lui quantificare quante opportunità ha perso nel 2020, invece... “Ho dovuto fare il calcolo preciso – ci previene – l'Inps ha fornito un sussidio ad alcuni lavoratori dello spettacolo in base anche alle date saltate, in totale ho perso 101 giorni di lavoro, 47 al teatro La Fenice, un concerto a Torino, 20 con la Banca di Asti, 28 a Leverkusen in Germania e 5 a Kaliningrad. Nel conto non entrano le 5 recite del Barbiere di Siviglia alla Stadtheater di Giessen perchè mi hanno dato un indennizzo. Ciò nonostante sono riuscito a lavorare un po' questa estate: 3 opere, 3 concerti e ben 94 presentazioni librarie e meno male che ho scritto quella biografia, è stata una vera risorsa di questi tempi. Per il resto ho dovuto cercare di fare un po' di economia tagliando sulle piccole spese, del resto comprarsi l'ennesima camicia bianca sarebbe stato inutile”.

Però l'ottimismo non manca se no a cosa servirebbero tutti quei frullati e ore di cyclette? "Certo, - conferma - voglio tornare sul palcoscenico ancora più in forma di un anno fa. Del resto i teatri hanno sempre riaperto, lo hanno fatto dopo le guerre, dopo gli incendi e lo faranno anche questa volta. Come ho spiegato anche nel video io studio le parti poi le lascio spesso decantare in modo che dopo aver imparato le note possa concentrarmi sul personaggio e l'interpretazione. I miei preferiti rimangono Rodrigo oppure Uberto dalla Donna del Lago di Rossini, anche Ramiro dalla Cenerentola mi piace molto, soprattutto perchè l'aria più impegnativa è al secondo atto, la voce è già salda e ti sei fatto già un'idea dell'acustica. Adesso sto studiando Il signor Bruschino che spero di mettere in scena per una tournée del Rossini Opera festival che toccherà Yemen, Tokio e Oman e poi alcune composizioni di Isabella Leonarda frutto di una collaborazione con la diocesi di Novara”. E a casa? Adesso senza teatri e senza asini non è che si insinua la solitudine? “Sto molto bene come single, ho un cane femmina che si chiama Samba, i miei abitano qui a pochi metri e comunque vivo in un luogo bellissimo dove ci si conosce e ci si aiuta tutti. La cosa che mi manca di più in questo momento è avere un pubblico che ascolta la mia musica. Anche per questo quando ricominceranno i concerti mi piacerebbe immensamente esibirmi in una serata al Teatro Municipale di Casale, sarebbe il modo più bello di festeggiare insieme alla musica anche un territorio che amo”.

Enrico Iviglia nasce ad Asti nel 1978, si diploma al Conservatorio di Torino e studia specificamente il repertorio rossiniano all'Accademia Rossini Opera Festival di Pesaro. Vincitore Concorso “F.Alfano” a Sanremo per il ruolo di Conte d’Almaviva (settembre 2005), nel marzo 2006 trionfa anche al 60° concorso di Spoleto “A. Belli” presieduto dal celebre soprano Raina Kabaivanska.

Tenero lirico e leggero, oltre al repertorio rossiniano, che padroneggia completamente, Iviglia ha nel suo carnet anche Donizetti, Mozart e il repertorio barocco. Tra e sue interpretazioni nei più prestigiosi teatri di tutto il mondo sono da ricordare “L'italiana in Algeri” al Teatro alla Scala, “Il viaggio a Reims” al Real di Madrid, e “Otello” al Bunkakaikan di Tokio, oltre ai numerosi recital Messe e Oratori di Bach, Haendel e Monteverdi. Noseda, Campanella e Abado sono alcuni dei prestigiosi Maestri da cui è stato diretto: Ronconi, Pizzi, Michieletto i più noti registi.

 


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