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Intervento area ex Piemontese. Fava: «La bonifica è sicura». Demezzi: «Scelta scellerata»

Le ragioni del sì e del no sulla vicenda

Come prevedibile, quello sulla cosiddetta area Ex Piemontese sarà un intervento carico di dibattito. La contrarietà di molte fette della politica casalese (la minoranza consiliare, critica sin dall’inizio, ma anche Nuove Frontiere, tanto per fare un nome intervenuto di recente sull’argomento) va dritta al cuore dell’intervento voluto dall’Amministrazione di Titti Palazzetti: una bonifica dell’area ronzonese con – questa l’idea della Giunta – la conseguente edificazione di un campo calcistico per una somma di 2,4 milioni.

Da parte sua, la Giunta, nei giorni scorsi, ha posto un nuovo tassello con una determina di avvio della procedura per l’affidamento dei lavori di bonifica del costo di 3 milioni e 450mila euro.

Cristina Fava, assessore all’Ambiente, se da un lato assicura che «ci sarà la bonifica», dall’altro tende a tranquillizzare la città: «Non comporterà scavi di grosso calibro – assicura l’assessore – ma solamente il minimo per mettere in sicurezza l’area. Verrà asportato il terreno inquinato, l’area sistemata a prato e recintata ond’evitare utilizzi impropri in attesa di destinazioni future».

«Le operazioni di bonifica sono assolutamente sicure – conclude Cristina Fava – sono condotte da ditte qualificate, in possesso dei requisiti necessari e durante i lavori vi è il continuo monitoraggio di Arpa».

Durissimo, dalla minoranza, Giorgio Demezzi che parla di «scellerata decisione»: «Questa bonifica così costosa è prevista su un’area che già in passato è stata oggetto di contestazione da parte della cittadinanza. Si decise a suo tempo di “coprire e lasciare incolta” l’area per l’elevata presenza di manufatti in amianto in modo da eliminare qualunque rischio per la salute della popolazione. Per la bonifica di quest’area dovranno essere realizzati carotaggi e poi scavi con pericolo di fuoriuscita di fibre d’amianto: e va ricordato che nelle vicinanze c’è un asilo frequentato da molti bambini oltre alle numerose abitazioni. Ma ne vale la pena ? Sopratutto i cittadini sono stati informati e sentiti al riguardo?».

Proprio sul mancato coinvolgimento dei cittadini fanno, ora, sentire la propria voce a “Il Monferrato” anche numerosi residenti della zona: «Non ci è mai stato chiesto nemmeno un parere – lamentano diversi cittadini – per questo stiamo avviando una raccolta firme per avere la possibilità di essere almeno ascoltati dall’Amministrazione. Viviamo in un quartiere che, da sempre, è oggetto di inquinamento: questi lavori, francamente, vorremmo risparmiarceli perché è vero che vengono eseguiti “in sicurezza”, ma sappiamo bene che innocui non lo sono affatto».

Incomprensibile, per gli abitanti vicini all’Ex Piemontese, l’intenzione del Comune di andare a intervenire su quell’area: «La natura ha sigillato quel terreno: perché riaprire? A 100 metri da lì c’è un asilo, con dei bambini, le finestre delle camere da letto che danno su quell’area sono le nostre, i panni stesi quotidianamente lì fuori sono i nostri: almeno ci ascoltino dal Comune!».

Critici, i residenti, anche sull’idea di edificare un campo da calcio: «Ridicolo. Casale ha bisogno di ben altro: campi e stadio ci sono già, si investa nella manutenzione di ciò che già c’è». Quali le mosse, dunque, dei cittadini?: «Innanzitutto la raccolta firme: siamo fiduciosi di venire ascoltati… se, poi, ciò non avverrà valuteremo quali altri strade intraprendere».


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