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I funerali di Rita Levi Montalcini, premio Nobel, senatrice, cittadina onoraria di Casale

”Cara Rita,nel giorno in cui ti diamo l’estremo saluto vorrei rivolgermi per l’ultima volta a te da donna ebrea a donna ebrea. Sei stata per me una dugmà ishit – esempio personale. Ti ho conosciuta quando ero piccola: in alcune occasioni, nel salotto della Nonna Carla (Mortara-De Benedetti, ndr), ho chiacchierato con te, ho imparato dalle tue parole le lezioni della vita e dell’impegno. Dicevi, con il linguaggio chiaro e asciutto che la scienza ti ha insegnato e con la grande modestia sabauda che ti contraddistingue, che aiutare gli altri era il tuo obbiettivo primario, che volevi far sentire il tuo infaticabile impegno di scienziata ebrea, a voce alta, in un mondo in cui troppi erano i silenzi. Mi raccontavi di come, in anni bui, avevi imposto la tua identità, giorno dopo giorno, ad allievi e colleghi spesso ostili...”. Così ha esordito nel suo intervento ufficiale Claudia De Benedetti mercoledì pomeriggio al cimitero di Torino ai funerali di Rita Levi Montalcini, partecipati da migliaia di persone e da numerosi rappresentanti istituzionali, tra cui il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni (“... Una donna impegnata non solo per la scienza, ma anche per la cultura, la democrazia, i diritti civili, le battaglie per le donne e per l’Africa”). In prima fila la nipote Piera, figlia del fratello di Rita, Gino. La De Benedetti, che è membro della Comunità abraica casalese, ha parlato come rappresentante del Congresso europeo ebraico. Ricorda poi con noi: “Stetti a lungo con Rita il 17 gennaio 2010 in Sinagoga a Roma in attesa della visita del Pontefice e in quell’occasioni la invitai ufficialmente nella nostra Comunità”. Ma con Casale c’è un altro grosso legame: il conferimento della cittadinanza onoraria mercoledì 20 aprile del 1988 dall’allora sindaco Ettore Coppo. A palazzo Sangiorgio l'insignita aveva anche ricordato gli anni bui delle persecuzioni razziali, anni in cui aveva trovato rifugio proprio a Casale, presso una cognata (Maria Gattone, nata a Caresana, madre di Piera Levi Montalcini, vivente a Torino all'età di 92 anni, la famiglia Gattoni gestiva un magazzino di laterizi in corso Manacorda, di fronte all'entrata circolare delle elementari Martiri, Maria Gattone aveva sposato Luigi Levi Montalcini, detto Gino -Milano, 21 aprile 1902 – Torino, 29 novembre 1974- noto architetto e disegnatore, nda). Per l’occasione il premio Nobel ricevette inoltre dall'allora direttore del bisettimanale Il Monferrato Mario Verda pubblicazioni sul casalese. Si era poi trasferita a palazzo Treville (Filarmonica) per una conferenza sulla genetica organizzata dal Soroptimist presieduto da Olga Bonzano Raimondi che ricorda: "Una persona deliziosa: aveva già fatto un'ottima impressione su mio figlio Stefano e sulla sua futura moglie Cristina che gli avevano fatto da autisti da Milano a Casale, gli aveva poi mandato un libro... A tavola con lei alla Filarmonica mi parlò dei suoi studi ('ho la fortuna di dormire poco e la notte approfondisco...'), mangiò quasi nulla, volle del pesce...". Aveva anche compiuto una visita alla Sinagoga ricevuta dal dottor Giorgio Ottolenghi e dal direttore del Museo Giulio Bourbon. Il presidente ricorda ancora tutto benissimo: "Una persona vivace, interessata, di ebraismo sapeva molte cose più di me pur confermandomi la sua laicità". Anche le città di San Salvatore Monferrato e Valenza ricordano la figura di Rita Levi Montalcini. Nell’ambito della Biennale Piemonte e Letteratura, nel 2007 la Montalcini ottenne il premio alla saggistica “Città di San Salvatore Monferrato – Carlo Palmisano”. In quell’occasione l’insignita tenne una lectio ad Alessandria, in teatro, terminata la quale ricevette il prestigioso riconoscimento che, nel corso degli anni, è stato assegnato a numerosi esponenti del mondo della cultura fra i quali Norberto Bobbio, Umberto Eco, Nuto Revelli, Gina Lagorio, Guido Davico Bonino e, nel 2011, Claudio Magris. “Ringraziò per il premio – è il ricordo che conserva da quel giorno Corrado Tagliabue, sindaco di San Salvatore Monferrato - e mi disse che lo avrebbe impiegato a favore delle donne dei paesi del terzo mondo che, pur avendone le capacità, non potevano intraprendere gli studi superiori. Anche per questo Rita Levi Montalcini fu una donna esemplare”. A Valenza invece il Premio Nobel arrivò nell’ottobre del 1990 per inaugurare la mostra internazionale di gioielleria Valenza Gioielli: in quel periodo l’Associazione Orafa Valenzana, allora presieduta da Giuseppe Verdi, sponsorizzò un grande evento benefico a favore della lotta contro la Sclerosi Multipla: attraverso “Un gioiello per la vita”, questa la denominazione dell’iniziativa, gli orafi di Valenza realizzarono una trentina di gioielli, pezzi unici progettati da altrettante grandi personalità del mondo culturale, politico, scientifico e sportivo (fra cui la Montalcini, allora presidente dell’Aism, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, oltre a Luciano Pavarotti, Mina, Sophia Loren e altri), che furono esposti nella hall di Palazzo Mostre, allora ubicato in via Tortona, prima di essere battuti all’asta da Sotheby’s in una manifestazione che ebbe luogo il 26 novembre dello stesso anno a Roma, presso l’Aula Magna del Palazzo della Cancelleria. Due anni più tardi, nel 1992, l’evento venne ripetuto con le stesse modalità, ma con il titolo di “A Jewel for life” (con la manodopera degli orafi di Valenza ma anche dei distretti di Vicenza e Arezzo) negli Stati Uniti e si concluse con una grande asta a New York. In questa seconda occasione, promossa nell’ambito del cinquecentenario della scoperta dell’America, fra i “Vip designer”, oltre alla Montalcini, spiccavano i nomi di Pelé, Monica Seles, Carol Alt, Jerry Lewis, il regista Franco Zeffirelli, Sugar Ray Leonard, Greg Lemond, Ben Gazzara... Il ricavato fu in questo caso devoluto a tre importanti organizzazioni americane di ricerca: l’American Cancer Society, la Muscular Dystrophy Association e la National Multiple Sclerosis Society. Ci piace chiudere con una citazione di Primo Levi “Una piccola signora dalla volontà indomita e dal piglio di principessa”. BIOGRAFIA MINIMA. Rita Levi-Montalcini (Torino, 22 aprile 1909 – Roma, 30 dicembre 2012. Funerali a Torino, città di origine con Asti). Negli anni cinquanta le sue ricerche la portarono alla scoperta e all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa o NGF, scoperta per la quale è stata insignita nel 1986 del premio Nobel per la medicina. E' stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze.Il 1º agosto 2001 è stata nominata senatrice a vita "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale". La delibera del conferimento della cittadinanza onoraria di Casale venne presa all'unanimità il 3 novembre 1987, dal Consiglio comunale presieduto dall'allora sindaco Riccardo Coppo. La consegna venne poi effettuata dal sindaco Ettore Coppo nell'aprile dell'anno successivo. FOTO. In prima pagina il funerale mercoledì a Torino; a sinistra Claudia De Benedetti, Giulio Disegni e la nipote di Rita Levi Montalcini, Piera. In questa pagina con Mario Verda nel 1988 a palazzo Sangiorgio per la cittadinanza onoraria di Casale.

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Armano Gozzano

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