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  • 10 dicembre 2021
  • Casale Monferrato

Analisi

Un’annata agraria 2021 positiva nonostante clima e aumento prezzi

Il bilancio della Cia

La diversificazione è quella che aiuta il tessuto economico provinciale a non subire eccessivi contraccolpi in caso di crisi. Avviene nel settore dell’industria manifatturiera e accade anche in agricoltura, dove, fra eventi climatici estremi e mercati alle prese con l’impennata dei prezzi delle materie prime, l’annata 2021 si è chiusa con un bilancio positivo, pur in presenza di alcune pesanti criticità.

Il quadro tracciato dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori) parla chiaro, a cominciare dalla sintesi del presidente Gian Piero Ameglio e del direttore, Paolo Viarenghi: «Abbiamo registrato situazioni di favore, accanto a difficoltà».  Se sul piano organizzativo interno è da segnalare la vivacità dell’area Casalese, dove a gennaio è cambiata la sede di Casale (ora in corso Indipendenza 39) e avviato un nuovo mercato settimanale dei produttori Cia, su quello del bilancio agrario vanno segnalate le conseguenza causate dagli eventi climatici, i costi aziendali e la crescente attenzione alla sostenibilità.

«I fenomeni sempre più estremi hanno messo a dura prova gli imprenditori, così come il rincaro delle materie prime, aumentate in modo sensibile nella seconda parte dell’anno, quasi fino al raddoppio in alcuni casi, mettendo in seria difficoltà molti comparti produttivi, specialmente la zootecnia, provocando una forbice molto ampia tra prezzo all’origine e prezzo al consumo» sottolineano Ameglio e Viarenghi.

Che 2021 è stato per l’agricoltura provinciale? «La vendemmia è stata di ottima qualità, i prezzi dei cereali hanno avuto un trend di crescita, il latte è oggetto di una firma che accresce il prezzo riconosciuto ai produttori ma, d’altro lato, sempre il gelo ha danneggiato il settore frutticolo, i pomodori hanno vissuto problemi per la siccità. Nella produzione di mais, chi è riuscito a irrigare durante il periodo siccitoso ha salvato il raccolto, mentre chi non lo ha fatto in modo adeguato - rileva l’indagine della Cia - hanno visto falcidiato il raccolto, fino all’ottanta per cento in meno».

L’analisi delle produzioni conferma che proprio grazie a una discreta diversificazione, il bilancio del settore primario è positivo. L’annata dei cereali a paglia «non è iniziata bene e si temeva il peggio», però a trebbiatura conclusa il risultato «è andato oltre le aspettative».

Quadro a «luci e ombre» per le colture orticole con il quasi azzeramento delle produzioni della pianura. Gli aspetti positivi sono rilevati «sul fronte della difesa» con il clima asciutto di tarda primavera - estate che «ha evitato l’insorgenza di marciumi e patologie simili e pure gli insetti parassiti sono stati ostacolati nei loro cicli di sviluppo». Importante il calo produttivo per le nocciole, con una contrazione intorno al trenta - quaranta per cento rispetto al 2020, su cui hanno pesato le anomalie climatiche.

Per il riso, a fronte del recupero vegetativo estivo che lasciava ben sperare, sono state le grandinate a causare una forte riduzione della produzione. «Si stima una perdita di un milione di quintali, su base nazionale» rileva la Cia. Fronte miele: «L’assenza quasi totale della produzione di acacia e la necessità diffusa di alimentare le api per salvarle dalla fame rendono drammatico lo scenario della stagione 2021».


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