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Domenica scorsa

La commemorazione dell'eccidio di Villadeati

Il ricordo delle vittime a 76 anni dalla tragedia

A 76 anni dall’eccidio di Villadeati, don Ernesto Camurati e le vittime di quel drammatico momento, figlio della cieca e crudele ferocia nazista, sono stati ricordati domenica 11 ottobre, durante una sempre composta e sentita cerimonia commemorativa, condivisa con la comunità monferrina. 

«Sono passati 76 anni da quel drammatico giorno, da quella terribile guerra e da quella folle idea di supremazia di un popolo rispetto ad altri popoli» ha detto il sindaco Angelo Ferro.

«In mezzo a quella ondata di odio e terrore che il nazifascismo portava con se, alcuni uomini hanno scelto di vivere praticando l’amore verso il prossimo, hanno agito con altruismo, sono diventati inconsapevolmente eroi, semplicemente perché al male imposto, hanno preferito, scegliendo, il bene da riconquistare. La libertà è anche questo: continuare a vivere secondo principi di uguaglianza, di generosità, di condivisione e aiuto reciproco, anche in un periodo in cui tutto ciò poteva portare a sacrificare la propria vita, come hanno fatto il nostro don Ernesto Camurati e quegli uomini uccisi insieme a lui, e come hanno dimostrato quelle donne costrette a un dolore atroce e che, ciò nonostante, hanno vissuto e cresciuto i propri figli insegnando loro l’amore. Sono passati 76 anni, avremmo dovuto e potuto imparare di più da quelle giornate come il 9 ottobre...»

Nell’intervento del sindaco Ferro, anche un riferimento all’odierno dolore portato dalla pandemia. «In questi mesi di pandemia ci sono stati donne e uomini che hanno scelto di donare la propria vita per aiutare il prossimo; non hanno avuto paura delle conseguenze di tali scelte: hanno deciso di donarsi ...  Oggi, siamo nuovamente chiamati vivere mesi difficili, in cui dovremmo prestare molta cura alle persone, soprattutto alle fasce più deboli, agli anziani e alle persone che soffrono già di altre patologie. Possiamo essere eroi, anche solo utilizzando gli accorgimenti che ostacolano la diffusione del virus. Sull’esempio di don Camurati, cerchiamo di essere, a nostra volta, un esempio di vita per il nostro prossimo».

Un parallelismo tra i termini “eroi” e “testimoni” è stato poi proposto alla riflessione della comunità religiosa riunita in assemblea, dal giovane sacerdote don Samuele Battistella, durante la funzione officiata all’aperto in piazza 9 ottobre 1944, nei pressi del monumento dei caduti. «Gli eroi sono figli del proprio tempo; gli eroi di oggi, con il passare del tempo, rischiano di diventare dei tiranni del domani. Il testimone, invece, porta con se una realtà più grande di lui. Il testimone non è semplicemente figlio del proprio tempo. La sua testimonianza va oltre il tempo e gli anni. Don Camurati e le vittime dell’eccidio sono stati testimoni; testimoni di un amore più grande. Don Ernesto non ha semplicemente fatto il suo dovere; lui è stato un uomo innamorato del suo Signore e delle sua gente. È questa la differenza tra eroe e testimone. L’eroe fa il suo dovere nonostante tutto e nonostante tutti. Il testimone, cristiano, invece, è un uomo innamorato di Dio e del prossimo. Sembra una differenza sottile, ma credo sia sostanziale».

Toccante la lettera di don Camurati, la cui lettura è stata offerta ai presenti dal sindaco di San Salvatore Enrico Beccaria. Tra i presenti, anche i sindaci di Murisengo Gianni Baroero, di Odalengo Piccolo Mirella Panatero, di Alfiano Natta Sabrina Zeglio e di Masio Pio Giuseppe Perfumo, gli alpini della sezione di Casale Monferrato unitamente e numerosi gruppi locali, l’Anpi Casale Monferrato con il presidente Gabriele Farello e Camagna, i boyscout e la corale di Valrilate. La cerimonia si è conclusa con la deposizione della corona di alloro al monumento dei caduti.


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