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  • 01 luglio 2018
  • Casale Monferrato

Lavoro

Scadono gli ammortizzatori: autunno caldo per l’industria

L'analisi e il piano dei sindacati

Per le aziende metalmeccaniche della provincia è in arrivo un autunno caldo. Tra settembre e ottobre scadranno i tre anni di ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione Ordinaria, Cassa Integrazione Straordinaria, Contratti di Solidarietà) ragion per cui - in virtù del decreto legislativo 148 del 2015 sul riordino della normativa - si produrranno fra diretti e indotto 500-600 licenziamenti. I sindacati FIM, FIOM e UILM, proprio per sensibilizzare la problematica, riuniranno lunedì 2 luglio dalle 9 alle 15 al Dopolavoro ferroviario di viale Brigata Ravenna 8  di Alessandria i delegati, i lavoratori, le associazioni datoriali, il prefetto, i parlamentari locali, le istituzioni locali e provinciali, i partiti politici con un unico obiettivo: condividere un percorso comune per rilanciare il tessuto industriale del comparto metalmeccanico.

Mirko Oliaro (FIOM), Alberto Pastorello (FIM) e Salvatore Pafundi (UILM), martedì in conferenza-stampa ad Alessandria hanno deciso di adottare una strategia comune nei confronti della Regione e dell’INPS. Coinvolgere la Regione affinchè possa verificare la disponibilità a predisporre ulteriori ammortizzatori sociali in deroga a fronte di uno stato evidente di crisi, e introdurre un sostegno economico ai lavoratori oggetto di part-time collettivo teso alla salvaguardia occupazionale e ancora programmare un sostegno alla ricollocazione attraverso strumenti di outplacement.

«Nei riguardi dell’INPS - ha sottolineato Oliaro - abbiamo difficoltà di dialogo e chiediamo un confronto per costruire migliori relazioni tra ente e categorie finalizzate a risolvere problemi riguardanti l’erogazione della Naspi su diritto, misura e importo, per predisporre una verifica della gestione previdenziale dei part-time come garanzia alla piena copertura contributiva per i lavoratori coinvolti e infine migliorare la gestione degli ammortizzatori sociali attuali in rapporto a Cassa Integrazione Ordinaria, Straordinaria e Contratto di Solidarietà».

L’obiettivo - hanno ribadito i sindacati - è quello di risolvere, con l’impegno di tutti, il problema imminente degli esuberi ma anche, contemporaneamente, di aprire una vera discussione sindacale-istituzionale sulle prospettive industriali. Evitare i licenziamenti, in primis, e dare vita alla riconversione industriale». Le aziende interessate dalla chiusura degli ammortizzatori sociali sono la Cerutti, la Drahtzug Stein di San Maurizio di Conzano, la Kme di Serravalle Scrivia e la Bundy di Borghetto Borbera. Senza tralasciare l’Ilva di Novi Ligure, un caso di valenza nazionale. Per la Kme, azienda con 400 dipendenti,  la proprietà vuole investire una settantina di milioni nell’impianto di Fornaci di Barga, in Toscana. Una cinquantina i lavoratori a rischio. Alla Bundy, azienda del polo del freddo produttrice di componenti per la refrigerazione, rischio occupazionale per 70 dipendenti in solidarietà sui 170 complessivi. Alla Dratzug Stein sono a rischio 45 lavoratori su un centinaio. «L’azienda di proprietà al 100% di un fondo tedesco, ha la liquidità ma non vuole spendere in quanto, la produzione dei cestelli per lavastoviglie ha ormai poco mercato, specie per quelli realizzati in Italia». Per quanto riguarda gli esuberi della Cerutti, ogni problematica verrà affrontata in autunno. «Con l’azienda - ha spiegato Oliaro - il dialogo e il confronto vanno avanti, gli accordi sono stati rispettati».


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