Articolo »

  • 12 settembre 2011
  • Casale Monferrato

Centro smaltimento rifiuti: lunedì 12 il sindaco incontra le imprese del freddo

Il progetto c’è e ci sarebbe pure un possibile investitore. Ma l’impianto di smaltimento e recupero di frigoriferi, elettrodomestici, apparecchiature elettroniche che potrebbe essere realizzato a Casale, riuscirà ad avere un adeguato bacino di utenza e una sufficiente quantità di apparecchiature conferite? È quello che vuole sapere la Riccoboni Holding, azienda interessata a lanciarsi nell’impresa di costruzione e gestione dell’impianto. Proprio per ottenere preziose indicazioni e favorire la collaborazione tra imprese locali, amministrazione, investitori, il sindaco Giorgio Demezzi ha convocato, ieri mattina lunedì 12, nella sala consigliare del Comune, un incontro a cui hanno partecipato i firmatari del protocollo d’intesa “Distretto filiera del freddo”. Il meeting è stato occasione per fare il punto della situazione sul business plan portato avanti dalla società consortile Lamoro (Langhe-Monferrato-Roero), rappresentata per l’occasione dal direttore Roberto Fava e da Silvia Lodato. A riepilogare gli intensi mesi di lavoro, che ha visto impegnati anche tecnici e esperti locali, è stato il sindaco Giorgio Demezzi: «Casale è stata individuata come area ideale per la costruzione dell’impianto, sia per la presenza sul territorio delle aziende del freddo, che per la posizione geografica. Il bacino di utenza, oltre che al Piemonte, si allargherebbe anche alla Liguria, dove mancano centri di smaltimento e recupero». Nel progetto è stata anche indicata la possibile area di collocazione: l’impianto sorgerebbe in zona industriale, a 500 metri dal casello autostradale sud. Demezzi, così come gli sviluppatori del business plan, si dice certo di riuscire a portare a Casale una quantità adeguata di elettrodomestici da smaltire, ed è proprio questo il punto cruciale di tutta l’operazione. Angelo Riccoboni, della Riccoboni Holding, e l’ingegnere Enrico Bosi hanno spiegato come nella decisione sull’investimento sia fondamentale valutare il volume di apparecchiature che saranno conferite nell’impianto. La quantità da raggiungere è di 12-13 mila tonnellate di rifiuti Rae all’anno. «Ai produttori del freddo locali chiediamo dati sulla produzione e modalità di smaltimento attualmente utilizzate, al fine di stimare una previsione sul volume di Rae che potranno essere conferiti» è stata la richiesta di Riccoboni e Bosi. L’investitore cercherà anche accordi con i consorzi per raccolta e smaltimento rifiuti e con le singole aziende per smaltire gli elettrodomestici a fine ciclo a Casale e partire così da una base di Rae garantita. Ma calcolare i rifiuti che potranno essere conferiti, secondo i produttori locali è difficilissimo se non impossibile. «I frigoriferi che produciamo vengono mandati in tutta Italia. Ad esempio, un nostro frigorifero a fine ciclo che si trova in un bar di Caltanissetta non verrà certo smaltito a Casale. Bisogna trovare accordi con i consorzi, che garantiscano un’adeguata entrata di volumi» è stato il monito di Roberto Mosso, della Mondial Group. Dello stesso parere Piero Martino, della Iarp: «Consegniamo frigoriferi in Europa e nel mondo, nessuno è in grado di sapere quanti ne potranno arrivare a Casale per essere smaltiti». A esprimersi sul progetto anche i rappresentanti sindacali. Anselmo Tonio, della Fim Cisl, ha giudicato il piano «un po’ troppo ambizioso», mentre Alberto Pastorello, della Uilm, ha invitato le aziende del territorio a essere più collaborative, accettando da subito di smaltire i rifiuti a Casale. «I produttori sceglieranno Casale soltanto se il costo di smaltimento sarà inferiore rispetto a altri stabilimenti» ha avvertito Mirko Oliaro della Fiom Cgil. Nell’impianto di smaltimento e recupero, grazie a macchinari all’avanguardia, potrebbero essere anche trattate le schede elettroniche per recuperare i materiali nobili, oro in particolare. Lo stabilimento creerebbe nuovi posti di lavoro, motivo principale che spinge l’amministrazione a credere nel progetto. Oltre al finanziamento della Riccoboni Holding si cercheranno i contributi regionali e, come ha consigliato l’assessore provinciale al lavoro Massimo Barbadoro, anche europei. Presente all’incontro anche il presidente della Camera di Commercio di Alessandria, Piero Martinotti, che ha offerto la piena disponibilità a collaborare. Il protocollo funziona «Il protocollo d’intesa “Distretto filiera del freddo” del 2007 ha dato risultati concreti» è il positivo bilancio presentato da Giuseppe Monighini, responsabile dell’ufficio studi di Confindustria Alessandria sull’accordo siglato tra le industrie del freddo locali per cercare di superare insieme la crisi del settore. «Le aziende stanno collaborando - ha spiegato Monighini - su ricerca e innovazione per riuscire a compiere un salto tecnologico significativo».

Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Lorena Balbo

Lorena Balbo
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!