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  • 18 novembre 2022
  • Casale Monferrato

Venerdì 18 novembre

Simone Cristicchi al Municipale con “Paradiso – Dalle Tenebre alla Luce”

"Si apre il sipario" con Dante

Simone Cristicchi visto da Max Ramezzana

Secondo appuntamento con la prosa al Teatro Municipale di Casale Monferrato, in programma questa sera, venerdì 18 novembre, alle ore 21, c’è “Paradiso – Dalle Tenebre alla Luce” con Simone Cristicchi (di Cristicchi e Manfredi Rutelli, musiche Valter Sivilotti e Simone Cristicchi, canzoni Simone Cristicchi, videoproiezioni Andrea Cocchi, disegno luci Rossano Siragusano, regia Simone Cristicchi, produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale – Accademia Perduta Romagna Teatri, Arca Azzurra – Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato). 

Opera teatrale per voce e orchestra sinfonica, racconto di un viaggio interiore dall’oscurità alla luce, attraverso le voci potenti dei mistici di ogni tempo, i cui insegnamenti, come fiume sotterraneo, attraversano i secoli per arrivare con l’attualità del loro messaggio, fino a noi. La tensione verso il Paradiso è metafora dell’evoluzione umana, slancio vitale verso vette più alte, spesso inaccessibili: elevazione ed evoluzione. 

Il viaggio di Dante dall’Inferno al Paradiso è un cammino iniziatico, dove la poesia diventa strumento di trasformazione da materia a puro spirito, e l’incontro con l’immagine di Dio è rivelazione di un messaggio universale, che attraversa il tempo e lo vince. Proprio con l’attore e cantautore romano ci ha raccontato il “viaggio” che compie sul palcoscenico. Biglietti a disponibilità limitata online su vivaticket.it.

Ripartiamo dal febbraio 2020, quando “Esodo” fu l’ultimo spettacolo che andò in scena al Municipale in quella stagione, prima dell’avvento della pandemia. Cosa si ricorda di quella sera. 
Ricordo con molto bene quella data. C’era una concentrazione di emozioni e per la prima volta conoscevo il pubblico di Casale Monferrato.  È per me un grande piacere tornare in un teatro meraviglioso come il Municipale. Certamente i due spettacoli hanno due tematiche molto differenti, se “Esodo” era qualcosa di molto materiale e storicamente accaduto, “Paradiso” è più spirituale.

Da cantautore e vincitore di Sanremo a storyteller teatrale. Ci racconti questa evoluzione.
La mia è stata un’evoluzione del monologo iniziata nel 2010 con la Guerra di Russia, testo in romanesco senza canzoni. Quell’esperimento funzionò e passai ai lavorare per i teatri stabili. Iniziai a inserire parti cantate, poi cominciai a scrivere testi di canzoni inedite solo per i miei spettacoli. Mi ispiro al “teatro canzone” di Gaber, ma con un linguaggio tutto mio. Mi piace definirlo “musical civile”. 

Cosa rappresenta per lei questo spettacolo?
Un dialogo con il pubblico, un viaggio con le persone per la ricerca della felicità. Un tipo di indagine che ho già compiuto per il libro “Happynext”, per cui ho intervistato 150 persone. Ho scelto di trattare il tema “Paradiso” con molteplici sfaccettature… fino ad arrivare alla recitazione integrale del XXXIII canto.

Dalle tenebre alla luce. Cosa porta sul palcoscenico?
Mi confronto con l’attualità, si comincia dall’oggi con cui le persone si rapportano quotidianamente. La metafora dantesca è il racconto della vita di ognuno di noi: dalle fiamme, attraverso la purificazione, poi la gioia infinita, una ricerca legata alla contingenza del mondo attuale.

Come abbina la musica alle parole?
I monologhi sono allegati a un brano, che ho scritto su quel ritmo. Poi c’è la sonorità dell’orchestra che ci accompagna, la quale fornisce solennità allo spettacolo.

La vita è un mistero, come va vissuta?
Siamo otto miliardi di vite e ognuno di noi ha la sua. La gioia è uno stato dell’essere, l’infelicità è il contrario. La gioia però non ha contrari. Dobbiamo essere in grado di eliminare quella “felicità di plastica” che il mondo di oggi ci propina.

Cosa si porta a casa lo spettatore?
Senso di leggerezza perché è uno spettacolo dalla dolce profondità, tra sogno e utopia. Una carezza nei cuori delle persone.


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