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I 54 caduti tra gli studenti del Leardi

Nell’atrio dell’Istituto Leardi, non manca a sinistra dell’ingresso, addossato ad un grosso pilastro, il bassorilievo allegorico con le due lapidi commemorative degli allievi caduti nella Grande Guerra. Un atrio di forma ovoidale al centro dell’imponente facciata di mattoni a vista lunga ben 64 metri, in una conca a destra imponente statua dell’onorevole Mellana (ma non gli posteggeremmo le bici a fianco...) insigne benefattore dell’Ente Leardi, Ente nato dal lascito di Clara Leardi e nell’edificio nel 1858 si fondava il primo Istituto tecnico d’Italia. Torniamo alla Grande Guerra: la commovente manifestazione dello scoprimento della lapide “opera pregevolissima dal punto di vista artistico, dovuta allo scalpello dello scultore Capra”, ebbe luogo, come si legge sul “Monferrato”, lunedì 19 marzo 1923. Dopo la messa celebrata dal cappellano militare don Durando, intervenne Edoardo Aichino, insegnante di matematica e preside dal 1917 al 1933, che nella sua qualità di presidente del Comitato Pro Lapide aveva raccolto le offerte necessarie per la realizzazione dell’opera. Il bassorilievo raffigura un soldato morente sorretto da un commilitone con la baionetta in pugno rivolta verso l'aquila imperiale, sullo sfondo un angelo con la fiaccola della libertà. Queste le “ispirate parole del non dimenticato e dotto docente dell’Istituto prof. Raffaele Foa”, tratte dal volume pubblicato nel 1958 in occasione del primo centenario dell’istituto, incise sotto il bassorilievo: “CADUTI PER L’ITALIA / NON CHIESERO AI SOPRAVVISSUTI / RICONOSCENZA / MA ADDOTTARONO NEL SACRIFICIO / IL COMPITO PER L’AVVENIRE / AFFERMANDO / COI FRATELLI MORTI / DAL 1821 AD OGGI / LA PERENNITA’ DELLA PACE / 1915 – 1918”. Ai lati gli stemmi bronzei dei Savoia e di Casale le due alte e strette lapidi con l’elenco dei 54 Caduti. A sinistra: Acuto Vincenzo; Aghemo Edoardo; Baj Felice; Barbano Guido; Barbano Mario; Bargero Vitale; Bertana Camillo; Boarino Alessandro; Boero Francesco; Boverio Luigi; Brignano Vincenzo; Buzio Mario; Camurati Evasio; Castoldi Alberto; Cerutti Giuseppe; Comombino Pietro; Colombo Augusto; Colombo Umberto; Croce Camillo; Doria Umberto; Farello Camillo; Ferrarotti Melchiorre; Figarolo Camillo; Frosa Achille, Gabiano Mario; Del Conte Angelo; Deambrosi Anacleto. A destra: Ghena Alessandro; Giovesi Antonio; Lattes Camillo; Massa Cleto; Notte Giuseppe; Palli Natale; Palli Silvio; E’ Pasero Lazzaro; Pavia Allegro; Pelizzone Agostino; Prima Carlo; Pulli Egidio; Ronchetti Guido; Scalcabarozzi Agostino; Solerio Antonio; Solia Enrico; Soro Giuseppe; Spinoglio Ernesto; Tapella Achille; Tarditi Pietro; Torelli Attilio; Torre Cesare; Ubertis Carlo; Verdino Evasio; Zaccone Raffaele; Gatti Corrado; Molachino Guido. E’ d’obbligo una visita al primo piano nell’Aula Magna, ricavata dal grande salone nobile del palazzo della nobile famiglia Leardi. Da ricordare il lungo restauro curato dalla Provincia. Oggi l’aula magna è dedicata alla medaglia d’oro al valor militare Natal Palli, allievo della sezione Fisico-matematica della scuola e poi iscritto al Politecnico di Milano. E’ ricordato sull’elegante camino, che attesta la grandiosità del locale, dal grosso medaglione firmato dallo scultore Antonio Morera (Casale 1888 - Genova 1964). Raffigura l’intrepido aviatore nella carlinga dell’aereo e venne inaugurato, come ricorda il “Monferrato”, domenica 11 novembre 1934 dalla “bella e sobria eloquenza” di Umberto Fisso, preside dal 1933 al 1939 coll’elogio della perizia dell’artista che “eternò nel marmo l’effigie gloriosa dell’Eroe”, rievocando poi “i fasti del Leardi che diede alla Grande Guerra 40 eroi”. Tra loro (in realtà erano oltre cinquanta), anche Paolo Silvio Palli, di un anno più giovane di Natale, decorato di due medaglie di bronzo e una d’argento, oltre alla Croce di Guerra, colpito a morte dal piombo nemico nei cieli di Orsago di Sacile, in provincia di Treviso. Natal Palli (Casale, 24 luglio 1895 – Mont Pourri, 23 marzo 1919, è sepolto al cimitero di Casale) è insignito di una medaglia d’oro, quattro d’argento e una di bronzo al valor militare, e del titolo di Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia. Comandò la pattuglia Serenissima nel famoso volo su Vienna (agosto 1918) ideato da Gabriele D’Annunzio.

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Silvio Morando

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