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Anpi Casale: «La nuova legge sicurezza contravviene alla Costituzione»

«Con i sindaci e i governatori di regione che resistono costituzionalmente all’applicazione di norme»

«In merito alla legge “Sicurezza”, la sezione ANPI di Casale Monferrato esprime l’esigenza di ricordare che la Costituzione Italiana, all’articolo 10, recita: “[…] Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge [...]”».

L’Anpi di Casale Monferrato ha deciso di scendere in campo per discutere questa nuova legge nei gazebo in programma in piazza Mazzini a Casale nei sabati 26 gennaio (dalle ore 15,30 alle 19), 2 febbraio e 9 febbraio (dalle ore 9,30 alle 12,30).

«Alcuni punti di questa nuova legge, specialmente quelli inerenti il fenomeno dei migranti, contravvengono alla Costituzione, e lo fanno in nome di pretestuosi motivi di sicurezza nazionale. Ora, che un fenomeno così complesso e particolare, come quello epocale delle migrazioni venga ridotto a un semplice problema di sicurezza è quantomeno riduttivo e propagandistico. Tanto più quando i veri problemi di sicurezza, specialmente quelli legati alla criminalità organizzata e la carenza di uomini e mezzi delle forze dell’ordine, passano in secondo piano mediante misure di lieve entità o nemmeno vengono affrontati. Il problema va affrontato in un contesto di politica interna, ed estera, di più ampio respiro che contempli la solidarietà, l’accoglienza e l’integrazione; non certamente nel modo disomogeneo e non strutturale come risulta nella nuova legge che restringe ancor più ogni possibilità di integrazione e di inserimento nella società per rifugiati e migranti».

L’ANPI di Casale Monferrato, «in linea con l’ANPI nazionale, auspica che il diritto costituzionale all’accoglienza, venga rispettato nella sua pienezza, così come vengano rispettati i diritti umani dei richiedenti asilo: infatti essi, ridotti in grave difficoltà per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno o il suo rinnovo e non essendo loro garantito il rimpatrio, si troveranno senza diritti né tutele. In questa nuova condizione, potrebbero più facilmente cadere nei circuiti della criminalità organizzata o nella rete del lavoro nero, non creando certo maggior sicurezza per i cittadini».

L’ANPI «sta con i sindaci e i governatori di regione che resistono costituzionalmente all’applicazione di norme che di fatto ledono i diritti umani. Invitiamo il governo ad operare in modo fattivo e non propagandistico per i reali problemi che affliggono il nostro Paese: l’immigrazione non è certo ai primi posti».


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