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Luana Ceruti
Festeggia cinque anni dal trapianto e parla di donazione a scuola
Dal 2020 segretaria della sezione provinciale dell’Aido, torna ad incontrare gli student

Chi con il trapianto riceve un organo dichiara molto spesso di festeggiare due compleanni: quello di nascita e quello in cui grazie alla generosità di un donatore, ignoto, è tornato alla vita, molto spesso una vita migliore.
Sarà così anche per Luana Ceruti, 47 anni lo scorso luglio, che il 28 ottobre festeggerà i cinque anni del trapianto di fegato che le ha consentito di risolvere il suo grave problema di salute.
Quest’anno Luana festeggerà l’anniversario in classe. Da anni il suo “grazie” per il dono ricevuto lo esprime portando la sua testimonianze nelle scuole. Dal 2020 è segretaria della Sezione Provinciale di Alessandria di AIDO – Associazione Italiana Donatori Organi Tessuti e Cellule - e subito dopo la pandemia è tornata a sensibilizzare i giovani verso la cultura della donazione organi. Dapprima nei Licei Balbo-Lanza insieme alla presidente provinciale di AIDO, poi estendendo la divulgazione anche negli altri istituti superiori di Casale Monferrato.
Nello scorso anno scolastico con il “percorso del sì” sono stati oltre 400 gli studenti delle classi 5e incontrati e un centinaio sono stati così toccati dalla sua testimonianza dal voler immediatamente scegliere di firmare la dichiarazione di volontà alla donazione organi post mortem.
È un segnale molto positivo quello dato dagli studenti casalesi: il loro “sì” vale tantissimo: «I ragazzi sono molto attenti e curiosi. Mi pongono tante domande, alcune mi fanno sorridere come quando mi chiedono se dopo il trapianto ho potuto subito baciare mio marito ( che loro chiamano fidanzato), altre mi fanno tenerezza, alcune mi coinvolgono molto perché i ragazzi sanno di fare la cosa giusta ma si chiedono cosa ne penseranno i loro genitori, perché in casa non hanno mai sentito parlare di donazione. A quei ragazzi dico che hanno una grande opportunità, quella di spiegare agli adulti di casa il valore della donazione, senza la quale non è possibile salvare persone con il trapianto, e aiutarli a comprendere quanto eventualmente non li convince rispetto alle informazioni in loro possesso» confida Ceruti.
Nell’era della comunicazione, a cinquant’anni dalla nascita di Aido il numero degli italiani che a fine 2022 avevano scelto di donare è pari a poco più di un quarto della popolazione adulta mentre un decimo ha scelto di opporsi alla donazione che dona vita ad altre persone. Se si guarda al solo dato raccolto con il rinnovo delle carte di identità si resta sconfortati: su un totale di 2.746.565 volontà solo 1.873.116 sono stati i consensi.
«Aido è nuovamente presente sul territorio casalese dal 2018: il Gruppo presieduto da Graziella Villata ha dato un contributo straordinario al “percorso del Sì” ma c’è ancora tantissimo da fare. Le persone, in particolare quelle over 50 vanno sensibilizzate, informate accuratamente, perché non hanno avuto l’opportunità che oggi hanno gli studenti di incontrare i nostri volontari come Luana Ceruti. I giovani hanno una predisposizione innata al “sì”. Per loro è normale pensarla come Dominique Lapierre che nel suo “La città della gioia” scriveva: “Tutto ciò che non è donato è perduto”. I nostri organi possono ancora servire dopo la nostra morte. Pensiamoci. Se ci fossero più consensi e meno opposizioni da parte dei famigliari, quando il potenziale donatore non si è espresso in vita, in Italia ogni anno si potrebbero effettuare il doppio dei trapianti ed evitare che la lista d’attesa sia popolata ad ogni fine anno da oltre 8 mila persone, molte delle quali non arriveranno in tempo ad un trapianto. E’ solo questione di informazione. Chiunque si informi non può che dire “sì” alla donazione, per la vita di altre persone» dichiara Nadia Biancato, presidente provinciale.
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