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Mercoledì 12 novembre a Cuccaro
Malagò e i Meneghin protagonisti al Premio Liedholm 2025
Una tradizione che è ormai diventata un appuntamento fisso per la cultura sportiva. Siamo arrivati all’edizione 2025 del Premio Nils Liedholm e mercoledì 12 novembre nella cornice di Villa Boemia a Cuccaro Monferrato sono stati protagonisti l’ex presidente del Coni Giovanni Malagò, oltre alle leggende del basket, padre e figlio, Dino e Andrea Meneghin.
Nello spazio della Cantina Monteferrato, a condurre la mattinata è stato il “cantore” di Sky Sport, il giornalista casalese Nicola Roggero (sul palco anche Alice Pedrazzi), il quale ha delineato i profili dei premiati attraverso aneddoti e storie che si intrecciavano anche con la figura indimenticata del “Barone”.
«Se Giovanni Malagò oggi riceve questo riconoscimento è perché lo sport italiano, durante la presidenza del Coni, ha vissuto momenti di grande floridezza, 12 anni irripetibili in cui la “divina” Federica Pellegrini, il doppio oro del 1° agosto 2021 a Tokyo 2020 e le quaranta medaglie di Parigi 2024 sono state le colonne portanti di una presidenza imparziale e mai “toccata” dal mondo della politica», il commento di Roggero, prima della consegna del premio da parte di Carlo Liedholm. Un grande uomo di sport, i cui valori vengono riconosciuti da tutti, anche da Carlo Ancelotti (futuro tedoforo di Milano Cortina 2026?) che ha salutato, in un videomessaggio, l’ex numero 1 dello sport azzurro.
E le bottiglie Liedholm sono arrivate anche a Roma, nella residenza del padre di Giovanni Malagò, il quale ha dovuto allargare la cantina per conservare questi ricordi: «Oggi sono tornato a casa». In platea anche il vignalese Roberto Bettega. Passando al Premio dedicato a Fabio Bellinaso quest’anno è andato a due leggende del basket italiano, i cui geni si sono trasmessi di padre in figlio. Era il 14 ottobre 1990 e Dino e Andrea erano in campo insieme a Masnago. Una fotografia.
Il primo, l’Aiace Telamonio della Nazionale azzurra, colonna di Varese e Milano, campione europeo nel 1983 e a 44 anni il ritiro. Andrea, dal talento strepitoso, ha iniziato la carriera a 16 anni: a 23 diventa capitano di Varese, vince l’Europeo con l’Italia nel 1999, battendo Jugoslavia e Spagna, le stesse avversarie dell’Italia dell’altro Meneghin. Il cerchio si è chiuso. Tempo anche di “salotto” con Alberto Cerruti. Il futuro di Malagò: «Fino al 16 marzo 2026 so cosa fare con Milano Cortina. Poi progetti in cantiere. Non sarò candidato sindaco di Roma». Il futuro del Premio Liedholm è al sicuro.






