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Le immagini del 25 aprile

Le celebrazioni del 78mo anniversario della Liberazione dell'Italia a Casale

Malumori durante alcuni passaggi del discorso del sindaco Federico Riboldi

La mattinata di martedì 25 aprile, è stata dedicata alle celebrazioni per il 78° anniversario della Liberazione. Dopo la messa di suffragio presso la chiesa di S. Paolo, si è tenuta la riunione delle autorità in Municipio, prima dell’avvio del corteo che ha portato alla Cittadella, dove è stata deposta la corona davanti alla targa commemorativa dell’eccidio della Banda Tom. Qui si sono succeduti gli interventi delle autorità, insieme a quello del presidente onorario dell’Anpi, Ezio Montalenti. «Oggi siamo qui per ricordare chi ha dato la vita per la nostra libertà, un diritto affermato, che dobbiamo difendere attraverso la memoria», così il presidente del comitato antifascista Fiorenzo Pivetta. A seguire l’intervento di Carla Gagliardini per Anpi Casale Monferrato: «La lotta di resistenza ha chiuso il capitolo oscuro del ventennio. Il 2 giugno 1946 ha generato una Costituzione repubblicana antifascista nel solco del lascito della resistenza. No al revisionismo storico, perché si perderebbero anticorpi fondamentali per la nostra democrazia. La resistenza è madre della nostra Costituzione e della Repubblica».

Malumori durante alcuni passaggi (la pacificazione storica, gli esuli del confine orientale e l’inclusione) del discorso del sindaco Federico Riboldi, che qui riportiamo: «La guerra non finì il 25 aprile 1945. Questo è un giorno simbolico, scelto perché in questa data cominciò la ritirata dei tedeschi e dei soldati della Repubblica di Salò da Milano e Torino, in seguito allo sfondamento della Linea Gotica da parte degli alleati. Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il 22 aprile 1946, il Re Umberto II emanò un decreto: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”, ma solo nel 1949 è stata istituzionalizzata come festa nazionale insieme al 2 giugno, Festa della Repubblica. Dal 25 aprile cominciò una fase nuova, a tratti anche complessa e travagliata, che portò alla nascita di uno Stato repubblicano che il voto degli italiani volle affine alle democrazie europee di stampo liberaldemocratico o socialdemocratico. Anche la precaria contrapposizione tra due blocchi, le democrazie occidentali, essenzialmente anglosassoni, e il regime sovietico, si risolse con un esercizio di democrazia. Oggi è quindi la festa di una ritrovata libertà e dell'autodeterminazione del governo italiano dal dominio straniero, come fu nei due anni di Repubblica Sociale. Una festa che è stata il terreno fertile su cui far crescere una vera democrazia parlamentare, aperta a tutte le espressioni della nostra società e non solo ad una parte. In fondo anche la Resistenza fu in nuce espressione di quella che sarebbe stata la nuova mappa della democrazia italiana. Socialisti, comunisti, azionisti, ma anche democratici, cristiani liberali e monarchici che prevalsero nettamente su chi avrebbe voluto sostituire il regime fascista con un nuovo regime. Sorte che toccò tristemente ai nostri fratelli del confine orientale, costretti alle migrazioni di massa. Se non si vuole che con il passare del tempo, con il venir meno delle generazioni che hanno vissuto da vicino le conseguenze della guerra e che hanno patito l'assenza di democrazia, questo anniversario diventi solo una rievocazione storica lo si deve caricare di significati trascendenti che vadano oltre la dimensione del tempo. Sia la festa della libertà e sia la festa della pacificazione, perché gli anticorpi delle nostre istituzioni sono egualmente efficaci da respingere in toto e in forma collettiva qualsiasi tentativo di supremazia. Questo è il segno che i valori che oggi celebriamo sono ormai indissolubilmente radicati nella nostra società. Sia la festa dell'inclusione perché nessuno debba sentirsi escluso, sia la festa della pacificazione perché è il miglior tributo alla democrazia e la libertà e il vivere tutti in concordia, chi ha prevalso e chi è stato sopraffatto. La guerra di liberazione ha instaurato un nuovo ordine, che ha superato prove molto difficili. Questo nuovo ordine va difeso e rafforzato, perseguendo fino in fondo quella libertà e quella democrazia che a volte sembra non ancora del tutto raggiunto. Voglio chiudere citando le parole del Presidente della Repubblica Mattarella, che sintetizzano ufficialmente i pensieri prima esposti e che vorrei fossero chiosa di questo mio intervento e guida delle riflessioni che inevitabilmente esso susciterà. Il Paese è fortemente cambiato, dice il presidente Mattarella, come il contesto internazionale. Non c'è più, fortunatamente, la necessità di riconquistare i valori di libertà, democrazia e oggi la lotta è dedicata alla giustizia sociale alla pace a livello globale. Valori che animarono nel suo complesso la Resistenza. Oggi c'è necessità di difendere quei valori come è stato fatto contro l'assalto del terrorismo, come viene fatto e va fatto sempre di più contro quello della mafia. La democrazia va sempre, giorno dopo giorno, affermata e realizzata nella vita quotidiana».

Dopo l’intonazione di “Bella Ciao”, Fernanda Core, figlia di Enrica Morbello, la partigiana Fasulin, ha annunciato che al prossimo MonfilmFest di luglio verrà proiettato il docufilm sulla storia di sua madre.
Il professor Mauro Bonelli ha coordinato le letture degli studenti delle scuole casalesi dedicate a testimonianze dei protagonisti della Resistenza.

A chiudere l’intensa mattinata il discorso di Montalenti, che ha fatto anche riferimento al nostro Monferrato: «Qui ci fu una grande partecipazione attiva di uomini, donne e giovani che diedero la vita in cambio di una convivenza civile destinata a tutti. La storia non è una narrazione di piazza ma una scienza, alla base del quotidiano agire del suo popolo. Dopo la lotta di liberazione civile, i cittadini furono liberi e non sudditi di un potere, grazie a una azione emblematica. Non possiamo dimenticare gli atti di gloria ed eroico patriottismo della Banda Lenti e della Banda Tom, in un luogo carico di significato come quello della Cittadella di Casale Monferrato. Oggi se siamo qua è grazie all’antifascismo, alla repubblica e alla costituzione, tre pilastri della nostra democrazia».