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Crociera Il Monferrato-Stat, quattordici giorni da sogno - PRIMA FOTOGALLERY

Niente ferma i Monferratini all'arrembaggio dei Caraibi: una partenza alle tre e mezza di notte? Cosa volete che sia? Eccoli tutti belli pimpanti in Piazzale Silvio Pia all'ora in cui si svegliano solo i panettieri e c'è pure chi non ha dormito per l'emozione e lo farà solo tra 24 ore in Florida. E' il primo scaglione: 38 persone da Alessandria, Casale, Valenza, Vercelli e un po' tutto il territorio, accomunati dalla passione per la "Crociera del Monferrato" che da una ventina d'anni porta ovunque gli abbonati della nostra testata: quest'edizione, come è noto, si vola oltre Atlantico: noi faremo due giorni in Florida per poi imbarcarci sulla Costa Luminosa e piroettare per tutto il Golfo del Messico.

Però bisogna prima arrivarci, ma sono tutti determinati e poi a galvanizzare ulteriormente la comitiva ci pensa la famiglia Pia. Non siamo nemmeno al casello dell'autostrada che Paolo Pia prende il microfono e saluta tutti i presenti a nome del Gruppo Stat di cui è Amministratore Delegato. L'idea di questa crociera è nata nel 2019, l'anno del centenario del Gruppo, con l'intento di festeggiare l'anniversario di un altro grande viaggio: il cinquantenario dell'uomo sulla luna, andando a visitare Cape Canaveral.
Infatti “Avendo esaurito il mondo la prossima crociera sarà sulla Luna” chiosa Luigi Angelino che porta i saluti de Il Monferrato (ebbene sì come vedrete dalla firma congiunta quest'anno ci sono ben due voci a raccontarvi la crociera e a fare la foto). La famiglia Pia si compone anche Alessandro Pia che, fresco di un lungo soggiorno in USA, si sopporterà tutto l'onere di fare da guida al gruppo, anche se la data di partenza coincide con quella del suo compleanno, e Simona Pia. Per inciso scopriremo più tardi che la Florida è una delle destinazioni del cuore della famiglia, Paolo e Simona fecero qui uno dei oro primi tour insieme 27 anni fa, andando in auto da Orlando a Miami e questa Crociera cade a cavallo dei 25 anni del loro matrimonio. Insomma appena partiti e stiamo già festeggiando.
Il viaggio è lungo, ma con poche note di colore, a Malpensa alle 5 del mattino i Monferratini sono ancora carichi e sbrigano in scioltezza le formalità d'imbarco; alle 7.30 sono tutti sull'Airbus 320 per Francoforte. Si fa un po' di ritardo in pista, l'aereo viene spruzzato dalla prua alla coda con un liquido che previene il ghiaccio, in compenso il sole appena sorto sorvolando le Alpi è uno spettacolo.
A Francoforte, uno più grandi aeroporti al mondo, il gate della coincidenza si rivela insolitamente vicino e, a parte qualcuno fermato per un controllo di routine dalla dogana tedesca (gentili, ma la lingua non aiuta a sentirsi a proprio agio), abbiamo 4 ore di attesa. I Monferratini continuano a non sentire la stanchezza e salgono compatti su una "leggenda dei cieli": un 747 Jumbo Jet che farà la tratta intercontinentale, per metà carico di ragazzini con una felpa rossa dalla scritta “Orlando 2020”. "Siete una squadra sportiva?" chiediamo "No sono una scuola egiziana in gita scolastica". E pensare che noi al Liceo al massimo andavamo a Barcellona.
Atterriamo ad Orlando poco dopo le 23 in italia, ma solo le 17 in Florida, e scopriamo che la terra del sole è piuttosto uggiosa, anzi la nostra guida che si chiama Loredana Cicchetti (viene da Melegnano da 27 anni in USA) ci informa che quella è stata la giornata più fredda dal 1985. Orlando non è propriamente una città storica, è nata per supportare i grandi parchi di divertimenti che sorgono nell'area a partire dagli anni 50 ed è il più grande centro congressi del mondo a cui tutti gli alberghi sono collegati, compreso il nostro Rosen Hotel. Insomma la prima impressione è di essere finiti sulla tangenziale di Milano all'altezza di Rho Fiera. Ma il mattino dopo il discorso cambia, il sole accarezza le palme e in maniche corte entriamo agli Universal Studios.
Sono talmente grandi che è difficile scegliere, così i Monferratini scelgono... tutto. Anche film che la maggior parte di loro, per ragioni anagrafiche, non ha mai sentito nominare: una missione con i Trasformers? Fatto. Una corsa in auto insieme ai protagonisti di Fast & Furios? Fatto. A caccia di alieni con i Men in Black? Fatto. In volo sulla bicicletta di ET? Fatto. Harry Potter poi è un parco nel parco, hanno ricostruito tutta Diagon Halley e la gente affolla le botteghe per comprare una bacchetta magica (55 dollari). Ciononostante riusciamo a farci un giro nei sotterranei insieme al maghetto. Anche questa, come la maggior parte delle attrazioni, è un mix tra montagne russe, robot e schermi 3D, ma la ricostruzione degli ambienti e l'immersione nella realtà virtuale è ancora più impressionante. Non è tutta adrenalina, riusciamo a rilassarsi con uno spettacolo che fa rivivere i Blues Brothers e un hamburger. Alla fine della giornata però rimane solo una cosa da fare: il gigantesco ottovolante, quello con una discesa verticale di oltre 50 metri e doppio giro della morte. Lo sfidano in 3: li citiamo a imperitura memoria: Alessandro Pia, Celeste Eugenio Canepa e Piero Amateis. Anche questa sfida è vinta. Il giorno dopo ci attende la Luna.

I Monferratini hanno visto tutto il mondo, ma poche cosi li hanno fatti rimanere a bocca aperta come le meraviglie che li hanno accolti a Cape Canaveral, e questa volta non è finzione cinematografica (a meno che non vogliate credere che lo sbarco sulla luna l'abbiano girato a Hollywood). Tutto al Kennedy Space Center è organizzato per stupire il visitatore con la differenza che qui le attrazioni hanno viaggiato nello spazio. Quando, dopo il filmato di presentazione, entriamo ad ammirare lo shuttle Atlantis abbiamo la sensazione di essere in orbita con questo gigantesco veivolo. Nel padiglione ci sono un po' di memoriabilia su quello che il bestione ha portato in orbita: Paolo Pia si infila in un corridoio dello Spacelab e quasi ci si incastra. Decisamente gli sono più congeniali i pullman

La nostra impagabile guida Loredana ottiene dalla NASA un autobus tutto per noi con cui girare la base. Arriviamo di fronte al gigantesco centro di assemblaggio, vediamo tutti i luoghi più significativi della corsa allo spazio, mentre alligatori scorrazzano nelle rogge come da noi le nutrie. E rimaniamo ancora una volta senza parole nel padiglione del Saturno V, perchè dopo averci fatto rivivere l'emozione di un lancio lunare nella sala controllo originale degli anni '60 eccoci di fronte al razzo. E' steso per il lungo e non finisce più. Cammina e cammina e sei solo al primo stadio. Le sorprese per la giornata non sono finite, vi abbiamo detto che per i Pia ricorrono le nozze d'argento? Bene, decidono di invitare tutta la comitiva a pranzo per festeggiare. L'efficientissima Loredana prenota al volo il ristorante Cuban Island che però è gestito da Carlo Massaro di Caserta, volto abbronzato da avventuriero che ci accoglie mentre sorseggia Amarone della Valpolicella di fronte a una Ford Impala degli anni '50. La cucina cubano – campana però si rivela eccezionale, specie nel pesce e alla fine spunta pure una torta per con 25 candeline per Simona e Paolo.
E' tempo però di tornare a casa e per "casa" i Monferratini intendono una nave della Costa Crociere. Dopo tre ore di viaggio verso Miami a Fort Laurderlale ci appare la Costa Luminosa, dove imbarcandoci incontriamo il secondo gruppo dei lettori del Monferrato: sono 40 e altrettanto inossidabili, nonostante anche loro siano partiti alle 2,45 di notte. Alla loro testa altri pilasti della Stat Viaggi: Dino Chierotti, Patrizia Pagliano e Samantha Badino già attivi per occuparsi dei croceristi. Per i passeggeri in cabina un'altra sorpresa c'è a stampata dell'edizione del Monferrato di venerdì 24 che li riguarda. La nostra copia la regaliamo all'hotel director venuto ad assicurarsi che tutto fosse a posto. Salpiamo alle 23 e chi riempie la pista da ballo? Ovviamente sempre i Monferratini.
Domenica 26 siamo nel posto giusto per riposarci dalle fatiche del viaggio: Bahamas, un nome che già da solo evoca il relax su una spiaggia con tanto di cocktail con l'ombrellino. Una delle escursioni dà ai Monferratini esattamente quello per cui sono venuti, un catamarano ci porta a Blue Lagoon, un atollo con tutto quello che si pretende da un'isola caraibica: le palme piegate verso il mare, la sabbia finissima, un'acqua che sembra colorata con i filtri di Instagram. Tre ore per fare il bagno, ammirare il parco con delfini, foche, razze e procioni, mangiare banane fritte (come i grissini da queste parti) e infine starsene su una sdraio ad ascoltare musica cubana.

Un'altra parte dei Monferratini ammira invece quello che c'è sotto il mare, con un'escursione a bordo di un battello dal fondo trasparente. Katia Tenenti, la nostra guida marchigiana (ma con precedenti nel vercellese e un debole per la panissa), e Thomas Knorbles al timone, ma che tutti chiamano comandante, ci portano attraverso un largo canale circondato da ville, tra cui quella di Elvis Presley e il resort dove è stato girato 007- Casinò Royale. Arriviamo alla barriera corallina sopra ad un paradiso sottomarino che tutti possono osservare scendendo sottocoperta per guardare dalla chiglia trasparente: il mare è cristallino e affollato da pesci coloratissimi. Risaliti sul ponte ci offrono Rum, ma anche il pane da gettare ai pesci... insomma ci chiedono di pasturare. Dalla scoperta del mare a quella di Nassau a piedi, attraverso tanti negozietti, dove Olga Bonzano acquista tre grossi sigari per altrettanti figli. Altri ricordini hanno prezzi piuttosto alti (una calamita da frigo viene sui 15 dollari) e forse non è un caso che abbiano come insegna la statua di un pirata. In effetti subito dopo, mentre ci imbarchiamo, sfila a dritta della Costa Luminosa un galeone che non inalbera il teschio, ma una lunga insegna pubblicitaria "Blackbird Revenge".
La sera come è tradizione Simona Pia è l'efficientissima vestale dei compleanni e degli anniversari dei Monferratini a cui dispensa torta e coro di auguri di tutti i camerieri. Il primo a essere beneficiato è proprio uno dei vostri due giornalisti che compie mezzo secolo, indovinate quale?

Lunedì' 27 il relax continua, siamo in navigazione. Alle nove tutti a fare jogging sulla scenografica passeggiata attorno al fumaiolo della nave, anche quelli che normalmente sciabattano per casa fino alle 10, ma vuoi mettere correre mentre ti accarezza un vento a 21 gradi e i cormorani si tuffano in mare? In mattinata al desk della Stat Viaggi, sul ponte 3, viene a trovarci il Guest Director della Costa Luminosa: Monica Renzanico, origini liguri, da 8 anni con Costa, con cui prendiamo accordi per un momento clou della nostra crociera: l'incontro con il capitano Ezio Di Nunzio previsto tra pochi giorni. La sera alle 17.30 abbiamo il piacere di stringere già la mano al capitano, insieme agli ospiti VIP della crociera, definizione che comprende ormai buona parte dei Monferratini visto il loro lungo rapporto con Costa . Sempre in giacca e cravatta proseguiamo con una cena di gala al ristorante Taurus e arrivano torte con candeline per la signora Maria Chiara Cirillo di Vigevano e per Antonio Astorino di Vignale. Al ritorno in cabina i Monferratini hanno un'altra sorpresa: trovano la prima pagina del Monferrato e la pagina con il lungo articolo che li riguarda. Sono le 5 del mattino in Italia, il che significa che pur essendo a 12.000 km di distanza hanno il loro giornale prima delle edicole e degli abbonati. "Ci fa sentire a casa" ci confida commossa una signora. La sera circumnavighiamo Cuba vedendo le luci di Guantanamo e puntiamo (martedì 28)verso la Giamaica.
La maggior parte della gente va in Giamaica per consumare i prodotti locali (il rum ovviamente, cosa avete capito), noi ci siamo andati per risalire un fiume. Proprio così, come i salmoni: oltre 100 metri di dislivello tra cascate, rapide e piscine naturali scalati solo con un costume da bagno e due ciabattine di gomma. Siamo (martedì 28) a Ocho Rios, che vuol dire otto fiumi, ma il Dunn che abbiamo affrontato vale anche per gli altri sette ed è sicuramente una delle escursioni più originali offerte dalla crociera. Ci teniamo tutti per mano, perchè alcuni passaggi sono decisamente impegnativi, e saltiamo di sasso in sasso assistiti da guide che non esitano a motivarti in modo molto coreografico, ma sono anche utili quando qualcuno inevitabilmente finisce completamente a mollo. Tra i nostri croceristi c'è chi è arrivato qui in catamarano direttamente dal porto, sorseggiando rum e approdando sulla stessa spiaggia dove è stato girato 007- Licenza di uccidere (Ursula Andress non è inclusa), il tempo è bello e ci si tuffa subito.
I vostri cronisti invece hanno scelto l'escursione che è iniziata alla Green Grotto. La nostra guida si chiama Kenneth Watson e ha la stessa faccia di Denny Glover in Arma Letale, per fortuna continua a dire che il motto ufficiale della Giamaica è "Relax - No problem". Ci spiega che sull'isola esistono 28 specie di banane differenti (lo avevamo capito). E in effetti una vegetazione lussureggiante circonda le grotte, anzi il verde penetra anche dentro queste suggestive formazioni carsiche piene di innocui pipistrelli, un serpente, stalattiti scintillanti e laghetti. Per inciso qui è stata girata una scene di 007 - Live and let died. E con questo siamo al terzo set di James Bond, visto in due giorni.
L'onnipresente musica di Bob Marley che qui vi accompagna ovunque è anche alla partenza della nave, mixata da un DJ lungo il molo. Siamo lì che ci stiamo godendo gli ultimi scampoli di "No problem, relax" quando ci arrivano decine di messaggi che ci chiedono se siamo vivi. In effetti un terremoto di 7.7 gradi in mare a poco più di un centinaio km da noi con relativo allarme tsunami sembra una cosa seria in Italia. Ma da noi nessuno ha sentito niente, l'attività del piccolo porto non si ferma e l'allarme, lo leggiamo dalle agenzie, rientra subito e tranquillizziamo nella notte i lettori del Monferrato.
Salpiamo per le isole Cayman mentre continuiamo a festeggiare: compie gli anni Enzo Rossino di Casale, mentre celebrano il loro anniversario di matrimonio Enrica e Giuseppe Varalda di Balzola.
E mercoledì 29 sbbarco sull'isola di Grand Cayman territorio britannico d'oltremare, qui i Monferratini vanno all'inferno, letteralmente perché si chiama così il parco, alle porte della città di Hell dove strane concrezioni calcaree rendono tutto un po' dantesco. Il luogo però sfrutta a fondo il suo nome: qui si può spedire una cartolina dall'inferno o farsi mettere un timbro "Hell" sul passaporto, poi però se vi fermano per controlli al prossimo aeroporto non vi lamentate.

A parte questo le escursioni a cui partecipano i nostri due gruppi esplorano un po' tutte le attrazioni che si snodano lungo la strada che costeggia un mare color cobalto. Vi si affacciano pittoresche casette colorate dell'800 e giardini curatissimi, pieni però di galli che attraversano la strada come da noi i gatti. Spunta anche la villa di Serena Williams che l'ha chiamata TuscanaSun, ma non provate a cercare le colline del Chianti, da queste parti la cosa più alta sono i palazzi delle banche: anche questa è una specialità locale.
La metà dei Monferratini che hanno scelto l'itinerario "culturale" dopo l'inferno si ritrova alla Rum Cake Factory per degustare rum abbinato a dolci a base di... rum, poi si va al Blow Holes, dove le onde danno vita ad uno spettacolare "soffio del mare" e infine a un cippo commemorativo che ricorda il "Ten Sail" un naufragio collettivo di ben 10 velieri al largo dell'Est End di Gran Cayman nel 1794.
Il bagno lo facciamo un po' a Rum Point, un po' a Seven Miles Beach, ma tutti ci troviamo a nuotare con razze e strani pesci che farebbero comodamente da cena per 4 persone.
Rientriamo alla nave e ci fermiamo davanti a un curioso "albero delle ciabatte", dove i bagnanti inchiodano con una dedica le loro calzature prima di lasciare con rimpianto queste coste da cartolina.
Giovedì c'è un'intera giornata di navigazione, quindi per i Monferratini relax a bordo, attività fisica, teatro (abbiamo visto un bello spettacolo di magia dove è lei a tagliare in due lui), e tante, tante danze (a bordo francesi, tedeschi, americani ammirano la nostra resistenza). Ma potete giurarci che quando venerdì mattina ci appariranno le coste del Belize saremo freschissimi, anche perchè dobbiamo affrontare i Maya.

INIZIANO I MAYA COL BELISE

Prima di leggere questo articolo preparate i popcorn e mettetevi comodi: la terza puntata della Crociera del Monferrato-Stat sarà un incrocio tra Cuore di Tenebra e Indiana Jones: tutta avventura. Non che ce ne sia mancata fino ad oggi, i lettori ricorderanno che abbiamo risalito a piedi le rapide del fiume Dunn in Giamaica tenendoci per mano e che siamo andati letteralmente all'inferno nelle isole Cayman, ora è il momento di raccontarvi il nostro incontro con i Maya nell'America Centrale. Per non spezzare il filo del racconto abbiamo persino deciso di demandare all'ultima puntata i momenti di vita di bordo come l'incontro con l'affabile capitano Ezio Di Nunzio (che abbiamo scoperto essere legato a Casale) e i tanti compleanni e anniversari festeggiati ogni sera.

Il Belise (o Belize) a cui approdiamo nella mattinata di venerdì è una scoperta straordinaria, confessiamo che prima di sbarcare facevamo fatica a trovarlo sulla carta geografica, adesso ne siamo innamorati, Dopo aver parcheggiato all'alba la Costa Serena sulla Belize Reef, la seconda barriera corallina del mondo scendiamo a Belize City. La città ha 80.000 abitanti che non vivono certo tutti nel lusso, lo stipendio medio è 7.000 dollari l'anno, eppure anche gli edifici più poveri hanno la loro dignità, le strade sono affollate di ragazzini in divisa scolastica, niente discariche sotto gli alberi del mogano che sono il simbolo nazionale e c'è persino l'equivalente creolo di Heidi che pascola le caprette e ci saluta con la mano.

La gente è amichevole in modo quasi imbarazzante, qui non vi consideriamo turisti o visitatori qui "chi viene a trovarci è sempre uno di famiglia" spiega Bernie che è a capo di un team di guide comprendente anche Jeremy, il nostro autista, Alissia che ci insegna qualche parola maya e Lisane che è un paramedico, caso mai servisse nella giungla.

Mentre alcuni di noi scelgono di rilassarsi sull'incantevole spiaggia di Randez Vous Caye, Bernie & friends ci portano in pullman verso l'interno con un viaggio di un'ora in cui riescono a spiegarci tutto del Belize (grazie anche alla bravura di Dino Chierotti con le lingue): la storia (piuttosto breve è solo dal 1981 che l'Honduras Britannico è diventato indipendente), i simboli della bandiera, la fauna e naturalmente quello che ci aspetta: i Maya. Prima però dobbiamo ancora risalire un tratto del fiume New River. Un battello che si addentra in una foresta vergine fa venire in mente subito Apocalypse Now, con l'unica differenza che i 3 motori fuoribordo ci regalano un'esperienza un po' più movimentata. Dopo venti minuti siamo arrivati a Lamanai, nome che significa "coccodrillo sommerso" in lingua Maya. Un sentiero si addentra nella giungla... lo seguiamo tra palme dalle foglie grandi come una villetta, liane, felci. Ci hanno messo in guardia contro le zanzare (dilettanti) ma non basta: "state attenti a non calpestare i formicai" ci intima Bernie per aumentare il pathos. Poi d'un tratto la foresta si apre e nella radura compare la prima piramide. A dirla tutta chiamarle piramidi è una delle poche cose che fa arrabbiare i beliziani, sono templi cerimoniali e qui non ci sono prove che facessero sacrifici umani, ma incutono abbastanza timore anche così. L'impressione è che, se ci avvicina troppo, scatterà sicuramente un trappolone a base di frecce avvelenate e pietroni rotolanti.

E invece no le pira.. pardon i templi, sono amichevoli, il più alto si può addirittura scalare e volete che i Monferratini si perdano questa occasione? C'è chi ha fatto l'alpino qui... In cinque minuti i 33 metri del tempio più alto sono superati e siamo in cima a goderci lo spettacolo della foresta dall'alto. In tutto ci sono tre templi, oltre a quello scalato ci sono quello de Giaguaro e uno decorato con enormi teste. Tutti ci vengono spiegate con dovizia di particolari, prima di riprendere il battello e tornare alla sede del parco, dove ci aspetta un pranzo beliziano. Torniamo alla Costa Luminosa consapevoli di aver vissuto un'esperienza unica.

Dopo aver scalato una piramide la giornata in Honduras si rivela più rilassante. Questa volta la Costa Luminosa attracca sull'isola di Roatan, che entra di diritto nella classifica dei porti più belli del mondo: un'insieme di calette verdissime e spiagge bianche, in mezzo c'è persino il relitto di una nave a rendere tutto più pittoresco, lo avrà messo lì la proloco del posto.

Anche questa volta i Monferratini si dividono in due gruppi: una parte prende semplicemente la via della spiaggia e passa qualche ora in un resort di lusso a Tabyana Beach, dove ad accoglierci c'è persino Albert, un signore della sicurity messo apposta per sorvegliare le nostre sdraio mentre facciamo il bagno.

L'altra metà di noi invece raggiunge in catamarano velocissimo la vicina isola privata di Maya Key. Arriviamo accolti da un pappagallo che a tutti ricorda Portobello (ma in formato maxi) e che ovviamente cerchiamo di far parlare. Da qui saliamo a visitare un piccolo tempio Maya, questa infatti era la città Copan, centro dell'arte e delle discipline umanistiche dell'antica civiltà, tanto da essere definita la Parigi del Mesoamerica (non dai Maya ovviamente). All'interno della costruzione due piccoli e interessanti musei ricchi di reperti come quello dell'oreficeria con realizzazioni raffinatissime che non sfigurerebbero in una vetrina di Valenza. Da qui scendiamo alla spiaggia attraversando il Centro di Salvataggio Animali e ci facciamo un'idea della fauna locale con, giaguari, ocelot, tapiri, coccodrilli che sembrano abbastanza famelici e una gran varietà di quadrupedi a cui è difficile dare un nome. E' invece uno scoiattolo quello che ci accoglie sulla spiaggia dove passiamo un po' di tempo tra palme, mare cristallino e sabbia bianca su cui qualcuno ha scritto un gigantesco "Un saluto da Villanova e da Casale". Il "colpevole" è il villanovese Giovanni Bellatore. Buffet a bordo piscina con specialità caraibiche: pollo in una salsina di cocco, riso al cocco, banana chips.

A salutarci all'uscita sono i ruggiti di un simpatico leone marino (il verso a dire il vero assomiglia a qualcuno che sta digerendo una bevanda molto gassata). Siamo già pronti a ripartire verso il clou della nostra crociera: Chichen Iza.

IN MESSICO


E' un'escursione impegnativa quella di domenica (2 febbraio)per conoscere la grande città Maya nel cuore dello Yucatan, ma solo pochi Monferratini scelgono l'alternativa rilassante di questa tappa in Messico: un bagno nel Cenote de la Cueva con escursione in canoa che però si rivelerà particolarmente avventurosa. La maggior parte tenta questa nuova avventura che comincia con 45 minuti di catamarano per arrivare dall'isola di Cozumel, dove è attraccata la Costa Luminosa, fino a Playa del Carmen. Qui ci aspetta un pullman riservato solo a noi che in 2 ore e mezza ci porterà a Chichen Iza. A bordo conosciamo le nostre guide Jorge, che ha imparato l'italiano con un curioso accento toscano (fa domande come come "vi garba questa gita?"), ed Esperanza che ha studiato a Milano. Sono preparatissimi e passiamo il viaggio in quella che potrebbe essere una lezione universitaria sulla cultura precolombiana. Esperanza ad esempio ci insegna i numeri e la matematica Maya, niente affatto scontata visto che non è decimale, ma va potenze di venti. "Superdivertente!" dice lei, certo, per un ingegnere. Impariamo anche che i Maya non si sono estinti, i loro geni, la loro cultura e la loro lingua sono ancora vivissimi, tanto è vero che in un'area dei servizio ne facciamo salire uno: si chiama Sactoliti e ci mette a parte di un progetto di conservazione delle sue tradizioni.

Quasi non ci accorgiamo di essere arrivati a Chichen Iza, è tempo di scendere e di ammirare quella che è inserita nelle sette meraviglie del mondo moderno. Gli edifici sono imponenti, il tempio centrale ha 365 gradini e 9 gradoni, ma purtroppo non ce lo lasciano scalare. La pietra gialla fa un bellissimo contrasto con il cielo ("Messico e nuvole" più che mai). Passiamo dal più grande campo dello sport nazionale dei Maya che si faceva con una pesante palla di caucciù, ricorda tantissimo uno dei nostro sferisteri con la differenza che se perdi a pallone elastico non vieni sacrificato. Tra statue, bassorilievi e monumenti non si sa più dove ammirare, certo la domenica il sito è aperto gratuitamente ai messicani, oltre che ai turisti da ogni dove, quindi risulta particolarmente affollato.

Il pranzo è all'altezza del sito. Ci portano di fronte a un buffet immenso. Una signora sforna tacos al momento che possiamo riempire con un'infinità di verdure, carne e salsine, c'è un tavolo dedicato a specialità Maya, uno con i piatti classici del Messico caraibico. Siamo nella zona di produzione del peperoncino e condimenti vanno dall'innocuo a quelli che farebbero piangere un calabrese. Finiamo con un dolce che si chiama Ch'ujuk Puut, mentre veniamo deliziati da uno spettacolo folcloristico su musica mariachi.

Ritorniamo alla nave solo alle 19, qualche minuto prima che salpi le ancore, ma ancora intenti a digerire sia il pranzo, sia tutte le informazioni della giornata.

Lunedì ci aspetta un meritato riposo con un giorno di navigazione: l'ultimo.

MIAMI E ARRIVO


I Monferratini sono tornati. La Crociera Monferrato-Stat a bordo della Costa Luminosa si è conclusa martedì 4 febbraio a Miami, attraccati nelle prime ore del mattino a Fort Everglades abbiamo avuto tutto il tempo di esplorare la città prima di prendere i voli per tornare a Casa. I voli, plurale, perchè appunto eravamo divisi in due gruppi: chi era partito il 23 gennaio con due giorni di escursione negli USA è ritornato via Zurigo, chi è arrivato il 25 ha invece avuto il ritorno con scalo a Roma, ma tutti siamo arrivati in Piazzale Silvio Pia a Casale nel primo pomeriggio del 5 febbraio.
E’ stata la vacanza perfetta: 14 giorni di sole e mare calmissimo, un’organizzazione che ha funzionato come un orologio. Grazie a Paolo Pia, Simona Piccioni Alessandro Pia, Samantha Badino, Dino Chierotti e Patrizia Pagliano: una presenza discreta, ma che conosce tutti i trucchi del mestiere di una perfetta macchina da tour: grazie a loro i Monferratini hanno sempre avuto autobus dedicati in tutte le escursioni, (persino alla Nasa), guide in italiano e ogni volta che è stato possibile hanno velocizzato code, mantenuto i tempi previsti e non hanno lasciato indietro nessuno. Oltre a questo hanno ricordato compleanni e anniversari e ottenuto trattamenti privilegiati a bordo. Del resto sulla nave siamo sempre il gruppo più numeroso ogni anno e abbiamo qualche diritto da far valere.
L’escursione a Miami è stata l’ennesima prova un’organizzazione che farebbe invidia ai Marines: sbarchiamo prima delle 8 e sul nostro pullman ci accoglie una guida che parla non solo in italiano, ma addirittura con l’accento Piemontese, si chiama infatti Silvia Boggio, viene da Santhià e conosce molto bene Casale. La prima cosa che ci spiega di Miami è il traffico che in effetti sembra apocalittico, la città si è dotata solo di recente di una ferrovia, ma una tratta di 40 km in treno è sui 50 dollari. Dato che la benzina qui costa meno dell’acqua minerale tutti intasano l’autostrada gratuita. Il binomio Costa - Monferrato però non bada a spese e prendiamo la corsia preferenziale, che si paga con una tariffa proporzionale al traffico (e oggi è molto cara)
In questo modo arriviamo in pochi minuti a Miami Beach che è proprio quella del telefilm Miami Vice: palme altissime e soprattutto quelli che chiamano “Art Decò”, una serie di piccoli edifici a tre piani costruiti nello stile degli anni ‘20 che rendono unico questo lungo mare. Sembra talmente un set cinematografico che scendiamo a dare un’occhiata. La guida è preparata parla di Revival Mediterraneo, seguito dall’Art Déco e il Mimo (Miami Modernism).


C’è tempo per rendere omaggio alla villa di Gianni Versace. Dal tragico omicidio dello stilista la villa è stata più volte venduta con ma c’è ancora lo stemma della medusa sulle cancellate.
Andiamo al mare, che è quello con le classiche torrette dei Beachwatch (il telefilm però è girato a Los Angeles), facciamo una foto sulla spiaggia e cercando di evitare il traffico di done buggy e poi via ad esplorare la baia.
A Biscane, il pittoresco porticciolo turistico di Miami, ci attende infatti la Queen of Island con cui intraprendiamo un giro capace di farci sentire molto poveri (“Boat tour, Miami celebrity homes cruises”). Davanti alla città sorge infatti una laguna di 26 isole artificiali che ospitano un campionario di ville di lusso: ci mostrano tra le tante quelle di Shakira, Julio Iglesias, Will Smith, i signori Beckham, Jackie Chang, fino ad arrivare alla mastodontica residenza del dottot Philip Frost comprata per 58 milioni di dollari. Non è un attore, è l’inventore del Viagra.
Dopo la visita pranzo in un ristorantino del porto, la nostra crocerista Olga Bonzano Raimondi incontra la nipote Anna studente alla Miami University (vedi articolo).
Il pomeriggio il caffè lo prendiamo a Little Havana, una città nella città fondata dagli esuli cubani, piena di negozietti colorati e con un circolo dove gli anziani si sfidano a domino (gioco rumoroso) come da noi a scopone. Siamo al Massimo Gomez Park.
Da qui all’areoporto è un attimo e ci imbarchiamo mentre il sole dei Caraibi tramonta, dopo mezza giornata siamo a Malpensa dove sul pullman Stat troviamo, oltre ai nostri cappotti, anche diversi regali. Ogni crocerista riceve infatti una copia del Monferrato (con una pagina di Costa che augura loro il bentornato), il piatto da collezione con riprodotta l’incisione di Laura Rossi dedicata a Chichen Iza e il libro dedicato ai 100 anni del Gruppo Stat.


Il nostro viaggio finisce qui ma dobbiamo però ancora raccontarvi una parte della crociera che abbiamo trascurato per lasciare spazio alle escursioni: la cosiddetta “vita di bordo” a cominciare dall’incontro-cocktail con il simpatico capitano della Costa Luminosa che si è svolto, il 30 gennaio nella grande discoteca della nave.
Era presente lo staff della Luminosa ai massimi livelli: oltre al comandante Ezio Di Nunzio, l’Hotel Director Eduard Puckl e la Guest Relation Manager Monica Renzanico. Dopo il simpatico saluto del comandente (“vi prometto sole fino a Miami” promessa mantenuta), Paolo Pia (AD Gruppo Stat) e Luigi Angelino (Il Monferrato) hanno presentato l’iniziativa sinergica tra agenzia di viaggio ed editore e ringraziato i crocieristi-abbonati per la loro fedeltà.
Il Comandante si è sottoposto a quello che è ormai un rito: le cosiddette “tre domande a...” (dalla rubrica di prima pagina del Monferrato) e si è scoperto che il suo luogo del cuore è Imperia, che il suo piatto preferito non è il pesce come uno si immaginerebbe ma “tutti quelli di carne” e soprattutto che suo Padre Giuseppe ha lavorato all’ufficio dell’entrate di Casale e che quindi conosce bene i Krumiri che gli vengono immediatamente regalati insieme ad una guida del Monferrato e a un’incisione di Laura Rossi (Chichen Iza).

Durante la cerimonia Paolo Pia ha ricordato anche il messaggio del Sindaco di Casale Federico Riboldi che ha chiamato personalmente per salutare tutti i croceristi, non nascondendo una certa invidia per le nostre mete.

Manca più di un’ora alla cena e Pia fa sua la “lezione di Ettore Andenna” ai Costa Day proponendo un “Gioco Senza Frontiere”, si tratta di correre per prendere un fazzoletto dalle mani di Patrizia e rispondere a domande che vanno dal facile al per super esperti. La competizione è accanita e il comandante ci prega di non “sfasciargli la nave”. Per la cronaca vince la squadra capitanata da Lia Mangiavillano.

Durante la navigazione si va anche a teatro, ogni sera una rappresentazione diversa, la sala è sempre affollata: Assistiamo a uno spettacolo di magia e a “Retrò” un viaggio musicale con i successi degli anni 60-80 grazie alla compagnia di ballo e canto della nave. Si fanno partecipa anche ai giochi organizzati a bordo, ad esempio al quiz per indovinare brani musicali, ma raggiungiamo appena la sufficienza (colpa di Shakira e dei Rolling Stones).

La famiglia Pia invece trionfa nel torneo di ping pong . Eliminano francesi e tedeschi e si arriva a una finale padre e figlio: Paolo Pia contro Alessandro Pia. Vince Pia Jr ma di stretta misura (e con un colpo fortunato?).
Sempre per la vita di bordo segnaliamo anche la premiazione di Olga Bonzano sabato 17 come crocerista che grazie al suo alto numero di partecipazioni in Crociere Costa ha raggiunto lo status di Costa Club Perla Oro. Per lei una artistica riproduzione del fumaiolo della nave.

Oltre a quelli già riportati la scorsa settimana, abbiamo festeggiato con tgorta e champagne e coro multietnico: i compleanni di Ornella Capuzzi di Vercelli, Giuseppa La Loggia di Casale, Maria Rosa Bifalchi di Casale, Giovanna Coppa di Casale Popolo, Olga Raimondi Bonzano di Casale, Alessandro Pia, Lia Mangiavilla di Vercelli; gli anniversari di matrimonio di Pier Angelo Amateis e Rita Meranda di Solero, Carlo Raineri e Anna Roman di Vercelli, Roberto Coccarello e Graziella Marchisio di Conzano, Sivia Bertana e Graziano Ciprian di Casale, Palmina Maria Porrati e Celeste Eugenio Canepa di Cuccaro, Maria Cristina Cantatore Sergio e Garlando di Camagna (consigliere comunale) e, ancora una volta, di Simona e Paolo Pia.
All’ultima sera a bordo un dolce in più per tutti grazie alla grande torta con i loghi del Monferrato e della Stat fotografata anche dai crocieristi eztra Monferrato.

Parla un po’ Monferrino anche l’ufficio escursioni dove troviamo Valentina Re di Asti i cui genitori Patrizia e Giorgio sono con il loro banco al Mercato di Casale tutti i martedì.


Infine lasciato per ultimo un episodio curioso relativo all’escursione nei cenotes bessicani, particolarmente avventurosa, che ha previsto animazione, un viaggio in zip line (teleferica) sopra lo specchio d’acqua e una gita in canoa, qualcuno però fa un movimento brusco e c’è un bagno fuori programma per Pietro Picollo, Giuseppe “Remo” Ciocchetti casalesi e Fiorella Ferro casale-genovese. Nessuno si fa male (e c’è il giubbotto di salvataggio) e poi cosa volete che un po’ d’acqua per dei Monferratini con 18 crociere alle spalle.

INTERVISTA AD ANNA BONZANO

Il mondo è piccolo tra Monferrato e Florida. A Biscayne Bay il porto di Miami, la più meridionale e la più grande città della Florida, Olga Bonzano-Raimondi, che fa parte del gruppo dei monferrini (o Monferratini...) in crociera sulla Costa Luminosa, martedì 4 febbraio, ha incontrato la nipote Anna (20 anni) figlia terzogenita (la “piccolina”) di Enrico Bonzano, Ceo (amministratore delegato) di Ibl e Ipan e di Simonetta Ghia titolare della Mandoletta Sas che in questo momento ha in catalogo ben otto etichette: Anna da quando aveva 17 anni studia all’università di Miami business e marketing (può in questo caso ottenere due lauree). Arriva in auto (con difficoltà di parcheggio). Pranzo fronte mare insieme alla nonna con vicino gli amici Renza Pugno e i coniugi Carlo Felice Lupo e Maria Carla Binaschi: abbracci sentiti e scambio di notizie.
Due parole anche per noi con Anna Bonzano una volta tanto senza bisogno di un interprete (che per il gruppo Monferrato-Stat è sempre stato ufficialmente il bravissimo Alessandro Pia).
La prima è quasi ovvia, quella sulla differenza del metodo di studi tra Italia e Miami: “Qui (Usa, ndr) è come un liceo in Italia, sessioni e test tutto l’anno, in ogni caso a chi mi dice vai a Miami e ti diverti rispondo, si studia in modo molto tosto, in più all’inizio c’è la difficoltà della lingua e non solo all’inizio, in questo momento sono alle prese con il diritto...”.
Casale e Miami? “Teniamo conto che io arrivo da fuori Casale (zona Mandoletta, in collina, ndr), in ogni caso, parlando di Casale, siamo la piccola città contro la metropoli e una metropoli che ha mezzo milione di abitanti e sei nell’hinterland... Una città cosmopolita, quindi con tantissime culture, giovane, dove si respira un clima di libertà... In più il clima meteo è eccezionale, qui è estate tutto l’anno”.
Scontata anche l’ultima domande su che cosa le manca dell’Italia.... Risposta: “Senz’altro la mia famiglia, gli amici, poi la cucina, in Italia semplice e buona, qui è molto diversa”. Ha ragione noi non siamo riusciti a finire il nostro piatto di pollo e decine di patatine (avercele ora)...
Per inciso Anna Bonzano non ha mai incontrato monferrini nel suo percorso di Miami e di colpo se ne ritrova una ottantina...