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Chanukkah a Casale
In tanti si sono stretti ancora una volta attorno alla Comunità Ebraica - La lampada di Ruth Beraha
Domenica 14 dicembre tanti cittadini di Casale Monferrato e i tanti amici si sono stretti ancora una volta attorno alla Comunità Ebraica, in occasione della celebrazione di Chanukkah. Un gesto che si rinnova da trent’anni, ma che ha assunto un significato particolare a poche ore di distanza dall’attentato terroristico che ha colpito la comunità ebraica australiana mentre si preparava alla stessa festa. E così le centinaia di persone di fede diversa che hanno gremito i cortili e le stanze di vicolo Salomone Olper hanno finito per portare una testimonianza coerente con la simbologia di questo giorno: di fronte all’oscurità ci si può trasformare in un messaggio di luce.
Il valore della celebrazione casalese è stato ribadito da Daria Carmi, presidente della Comunità Ebraica di Casale che ha accolto gli ospiti all’interno della Sinagoga: “È un momento intimo, di comprensione reciproca. Come in una famiglia possono esserci malintesi, ma ognuno porta il suo vissuto e i suoi desideri affinché diventino parte di una memoria condivisa ricca di significato. A Casale viviamo questa giornata in una dimensione sia pubblica che collettiva, all'insegna della cultura ma anche dell'incontro tra sensibilità diverse, del dialogo tra le istituzioni laiche del nostro territorio e quelle religiose. Ma con lo stesso spirito che tiene insieme le famiglie”.
È proprio sul tema della cultura della memoria – uno dei fondamenti dell’ebraismo – così come sul potere dell’immaginazione che si gioca l’opera al centro del momento della giornata dedicato all’arte. La lampada di Ruth Beraha, che entra a far parte del Museo dei Lumi in questa occasione, ha per titolo I remember firelight and you remember smoke, (io ricordo la fiamma, tu ricordi il fumo). Come spiega l’autrice, tutto nasce da una canzone di Molly Drake, dove una coppia di innamorati ricorda la stessa esperienza in modo diverso e complementare. Il pubblico chiamato ad ammirare l’opera in sala Carmi rimane meravigliato dalla sua concezione originale. È una lampada “sonora” composta da un altoparlante centrale e da altri otto collocati ai suoi lati come zampe di un ragno. Il fuoco è evocato dal rumore dell’accensione dello shammash, il lume che nelle chanukkiot serve poi ad accendere tutti gli altri. Un suono che anche qui si propaga sempre più potente per otto volte fino a completare il ciclo.
L’opera è la 258ª della straordinaria collezione di lampade donate dai più grandi artisti internazionali alla Fondazione Casalebraica ETS e mostrata nei saloni ipogei del complesso. Per il momento, però, sarà in mostra in Sala Carmi fino al 18 gennaio, dove dialogherà con altre due opere di Beraha: oltre al ragno-lampada, c’è un’aquila colta in uno schianto e una marmotta che respinge lo sguardo. Animali rivelatori di una relazione continuamente interrotta tra figura e significato.
L’omaggio dell’arte a questa celebrazione è completato anche da due opere inedite che testimoniano l’affetto degli artisti monferrini verso questo luogo: sono la Chanukkiah “indiana” realizzata da Mauro Galfrè e quella che la giovane casalese Benedetta Pasino ha sviluppato da un percorso personale.
Com’è tradizione la seconda parte della giornata è dedicata alla spiritualità. A introdurla, dopo un minuto di silenzio per commemorare le vittime dell’attentato di Sydney, è Claudia De Benedetti, Presidente della Fondazione Casalebraica. “Venendo qui ci dimostrate che la luce è più forte di quello che è accaduto – esordisce salutando il pubblico nel cortile delle Api.
Prende la parola Adriana Ottolenghi che, insieme a Monsignor Francesco Mancinelli, rievoca la prima accensione pubblica casalese, avvenuta 30 anni fa, e accende il primo lume sulla chanukkiah donata alla Fondazione da Stella Bolaffi. Marcello Vitale accende la lampada principale del cortile recitando le benedizioni e poi lo shammash passa di mano in mano, a cominciare dal Sindaco di Casale Emanuele Capra (presente per il Comune anche il Presidente del Consiglio Comunale Gianni Filiberti).
Nei messaggi inviati dal Centro Islamico di Casale e nelle parole del rappresentante del Co.Re.Is. di Torino, Idris Abd Al-Razzaq Bergia, c’è la ferma condanna della violenza e del fanatismo religioso. Alla pace e alla luce invita anche Stefania Dolce, in rappresentanza della Chiesa Avventista del Settimo Giorno. Sono presenti i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine, insieme alle delegazioni di ANPI, Protezione Civile, Associazione Alpini, mentre per il Comune di Moncalvo c’è un vecchio amico della Comunità: Aldo Fara.
Non è però solo un’occasione istituzionale. È una vera festa con tanti aspetti della tradizione che attendono di essere rispettati. Come lasciare che siano soprattutto i bambini ad accendere le chanukkiot sparse per il cortile. E poi che tutti apprezzino l’offerta agli ospiti dei dolci della tradizione legata a questa festa. Immancabili i sufganiot, i croccanti e il castagnaccio. Anche questo è stare in famiglia.
Alberto Angelino
FOTO. La lampada di Ruth Beraha (sullo sfondo con Daria Carmi)






