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Da Cocconato ad Asti un secondo vescovo

I prelati monferrini, ricerca di Aldo Timossi (10)
Stando alla cronotassi diocesana, Corrado Cocconato è vescovo di Asti dal marzo 1260, pur se nei documenti appare come “vescovo eletto” già in febbraio. Succede a Bonifacio, probabilmente cugino, proseguendo il controllo della Chiesa astigiana da parte dei signori di Cocconato, grazie anche all'appoggio di un altro parente, Uberto di Cocconato, cardinale dal 1261. Come "Conradus de Cochonato acolitus" è citato nel 1243 fra i componenti del Capitolo di Vercelli.
Nei documenti relativi all’epoca, si citano parecchie attività di concessione feudi e benefici di varia natura, a testimonianza dell’impegno per mantenere fedeli alla propria causa le famiglie nobili. Sono tempi di evoluzione politica, crescono i comuni diventando in qualche caso robusti centri di potere, in Piemonte si sviluppano le signorie territoriali in particolare i Saluzzo e i Monferrato, stanno espandendosi i Savoia. Comprensibile che anche monsignor Corrado presti molta attenzione a rinsaldare i diritti vescovili , al tempo stesso preoccupandosi degli affari e delle proprietà di famiglia. Deve addirittura guardarsi dallo stesso comune di Asti, che per fortuna è impegnato a sua volta nel gioco di alleanze/contrasti con città come Cuneo. Non poche preoccupazioni per l’avvento degli Angioini: se Carlo d’Angiò è legato al Papato per via del dominio nel Regno di Sicilia, in Piemonte gli ufficiali angioini hanno occupato non pochi luoghi di spettanza vescovile, e solo grazie all'interessamento del cardinale Uberto, nel 1270 Corrado rientra in possesso di parte dei beni che gli sono stati sottratti.
Per quanto riguarda il governo più specificamente ecclesiastico della diocesi, interviene nell'infeudazione di decime e nella scelta dei sacerdoti per le chiese periferiche; favorisce l’insediamento dei Carmelitani “concedendo un sito dietro le mura, tra il Castel Vecchio e il castello dei Varroni”, nella parte alta della città verso nord.
Particolare impegno per la ricostruzione del campanile della cattedrale, crollato ad inizio secolo e rifatto con un triplice finanziamento: una parte iniziale di denari donati da un certo “devotus Ghigo”, l’autorizzazione dalla Santa Sede (bolla del 13 luglio 1266) per prelevare dalle casse vescovili “fino a mille lire astesi”, la generosità del clero e dei fedeli della diocesi ai quali Cocconato rivolge un “precetto”, di fatto un’ingiunzione pur in “virtù di santa obbedienza”, a raccogliere elemosine e fare collette. Una lapide di pietra scura è incastrata nel campanile stesso, e reca incise in gotico il ringraziamento al “DEVOTUS GHIGO”, sedente sulla cattedra di Asti “PRESULE CUNRADO”.
Sempre “nuove ribellioni scoppiate nei luoghi sottoposti e le continue controversie, mai del tutto sopite, con il Comune di Mondovì”, tengono occupato il vescovo Corrado fino al termine del cammino terreno, il 31 ottobre 1282.
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FOTO- Lapide di ringraziamento a Corrado (Prensule Cunrado) sul campanile della cattedrale di Asti