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Giovedì in streaming con i Musei del Piemonte

Antoine de Lonhy è tornato, Vezzolano ritrova le sue tavole perdute - Intervento di Anna Rosa Nicola
Giovedì 25 alle 16,30 la  Direzione regionale Musei del Piemonte organizza una conferenza in streaming su una vicenda artistica che ultimamente ha appassionati i cultori dell’arte dal titolo “Antoine de Lony è tornato, Vezzolano, ritrova le sue tavole perdute, è iniziata la rinascita delle opere”. Tra i partecipanti  Maria Elena de Filippis, direttrice regionale dei Musei piemontesi e Anna Rosa Nicola direttore tecnico della Nicola restauri di Aramengo.
Riguarda due grandi tavole lignee della fine del Quattrocento riscoperte ad Aramengo e riconosciute (dallo storico dell'arte Giovanni Romano alla cui memoria è dedicato il restauro) come provenienti dalla abbazia di Vezzolano. Una storia intricata. 
Noemi Gabrielli la “Sovrintendente di ferro” di Piemonte e Valle d’Aosta a metà degli anni 50 fa ritirare le tavole  da Vezzolano perché erano in pessime condizioni conservative  per farle restaurare.  Le tavole vengono consegnate a Ettore Patrito grande restauratore di cui lei ha molta stima che era anche il maestro di Guido Nicola (altro grande restauratore, creatore del complesso di Aramengo, scomparso nel 2015).
Patrito  fa un intervento d’urgenza, applica sulla superficie delle veline per scongiurare la caduta del colore, tutto sollevato e in procinto di cadere. Separa le tavole (assi) che compongono il supporto per poter eseguire alcuni lavori di ebanisteria ma poi per qualche motivo i lavori si fermano (mancanza di risorse?) restano nel laboratorio di Patrito in queste condizioni
Nel 1980 Patrito muore e lascia tutto al Cottolengo che si era preso cura della figlia, portatrice di handicap. 
Le opere d’arte vengono vendute all’asta e acquistate da antiquari ma queste tavole non sono riconosciute come tali.
Guido e il figlio Gian acquistano all’asta tutto il materiale e le attrezzature di laboratorio: cavalletti da pittore, macchina per raggi X , macchina per scopia, lampada di Wood, lampada ai vapori di mercurio, maschere a gas, occhiali protettivi per l’UV, tutti i reagenti, gli alambicchi, i vetri del laboratorio chimico. Questi ultimi molto cari a Gian Luigi che quando era bambino andava con papà da Patrito e per lui il laboratorio che aveva in soffitta a Torino nel Palazzo Graneri in Via Bogino aveva un fascino magico...
Ci dice oggi Anna Rosa Nicola, sorella di Gian: "Al momento di caricare una suora disse a papà e Gian di guardare se tra quanto  stava  per essere smaltite ci fosse stato qualche oggetto che poteva essere utile. Tra le tante cose (Patrito aveva anche una fabbrica di giocattoli di legno) c’erano queste “assi” velinate sul davanti. Papà e Gian  pensarono di prenderle,  per usarle come materiale per esperimenti di lavoro. Le tavole furono portate come tutto il resto in laboratorio. Qualche tempo dopo le vide Gianni Romano (storico dell'arte, ndr) che ci chiese di togliere le veline per poterle osservare meglio. Rimuovere le veline fu un’impresa, erano attaccate con colla animale molto indurita,  erano in quella situazione  ormai da oltre trent’anni. Romano tornò a vederle un paio di volte, senza esprimersi. Un giorno, verso il 2010 arrivò in laboratorio insieme a giovani colleghi. Chiese imperativamente di rivedere le tavole, che erano ancora lì, al loro posto.  Capii che aveva intuito qualcosa, ma ancora una volta non ci disse nulla sulla provenienza. Noi siamo contenti che tornino a Vezzolano,  ho un forte legame con Vezzolano per il presepe (che la Nicola vi organizza ogni anno, con notevole successo, ndr). Unica cosa che abbiamo chiesto è di poter essere noi a restaurarle, dopo averle salvate e conservate per 40 anni e siamo felici di poterlo finalmente fare. Il costo del restauro  per metà sarà sostenuto dalle offerte raccolte attraverso l’associazione La Cabalesta di Castelnuovo Don Bosco con l’esposizione del  presepe a Vezzolano (fin dalla prima edizione nel 2012, tutte le offerte raccolte sono destinate ad opere d’arte da salvare, abbiamo già restaurato  tre reliquiari, un dipinto, una pergamena, un pastorale provenienti da Vezzolano e un dipinto proveniente da L’Aquila danneggiato dal terremoto)...".
Per la parte di finanziamento mancante a dicembre la Cabalesta aveva iniziato una campagna di raccolta fondi che si è conclusa felicemente  e molto prima del previsto grazie all’adesione di molte persone e soprattutto ad un contributo sostanzioso della Fondazione Eandi di Torino. Le tavole 1,80 metri di altezza per 1,10 di base erano ante di una teca che custodiva  il gruppo scultoreo in terracotta sull’altare della chiesa di Vezzolano (tra l'altro due angeli di quest'altare sono esposti al Museo di Casale).
Da aggiungere che tutta l’operazione non sarebbe partita se non ci fosse in programma una mostra su Antoine de Lonhy che sarà allestita prossimamente a Susa e a palazzo Reale di Torino da  Vittorio Natale, curatore insieme a Simone Baiocco.
 
Le tavole di Vezzolano, che sono state “riscoperte”  sono state chieste in prestito per la sede di Susa. Qui verrà infatti ricomposto quanto sopravvive del grandioso altare maggiore della chiesa di Sant’Orso di Aosta, oggi diviso tra la stessa Collegiata, la Parrocchiale di Champoluc, la Parrocchiale di S. Rocco ad Aosta, Il Castello di Issogne e Palazzo Madama. L’altare, dipinto da Antoine e scolpito su suo disegno nella prima metà degli anni ’80 del Quattrocento, preannuncia l’altare di Vezzolano sia per la compresenza di sculture nella cassa centrale e di ante mobili dipinte, secondo modelli di origine nordeuropea. Il ritrovamento delle tavole di Vezzolano  aiuta quindi -sottolineano i curatori-anche a meglio riposizionare nella composizione scolpita e dispersa proveniente da Aosta gli angeli intorno alla Vergine Assunta. Una scoperta o riscoperta che contribuisce a far fare ulteriori passi avanti alla storia dell'arte non solo piemontese. Antoine de Lonhy,  documentato dal 1446 in Borgogna e morto verso il 1490 nel Ducato di Savoia, è stato un grande pittore e miniatore, a livello europeo, ad esempio gli è attribuito il rosone della Basilica del Mare a Barcellona.
l.a.
Giovedì 25 Febbraio ore 16.30
conferenza in streaming gratuita tramite il link:
Intervengono:
Elena De Filippis, direttrice regionale Musei Piemonte
Valentina Barberis, direttrice dell’Abbazia di Vezzolano
Anna Rosa Nicola, direttore tecnico del laboratorio Nicola Restauri con sede ad Aramengo
Maurizio Pistone, presidente dell’Associazione la Cabalesta
Lidia Brero, presidente della Fondazione Enrico Eandi
FOTO. Prima pulitura dei dipinti di Vezzolano al laboratorio di Aramengo da parte di Nicola (Nick) Pisano.
 
PER SAPERNE DI PIU'.
La Direzione regionale Musei Piemonte ha sede all’interno di Palazzo Carignano, in via Accademia delle Scienze, 5 – Torino.

Ad essa afferiscono move   musei e luoghi della cultura:

Palazzo Carignano – Torino
Villa della Regina – Torino
Complesso monumentale del Castello e parco di Racconigi – Racconigi (CN)
Complesso monumentale del Castello ducale, del giardino e parco di Agliè – Agliè (TO)
Castello di Moncalieri – Moncalieri (TO)
Castello di Serralunga – Serralunga d’Alba (CN)
Forte di Gavi – Gavi (AL)
Abbazia di Vezzolano – Albugnano (AT)
Abbazia di Fruttuaria – San Benigno Canavese (TO)