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Due concerti al Vivaldi
Sergio Lanza presenta il programma di venerdì
Subito dopo la conclusione degli appuntamenti di Casta Diva con la conferenza-spettacolo "Le femmine d'Italia" e il Convegno "Donne tra drammaturgia, gesto, musica e scene nell'opera italiana tra Barocco e Illuminismo" proseguono gli appuntamenti di settembre al Cpnservatorio alessandrino "Vivaldi" con due eventi che rappresentano due viaggi musicali: il primo di venerdì 26 settembre dalle 17 sarà una tavola rotonda e un concerto che concludono il ciclo della Musica Contemporanea SCAMO 25 (Suonare, capire la musica d'oggi), organizzata dal Conservatorio con il Contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e il secondo dal titolo "Musica e parola" di sabato 27 settembre alle ore 18 presso la Chiesa di San Lorenzo (via S. Lorenzo, 27 - Alessandria) che rappresenta una nuova tappa del viaggio nella Musica barocca della rassegna il Cantiere di Orfeo.
Venerdì 26 settembre 2025, presso l'Auditorium Pittaluga (via Parma, 1 – Alessandria) dalle ore 17 al Conservatorio Vivaldi inizierà una giornata dedicata alla Musica Contemporanea con una TAVOLA ROTONDA sulle poetiche dei compositori Luciano Berio e Pierre Boulez in cui i relatori condivideranno le loro esperienze di riflessione, analisi e performance riguardo agli Autori. Tra gli ospiti interverranno: Kilian Schwoon (docente di Composizione Elettroacustica alla Hochschule für Künste di Brema); Sergio Lanza (docente di Composizione al Conservatorio Vivaldi di Alessandria, nonché organizzatore della rassegna SCAMO); Innocenzo Iannitelli (docente di Teoria dell’Armonia e Analisi al Conservatorio Vivaldi di Alessandria); Federico Favali (docente di Teoria dell’Armonia e Analisi presso lo stesso Conservatorio.
A seguire dalle 19,00 il concerto conclusivo della Rassegna SCAMO, che si aprirà e con un omaggio al compositore italiano Bruno Maderna, interpretato come tutti gli altri pezzi dagli allievi del "Vivadli" e in questo caso dalle viole di Bruno Maderna e Margherita Fratini. A seguire, l'attenzione si sposta su Luigi Dallapiccola, di cui verranno eseguiti i "Due Studi" con il violino di Shuoyuan Zhang e il pianoforte di Yuci Liu. La musica di Dallapiccola prosegue con la "Tartiniana seconda", un altro brano del compositore, che sarà eseguito da Fabio Alessandro Valera Casasanta al violino e Riccardo Glinac al pianoforte. Il concerto proseguirà con i "Canoni" di Giorgio Federico Ghedini, eseguito dal violino di Enrico Lucchetti e dal violoncello di Gaia Abaclat, quindi i pianisti Nicolò Gadaleta, Sara Marchetti e Gabriele Ciaccia, che proporranno i "6 Encores" di Luciano Berio. La conclusione sarà con "Dérive 1" di Pierre Boulez. Sotto la direzione di Elia Fumagalli, un'ensemble di musicisti darà vita a questa complessa composizione: Jacopo Cavalotti al flauto, Marco Robba al clarinetto, Alessandro Primuli al violino, M. Claudio Merlo al violoncello, Matteo Montaldi al vibrafono e M. Francesco Pasqualottoal pianoforte.
Il professor Sergio Lanza responsabile della rassegna presenta così il programma:
Il brano dal titolo Viola (o viola d'amore) del 1971 e dedicato all'amico Aldo Bennici, è un bell'esempio di quella tensione verso il canto che ha caratterizzato tanta produzione di Bruno Maderna e che traspare da brevi frammenti melodici, note tenute e vibrate. A contrastare questa tensione interviene una scrittura concitata, fatta di gesti rapidi, quasi a inseguire una fisiognomica burbera, nevrotica, ironica, in ogni caso teatrale, che rimanda ai personaggi del Teatro dell'Arte, ad Arlecchino, alla sua Venezia.
Gli Encores per pianoforte sono l'ultimo brano di Berio che presentiamo in questo ciclo che lo ha visto protagonista. Nati in modo occasionale, per pianisti amici, sono brani scritti in anni anche molto distanti tra loro: Brin (1990), Leaf (1990), Wasserklavier (1965), Erdenklavier (1969), Luftklavier (1985), Feuerklavier (1989).
Ben caratterizzati da una scrittura che unisce sperimentazione e memoria storica, questi pezzi sono poi stati riuniti da Berio nel 1990 sotto il titolo di Encores che vuol dire "bis" poiché Berio pensava che potessero eventualmente essere utilizzati dai pianisti in questo modo, cosa che in effetti è anche avvenuta.
La sensibilità per la memoria storica e il gusto per la rielaborazione/ripensamento del passato musicale arrivò a Berio in linea diretta dal suo maestro Luigi Dallapiccola, di cui ascoltiamo stasera la Tartiniana seconda e i Due Studi, entrambi per violino e pianoforte. La Tartiniana seconda è un pezzo del 1956 composto da una suite di brani scritti a partire da temi della Sonata VII del compositore barocco, di origine istriana come lui, Giuseppe Tartini ed è articolato in 4 tempi:
1. Pastorale, 2. Tempo di bourrée, 3. Presto, 4. Variazioni (7).
I Due Studi sono un brano del 1947 scritto con la tecnica dodecafonica che esprime tuttavia chiaramente anch'esso, nei due tempi in cui è articolato, un evidente riferimento alle forme del passato: 1. Sarabanda, 2. Fanfara e Fuga. Lento e meditativo il primo, mosso e ritmato il secondo, sono entrambi caratterizzati da grande intensità espressiva.
Altro maestro di Berio fu Giorgio Federico Ghedini, poco più anziano di Dallapiccola. Cercò una sua via al Modernismo meno rischiosa e sperimentale, fortemente ancorata alla musica del passato, soprattutto rinascimentale e barocco. I suoi Canoni per violino e violoncello del 1946, sono divisi in due tempi: I Adagio (alla 2a inferiore, per moto contrario) - Meno sostenuto (alla 4a inferiore) II. Allegretto moderato (canoni diversi). La sua scrittura sapientemente contrappuntistica intesse un serrato dialogo tra i due archi che, seguendo la forma del "canone", si rimandano continuamente l'un l'altro un materiale melodico non privo di piacevoli sorprese.
Dérive I per sei strumenti è un brano composto da Perre Boulez nel 1984. Il suo titolo, semanticamente ambiguo come in italiano, si riferisce tanto alle derive marine, che evocano strascichi e abbandoni alle onde, quanto al concetto di derivazione, quando da una cosa ne nasce un'altra. E in effetti tutta la musica di Boulez è fortemente improntata a questa seconda accezione di 'deriva' poiché per tutta la vita egli ha continuamente ripreso, rivisto, rielaborato e ripensato i pezzi che andava componendo (a questa Dérive I seguiranno una Dérive II e una Dérive III).
Tuttavia ad ascoltare il brano, la messe di trilli, tremoli, acciaccature – già "ornamenti" nella musica barocca che qui invece si fanno sostanza – e le risonanze di suono liquide, del pianoforte e del vibrafono che tutto avvolgono, portano inevitabilmente l'immaginazione verso la deriva nella prima accezione, con il suo fluire lento, continuo ma anche inquieto
Sabato 27 settembre alle ore 18 presso la Chiesa di San Lorenzo (via San Lorenzo, 27 - Alessandria) sarà invece la volta del concerto di musica barocca "Musica e parola" uno degli appuntamenti della rassegna di Musica Antica Il Cantiere di Orfeo, organizzata dal professore di liuto del "Vivaldi", Michele Carreca, che rappresenta ... il momento conclusivo dell'omonimo laboratorio, che ha avuto per oggetto il rapporto tra testo e musica nell'Italia del Seicento, in particolare rispetto all'influenza della nova pratica monteverdiana circa la maniera di suonare gli strumenti e di concepire i brani, pur nel contesto teorico-pratico del contrappunto.
Il programma ruota attorno alla musica di Monteverdi, affiancato da compositori attivi in area piemontese, con l'eccezione di Girolamo Kapsperger per i brani strumentali.
L'alternanza tra brani a voce sola e brani polifonici mette in risalto la necessità espressiva della parola, delle immagini e degli affetti che evoca, per compositori, musicisti e ascoltatori.
La distanza temporale che ci separa dalla concezione delle opere è resa ininfluente dalla resa sonora della musica, che si percepisce come attuale e contemporanea.
Il programma del concerto inizia con un omaggio a Claudio Monteverdi, uno dei massimi compositori del periodo, e al suo capolavoro L'Orfeo. In particolare, verrà eseguito il suggestivo Prologo, noto anche come "Musica". Si potranno ascoltare poi i brani di Sigismondo D'India, tra cui "Cara mia cetra" e "Ben è ver ch'ei pargoleggia",oltre a "Io ardo e l'ardor mio" e "Ahi Filli non credevi".
L'atmosfera si fa più intima con la delicata "Laura mentre ti bacio" di F. Tresti e il "Passacaglio" per chitarra di Giovanni Girolamo Kapsperger, un virtuoso del liuto che ha lasciato un segno indelebile. Di Kapsperger sarà eseguito anche un altro brano che porta il suo nome.
Il programma include anche il "Dialogo a quattro: Mirtillo et Amarilli" di E. Radesca e il brano "Soave libertate" di Monteverdi, a cui si affianca una "Moresca" sempre del compositore cremonese.
Il concerto si avvia verso la conclusione con due capolavori di Monteverdi: il celebre "Lamento della Ninfa", un'intensa e commovente pagina musicale, e "Zefiro torna", un brano ricco di vivacità. La serata si chiude con "Presa fu l'alma al laccio" di D'India.
Anche in questo caso i brani saranno eseguiti dagli allievi iscritti al Dipartimento di Musica Antica del "Vivaldi" che formano l'ensemble musicale a geometria variabile Il Cantiere di Orfeo". Per l'occasione l'ensemble sarà formato da Giada Ghiglino, soprano; Leonardo Sacconi, Andrea Nanfria, tenori; Danilo Pastore, controtenore; Marco Grattarola, basso
Ziyu Zhang, Shuoyuan Zhang, violino; Alessio Calabrese, tiorba; Carlo Gomiero, arciliuto
Alessandro Pisa, tiorba; Davide Donelli, chitarra barocca; Andrè Lislevand, viola da gamba; Michele Carreca, tiorba e direzione artistica.
FOTO. Michele Carreca






