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''Tre visioni della geometria”

Inaugurazione al Castello - Opere di Sergio Colussa, Rino Sernarglia, Massimo Salvadori

 ''Tre visioni della geometria” è il titolo della mostra inaugurata venerdì nelle sale del Castello di Casale Monferrato di  Sergio Colussa, Rino Sernarglia, Massimo Salvadori, a cura di Giovanni Granzotto e organizzata da Verso l’Arte in collaborazione con Matteo Ragni arte contemporanea e Studio d’arte GR.

La mostra è stata presentata dall’assessore alla cultura Gigliola Fracchia, dal prof. Giovani Granzotto che ha ritagliato una breve lettura del progetto e degli artisti nelle loro dimensioni di ricerca della forma geometrica ed opticall e da  un saluto di  Colussa e Massimo Salvadori artista casalese (1960) riconosciuto già a livello nazionale per la sua ricerca costruttivista Opticall. Il percorso visivo della mostra ci porta nel mondo della ricerca degli anni '60 e '70 dell’arte programmata e cinetica dove una parte dell’avanguardia non rinunciava al racconto estetico pittorico ma lo estendeva ad una ricerca formale della forma geometrica e matematica verso l’illusione ottica e mentale della dimensione infinita dello spazio e della sua manipolazione pragmatica ed emotiva.

Rino Sernaglia maestro scomparso nel 2018 fa parte di quella generazione di artisti nati negli anni '30 che negli anni '60 hanno rivoluzionato la ricerca estetica trovando nel dialogo luce-spazio-forma quella soluzione concretista dalla non figuralità rigorosa in un percorso di purificazione vero e proprio, nascono cosi le opere “processo di purificazione giallo 1971” che era in sintonia con il MAC Milanese e Torinese ma soprattutto pensava ad Albers ed a una nuova visione della luce. Ma è sulla luce che l’artista negli anni 70 e 80 inventa i suoi “positivo-negativo” trovando nella luce assoluta di quei lavori una riconoscibilità irradiante che Granzotto la definisce “perfetta”. Nei lavori di Sergio Colussa esiste un percorso metafisico,intellettuale prima di arrivare all’essenza delle forma importante, da “notte di luna” del 83 dove le forme raccontano ancora il ricordo di una realtà lacerata prolungata verso l’infinito, cercando nella natura e nella sua purezza la forma di nuove verità. Ma è nel nuovo secolo che il maestro trova nel frammentare piccole realtà nei limiti geometrici di forme quadrate o irregolari abbandonati come ricordi della mente , come sogni filtrati dalla razionalità della forma , nascono cosi Parigi del 2015, sino ad arrivare alle raffinate tonalità di “Ponte sulla nebbia “ del 21 .

Nella sezione di Massimo Salvadori troviamo sin dalle opere degli anni '90 una rilettura di un dei fondatori della Op –art l’artista Ungherese Victor Vasarely o Briget Riley ma nel suo viaggio creativo l’artista mette tutto se stesso in sintonia perfetta con lo spirito Bauhaus che coinvolge questo linguaggio, la ricerca di un equilibrio perfetto delle forme, coinvolgendo la sua importante esperienza musicale nel muoverle secondo alchemiche onde invisibili . Nel tempo le strutture si moltiplicano, sembrano cerchino in maniera autonoma di improvvisare situazioni diverse in ogni momento, grazie non solo ad una ricerca formale raffinatissima ma anche cromatica lo vediamo nell’opera N3R80 del 2016 dove se lo sguardo rimane centrale si riesce ad avere l’illusione del movimento dei triangoli che diventano cubi e corrono verso l’infinito attraversando la nostra emozione, coinvolgendoci nel vortice del rombo che contiene l’opera. Eclatante anche l’ultimo periodo dove le forme si assottigliano per dare spazio alla luce , al silenzio del segno-nota ripetuta nello spazio di ogni anima universale.

La mostra prosegue sino al 19 febbraio 2024

Piergiorgio Panelli

-foto Luigi Angelino venerdì alla inaugurazione