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Il nuovo Messia e la Madonna Rossa

E l'eresia arriva a Viarigi....

 

“Il nuovo Messia e la Madonna Rossa” è l’ultimo libro di Roberto Gremmo (ed. Storia Ribelle, Biella). Narra dell’eresia di Francesco Grignaschi che arrivò in Monferrato dall'Ossola ed ecco i ‘magnetizzati' di Viarigi, diocesi di Casale. In anticipo un capitolo

A Viarigi, grazie al ‘Nuovo Messia’ i 57 giorni del “Mese Mariano” del 1847 erano diventati un tempo di grande fervore religioso che aveva coinvolto centinaia di popolani dei borghi delle colline.

Un tal prete Ercole giunto in paese per controllare cosa succedeva era rimasto di sasso quando nella modesta canonica del sacerdote Lachelli s’era trovato di fronte ad una gran folla che si apprestava alla funzione religiosa, mentre una banda suonava una musica celestiale.

S’era infatti creato un clima di contagioso misticismo dove “sognavano tutti”: la salvezza, la liberazione, la fine dei dolorosi patimenti terreni.

Fra quelli che cominciavano a venerare il ‘Nuovo Messia’ non c'erano solo inevitabili “donnette, baciapile, bacchettone, vecchi cadenti, persone rozze, ragazzi” bensì “giovani ardenti, uomini nella virilità, o non ciechi d'intelletto, ma alcuni anzi svegliati e colti, non irreligiosi” e poi “reverendi sacerdoti, zelanti pastori, quasi ormai imbiancati nel curare il loro gregge con evangelica carità”.

Eppure, un anno dopo, quando per quei fatti si celebrò un lungo e clamoroso processo penale a Casale, l'esimio avvocato dei poveri conte Balestrero faceva notare che il mese mariano ‘grignaschino’ aveva anche prodotto “portentosi, salutari effetti” almeno sul piano della morale con un diffuso e benefico “ritorno alla virtù”.

Quando il sacerdote Accattino aveva rivelato al collega Lachelli che il ‘Mistero Grignaschi’ si racchiudeva in una idea di salvazione, in Viarigi tutto era cambiato e s’erano verificate “le innumerevoli ed istantanee conversioni di peccatori anche i più ostinati di ogni età, sesso, e condizione, per cui si riconciliarono tra di loro i nemici anche i più accaniti, si abbandonarono amicizie scandalose, si unirono in santa pace famiglie già da lungo tempo in disunione, si lasciarono perfettamente bettole, giuochi e bestemmie, e persino i ragazzi, che prima erano discoli e così dissipati, che disturbavano sempre le funzioni parrocchiali diventarono talmente divoti e raccolti, che sembravano in chiesa tante statuette e non mi diedero mai più motivo di sgridarli”.

Erano diventati tutti un po’ santi e parecchi fedeli “assicuravano di avere riconosciuto per divina ispirazione il don Grignaschi per Gesù Cristo chi mentre pregava, chi mentre lavorava, chi mentre don Grignaschi predicava, chi mentre celebrava la santa Messa, chi mentre distribuiva la santa Comunione”. 

Questo pensiero stupendo maturava dopo un breve incontro del prete carismatico coi contadini che “si trovarono nel punto stesso perfettamente convertiti, si abbandonavano alle lagrime, all'orazione la più fervorosa, si riconciliavano coi nemici, lasciavano le occasioni pericolose”.

Secondo il sacerdote Lachelli, vi furono “moltissime visioni di varie persone divote di ambi i sessi, tra i quali anche qualche laureato, relative a questo preteso mistero, molte scrutazioni di cuori, che si attribuivano a rivelazioni speciali della Madonna, senza il menomo sospetto che dovessero attribuirsi a qualche altra occulta potenza, conversioni senza numero di peccatori di ogni età, sesso e condizione avvenute istantaneamente appena abbracciata una tale credenza, per cui si vide una popolazione numerosa quasi intiera totalmente cambiata con istupore di tutti; e conversioni non già passeggiere, ma stabili, molte delle quali durano ancora al giorno d'oggi”.

Poteva bastare ?

Lo straordinario carisma di Grignaschi aveva suscitato ed introdotto nelle menti la ‘salvazione’ ed un’attesa apocalittica gioiosa, perchè liberatoria.

Al punto che influì persino sulla vita quotidiana anche se nessuno abbandonò i duri lavori in campagna perché Lachelli disse chiaramente che vennero “sempre eseguiti colla stessa precisione, colla quale si fecero negli altri paesi”.

E v'è ben da credergli: il contadino ha sempre la terra sotto alle unghie.

Questo non gl’impediva d’esaltarsi per la prodigiosa fede d’attesa d’una nuova vita che sarebbe immancabilmente giunta dopo la fine del mondo peccaminoso.

Al processo, l'accusa sostenne che Grignaschi, aiutato dalla Fracchia, “abituava gli affiliati ai baci e ad abbracciamenti che aprono la via al diletto sensuale, e sotto il manto di una pietà straordinaria, faceva credere che a Gesù Cristo tutto fosse lecito perfino la fornicazione e l'adulterio, facilitando così a se medesimo i mezzi di soddisfare la propria lussuria”.

Dunque, oltre a tutto il resto, c'era anche una malcelata libertà sessuale ?

L'accusatore Minghelli se ne disse convinto sostenendo che gli adepti del ‘Mistero’ s'erano imposti il segreto “non già perchè non si divulgasse la credenza, ma perchè non si appalesassero i baci e gli abbracciamenti che al Grignaschi piaceva di fare, ma soprattutto alle donne”. 

Il pubblico ministero non riuscì a provare più di tanto questa accusa ma dovette anzi ammettere che c'era ben altro perché anche lui, l'esimio avvocato Minghelli s'era incuriosito andando in incognito in Viarigi a “vedere le scene notturne degli affiliati al mistero” anche se poi non assistette ad orgiastiche congreghe, bensì ad estasi, fremiti, salti, contorsioni “le quali dicevano essere le scene dei patimenti che assumevano per scemare quelli riservati al loro Grignaschi”. 

All'accusatore parvero solo una serie di “scene burlesche” fatte apposta per ingannare gli ingenui. 

Non aveva neanche torto, perchè il mondo è tutto un teatro e noi siamo i burattini.

Però l’avvocato mostrava di non aver capito che in quella ‘partecipazione’ c'era una forza immensa. 

Permetteva a quei miseri di sottrarsi alla realtà che li opprimeva, rifugiandosi in una dimensione spirituale che dava loro un’intensa emozione.

Ecco perchè “furono tutti sognanti ed illusi”, almeno finché durarono quegli straordinari 57 giorni di primavera in cui estasi liberatoria, ‘magnetizzazioni’ e fanatismo oltre a paradossali credenze di penetrazione del divino nei corpi umani portavano quei popolani a riconoscere in don Grignaschi il ‘Nuovo Messia’ ed a venerare il suo sangue come una reliquia.