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Agate alla Filarmonica per il ciclo “Le dimore del quartetto"

Il quartettometro segna un bell'8

Non saremo mai troppo grati all'Accademia Filarmonica per aver organizzato questo “campionato mondiale juniores” dei quartetti d'arco che ormai costituisce da due anni parte della stagione musicale

La partnership con Gianpaolo Bardazza (Idea Valcerrina) ha contribuito a portare i famosi concerti de “Le dimore del quartetto” in luoghi altrettanto eccezionali del territorio “Un modo anche per far scoprire il Monferrato nella sua interezza a chi lo conosce meno – sottolinea Serena Monina, Presidente dell'Accademia Filarmonica. In effetti la platea di questo terzo concerto è ricca di ospiti tedeschi persi negli affreschi del Guala di Palazzo Treville. Sì perchè questo terzo appuntamento è proprio nella sede della Accademia Filarmonica di Casale, quella fondata nel 1827 per intenderci: Beethoven, aveva lasciato la Terra solo 8 mesi prima e buona parte della musica che sarebbe stata rappresentata in queste stanze non era nemmeno stata concepita.

Ad esibirsi, sabato 25 maggio, è un quartetto francese, anche se residente per studio a Berlino, hanno scelto di chiamarsi “Agate” come l'ultimo amore di Brahms, però il look è esattamente quello che ti aspetti da musicisti francesi belli, bravi e un po' ribelli: total black, senza cravatta, intonato a facce da attore noir, con l'aggiunta di un violoncellista dal ciuffo sbarazzino. Il carattere è simpaticissimo, soprattutto quando sfatano uno dei pregiudizi più radicati sui francesi e si rivolgono al pubblico in Italiano....

Volano alto...

....se c'è un pregio di questo quartetto è il ritmo, indispensabile se vuoi fare il “Razumowsky” (conte dedicatario del quartetto beehtoveniano) che nell'Allegro ha questi attimo di sospensione collettiva, dove devi essere un metronomo per riattaccare in sincrono. Per non parlare dell'adagio con quel suo ticchettio regolare da pendola che scandiscono così bene. Delizioso poi il pizzicato con cui si ripropone il tema del quartetto di Debussy nel secondo tempo, sembra davvero di sentire quelle percussioni giavanesi che tanto influenzarono il compositore francese in questo periodo.

A Mario Patrucco, lo scomparso critico de Il Monferrato a cui corre il pensiero ogni volta che vediamo un archetto in Filarmonica, sarebbe piaciuto Raphael Pagnon alla viola. In ogni momento da solista, eccolo il suono perfetto per questo strumento: morbido capace di riempire i vuoti con una voce quasi umana....

Sommando il tutto il nostro quartettometro segna un bell'8. Voto alto, ma che li mette al terzo posto, facendo rimanere invariato il primato dei “Berlino-Tokio”....

Alberto Angelino 

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FOTO. Applausi finali nel salone d'onore della Accademia Filarmonica (palazzo Treville) sabato a Casale (f. Luigi Angelino)