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Quartetto Berlin – Tokio al Castello di Giarole

Ineccepibile il primo violino, Tsuyoshi Moriy

Va bene, per il momento sono in testa loro: il quartetto Berlin – Tokio, protagonista del secondo appuntamento con l'Accademia in Monferrato, ovvero la stagione dell'Accademia della Filarmonica itinerante tra palazzi e castelli grazie al sodalizio con “Le dimore del quartetto”.

Quattro quartetti per quattro appuntamenti che noi abbiamo un po' trasformato in un gioco per decretare quale sia il migliore. Sabato 11 maggio la rassegna faceva tappa al Castello di Sannazzaro di Giarole. Nella chiesa del maniero, tra pale del Moncavo e affreschi del '400 a fare gli onori di casa c'era Serena Monina, presidente dell'Accademia Filarmonica. (tra gli ospiti il sindaco di Casale Titti Palazzetti, ndr).

L'unico appunto che si potrebbe fare a questo quartetto è il nome: va bene che ci sono due giapponesi e tutti hanno studiato a Berlino, ma non rende giustizia al secondo violista israeliano e al violista sloveno.

E' vero però che il primo violino, Tsuyoshi Moriya, merita il nome grande in cartellone: è semplicemente ineccepibile in ogni situazione. Viene in mente Mario Braga che dice a Verdone “questa mano pò esse de fero o pò esse nà piuma”: ecco lui è capace di realizzare velocissimi e delicatissimi arpeggi, dove si sente distintamente ogni nota, oppure invadere l'intero spazio sonoro con una strappata su tutte le corde, come se mettesse le mani su un organo a canne. Parimenti Ruiko Matsumoto al violoncello è un motore, un po' defilato, ma che trova sempre il ritmo giusto, impeccabile.

Il programma vede il quartetto n. 4 op 18 di Beethoven in una esecuzione decisamente spigliata e piena di brio che però non toglie nulla alla drammaticità con cui si apre il primo movimento. Siamo in do minore, la tonalità per eccellenza del “patetismo” beethoveniano ed è giusto dare un po' di enfasi. In effetti colpisce come riescano a mantenere la tensione del pezzo persino nell'andante. Non si solo limitati a studiarlo, ma hanno curiosato tra le assonanze dei temi e il modo in cui ritornano nella composizione e poi c'è il finale che sconfina nella danza e con loro viene voglia di ballarlo. Enfasi è sicuramente l'aggettivo che viene in mente sentendo il loro Quartetto n 1 in sol minore di Edvard Grieg. E'così ricco di temi che ci si può perdere tra gli accordi pieni che, come in una sinfonia di Dvorak.....

....In sintesi: esecuzione perfetta, forse fin troppo roboante (ma qui l'acustica contribuisce), 9 in pagella a insindacabile giudizio del critico (ma poi perché insindacabile? Scriveteci per confermare o “ribbbaltare” il risultato, come direbbe qualcuno). Adesso i prossimi sfidanti sono i ragazzi del Quatuor Agate, attesi sabato 25 maggio a Casale, proprio nella sede dell'Accademia Filarmonica a Palazzo Treville.

Alberto Angelino  

ARTICOLO COMPLETO NELL'EDIZIONE CARTACEA DI MARTEDI'

FOTO. Al termine del concerto nella chiesa del Castello sulla via Giacobea (f. Luigi Angelino)