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Mostra di Vittorio Gardino

Storie di famiglie immaginarie Fridman, Fink, Meyer, Treves

Domani, domenicam alla 11 al complesso ebraico di vicolo Olper nell'ambito di Casale Comics si inaugura una mostra dedicata a Vittorio Gardino

Giardino è uno dei più grandi maestri del fumetto italiano. Famoso in tutto il mondo (pubblicato 18 paesi e tradotto in 12 lingue) per la perfezione quasi maniacale dei suoi lavori: dai dettagli degli ambienti che fanno da sfondo alle vicende, al minuzioso lavoro di  ricostruzione storica con cui interagiscono i suoi personaggi. Complice anche l’uscita del suo ultimo capolavoro “I cugini Meyer", ambientato nell’Austria dell’Anschlussè un superospite a Casale Comics , il festival del fumetto casalese che si svolge il 24 e 25 maggio a Casale Monferrato, vede 11 location nel centro storico, oltre 120 artisti del fumetto presenti, e ben due mostre del maestro bolognese. Una all’interno del Castello, a cura dell’Associazione Creative Comics, ripercorre i punti cruciali dell’arte di Giardino, l’altra curata da Ada Treves per la Fondazione Casalebraica si inaugura appunto  il 25 maggio alle ore 11 nel complesso Ebraico di Vicolo Salomone Olper e ha per titolo: Storie di famiglie immaginarie Fridman, Fink, Meyer, Treves. Cognomi che hanno una caratteristica comune: sono ricorrenti nel mondo ebraico, oltre che nei personaggi principali dell’opera di Giardino, dove gli elementi della tradizione ebraica, su cui è incentrata la mostra, sono quasi in ogni storia.

 

Il perché lo spiega lui stesso: “Qualcuno mi ha chiesto perché Max Fridman e Jonas Fink, i protagonisti di alcuni miei libri, sono ebrei. Volendo raccontare vicende accadute subito prima della Seconda guerra mondiale o negli anni cupi delle dittature comuniste, non era necessario che lo fossero. Ma, volendo raccontare la storia dalla parte dei deboli o delle vittime, forse la scelta sembra più naturale. Nella storia europea del XX secolo, anche escludendo le guerre mondiali, milioni di persone sono stati perseguitati ingiustamente e certo non solo gli ebrei. Eppure…Eppure, se c’era da perseguitare qualcuno, per una qualsiasi ragione, gli ebrei venivano aggiunti con piacere all’elenco. Spesso erano i primi della lista, raramente venivano dimenticati, qualche pretesto si riusciva sempre a trovare”. Ma Giardino spiega che c’è un’altra ragione, molto personale, per cui i suoi protagonisti non possono non essere di questa tradizione. “Io non appartengo al Popolo Eletto ( “Non ho questo onore”, come rispose Chaplin ad un antisemita), ma ho sposato un’ebrea della diaspora laica e cosmopolita e abbiamo due figlie e tre nipoti, che, secondo la legge mosaica, sono tutti ebrei. Il mio antifascismo e antinazismo e anti-antisemitismo sono, prima ancora che ideologici, viscerali: non posso immaginare che qualcuno bussi alla porta di casa e voglia portare via mia moglie, le mie figlie e i miei nipoti. Mi basta pensarci un momento perché tutte le mie convinzioni non violente vacillino”.  

 

“I “cugini Meyer” derivano da un moto di indignazione - spiega Ada Treves entrando nel merito delle tavole dedicate a quest’ultima opera che troveremo esposte nella Sala Carmi del Complesso Ebraico - e non è la prima volta che un suo albo nasce così. Di fronte alle politiche del “mondo ricco” rispetto ai richiedenti asilo che non esita a definirle scandalose, la sua reazione è una storia che riprende il tema, declinandolo, e in cui punta anche a ripristinare qualche verità storica. Ne “I cugini Meyer” ha scelto di rimettere in ordine alcune verità e raccontare episodi poco noti e molto attuali. Le restrizioni legislative naziste privavano della cittadinanza colpivano varie minoranze, non solo gli ebrei. Le proibizioni si succedevano, erodendo spazi e libertà un passo alla volta. Il messaggio è chiaro: la differenza fra comandare e governare sembra sparita e oggi, più che mai, bisogna tenere alta la guardia.

La mostra  è aperta fino al 7 settembre ad ingresso libero negli orari di apertura al pubblico del Complesso Ebraico. Informazioni 0142 71807

www.casalebraica.org

FOTO. Giardino (a destra) al Castello di Casale con il sindaco Capra e l'assessore Gigliola Fracchia (f. Luigi Angelino)