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Amalia, una grande donna di inizio '900

di Armano Luigi Gozzano 

Amalia Guglielminetti è stata una grande donna di inizio '900.

L'amicizia con Gozzano, iniziata nella Società della Cultura, fece molto scalpore tra i contemporanei. Amalia, molto sensibile, raffinata ed elegante incarnava il modello di donna colta e sofisticata secondo la moda parigina dell'epoca.

Durante il loro breve rapporto, lui scelse la libertà personale e la solitudine come sostituti dell'amore man mano che la salute gli veniva a mancare.

Amalia riuscì ad avere con Gozzano una amicizia letteraria e, nonostante fosse ispirata da motivi anche scabrosi, fu apprezzata mantenendo con lui una buona corrispondenza. I due poeti non erano certo a conoscenza delle loro comuni origini della Valstrona. Il poeta discendeva da un esponente di Luzzogno emigrato ad Agliè, mentre lei da una famiglia di Sambughetto, inventori della famosa borraccia in legno per il Regio Esercito.

I Guglielminetti avevano costruito un carro meccanico definito volante, progetto non accettato dall'accademia delle scienze nel 1826. Un'altro Guglielminetti fu l'inventore dell'attuale asfalto stradale.

Amalia emancipata e seducente ma molto lontana dalla mediocrità femminista, si oppose fermamente di stare all'ombra di un solo uomo padrone assoluto.

L'amica Lyda Borelli, regina del cinema muto, interpretò alcune scene tratte da una pubblicazione provocante di Amalia, mandando in visibilio il 'salotto Donna' di Torino.

Il giornalista  Pittigrilli, di dodici anni più giovane di lei, brillante torinese  fu un amante turbolento di Amalia con una  vicenda giudiziaria di pubblico dominio.

Di questa sua avventura, Gozzano scrisse: ecco una delle sue solite crisi di bontà, meglio rimanesse perfida. Amalia, graffiante e spigliata, non era certo la signorina Felicita ovvero la ricerca della felicità, immobile come le bambole di ceramica o nelle vesti campagnole di un tempo.

La sua immagine di poetessa fu deteriorata, dimenticata e nessuna delle sue volontà fu rispettata: l'istituzione di un premio annuale di poesia classica, l'erezione del suo monumento funebre a forma di piramide egizia e il lascito del patrimonio allo Stato.

Non ebbe miglior fortuna nell'amore, anche se sicuramente fece il possibile per piacere ai suoi amanti, ricchi di opposti entusiasmi.

La sua ultima residenza fu l'albergo Principi di Piemonte. Da aggiungere che D'Annunzio l'aveva ben valorizzata, definendola l'unica poetessa che oggi abbia l'Italia. Anche Torino non la dimenticò, intitolandole una via nel quartiere di Santa Rita.

Ricordiamo che Guido Gozzano era in contatto con il nostro scrittore e poeta monferrino Piero Ravasenga di Borgo San Martino.

Armano Luigi Gozzano