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«Crepax + Napoleone, Marengo e altre battaglie di carta»

Splendida esposizione a Palazzo Cuttica di Alessandria - DI Roberto Coaloa

 Il Comune di Alessandria e l’Azienda Speciale Multiservizi Costruire Insieme e l’Archivio Crepax mettono in mostra a Palazzo Cuttica (in via Parma, 1) i wargames inediti del padre di Valentina, Guido Crepax. L’apertura è dalle ore 15 alle 19 da giovedì a domenica (da aggiungere il sito napoleonico di Marengo, la bella Villa Delavo, sede del prestigioso museo napoleonico, aperto il sabato e la domenica nel pomeriggio).

La mostra di Palazzo Cuttica, «Crepax + Napoleone, Marengo e altre battaglie di carta», è semplicemente splendida!

Guido Crepax nasce a Milano il 15 luglio 1933. Come ricorda lui stesso, dai due ai quattro anni, «ritaglia un gran numero di figure su carta bianca o di giornale, senza disegnarle prima». Nel 1943 sfolla a Venezia, la città dei suoi genitori, dove riprende a tagliare nuovamente figure, «per inventare giochi che non si trovano nei negozi per colpa della guerra». Guido Crepax frequenta poi a Miano il liceo scientifico e si laurea in Architettura nel 1958. Nel 1953 ottiene il suo primo lavoro: disegna la copertina per un disco del pianista Fats Waller.

Tra dischi e pubblicità, Guido Crepax diventa famoso e, all’inizio degli anni Sessanta, mentre gioca alle sue battaglie con gli amici Giovanni Gandini e Ranieri Carano, progetta una eventuale rivista di illustrazioni. Così, con il sostegno di Elio Vittorini, Umberto Eco e Oreste del Buono, nasce Linus.

Nel 1965, stesso anno in cui crea il celebre personaggio dei fumetti Valentina per la rivista Linus, Guido Crepax propone anche «La Battaglia di Waterloo», un antesignano del wargame italiano che, per la bellezza della grafica usata dall’artista milanese, scomparso nel 2003, diverrà uno dei giochi di tattica militare più ricercati sia dagli amanti del settore che dai patiti del fumetto. Ci vollero sette anni perché uno dei wargames del Maestro («La Battaglia del lago ghiacciato», ispirata al famoso film sovietico Aleksandr Nevskij, diretto, nel 1938, da Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, dove l’eroe mostra la sua sapienza strategica sbaragliando d'astuzia le possenti armate dei Teutoni nella storica battaglia del lago ghiacciato) diventasse un prezioso omaggio natalizio per gli abbonati di Linus. Nel frattempo era esploso il fenomeno Valentina e la vena battagliera di Crepax passò, per un momento, in secondo piano.

Il fatto curioso è che Crepax giocava alle battaglie con i suoi amici illustri, tra i quali personaggi della cultura milanese come Claudio Abbado (il babbo suo, Michelangelo, insegnante di violino al Conservatorio Verdi di Milano, era amico di quello di Guido, Gilberto, insegnante di violoncello nello stesso Conservatorio), Emilio Tadini e Umberto Eco, che anni fa mi raccontò che le battaglie si svolgevano sicuramente nell’abitazione di Crepax in via De Amicis, ma anche in una vecchia osteria sui navigli, che ora non c'è più, e dove, tra le altre cose, nacque l'idea del suo romanzo più noto.

Lo scrittore del romanzo Il nome della rosa mi spiegò altri particolari che lo ossessionavano dei wargames di Crepax. Un giorno, al ristorante I quattro mori, Eco mi raccontò le regole che aveva inventato Crepax per i suoi giochi. Ne era ammirato. Dopo aver pasteggiato, con un doppio Glen Grant, in una serata in suo onore alla Terrazza Martini con eccezionale vista sul Duomo di Milano, per l’uscita di La misteriosa fiamma della regina Loana, Eco mi supplicò: «Coaloa, andiamo a casa. Giochiamo ai soldatini e non dimenticarti una cosa: fatti crescere la barba come me, così avrai l’aspetto di un bravo professore». Fu una serata memorabile e poi feci tesoro del consiglio prezioso sulla barba. Consiglio che Eco mi ripropose anche una sera al caffè San Carlo di Casale Monferrato. Ma questa è davvero un’altra storia...

Eco adorava le battaglie di carta di Crepax. A Palazzo Cuttica di Alessandria si possono ammirare: Marengo, Trafalgar, Waterloo e l’eccezionale schieramento per la battaglia di Solferino e San Martino del 1859. Eco, maestro di patafisica, diceva che bisogna giocare con somma flânerie alle battaglie di Crepax. È necessario, infatti, «sapere maneggiare il tempo», lentamente. Aveva ragione, ovviamente. Non si può parlare di giochi che impiegano modellini di carta, come nel caso di quelli di Crepax, o soldatini di piombo, senza citare il più complesso, quello cioè degli eserciti o dei corpi d’armata. A questo livello si può ben iniziare un unico gioco a un’intera battaglia napoleonica, senza essere più costretti a rappresentarne solo una parte i cui risultati sono in definitiva determinati da circostanze esterne o dalle decisioni prese da comandanti a livello più alto. In questo gioco assumeremo finalmente la parte degli stessi alti comandi, indossando i panni sacri di Wellington a Waterloo o di Nelson a Trafalgar. Tiriamo i dadi, e non solo prendiamo posizione nello scacchiere del gioco. Anche le condizioni ambientali possono cambiare e potremmo, ad esempio, far vincere Napoleone a Waterloo. Qui il gioco diventa ucronia e lo spettacolo è assicurato. Ci son due modi diversi di affrontare il gioco a livello di eserciti. Si possono giocare per due o tre giorni consecutivi una serie di scontri tra Divisioni simultanei in una grande stanza o, almeno in teoria, si può dar vita a un lungo scambio di giochi di brigata per uno o due mesi. Oppure si possono accettare regole semplificate che permettono un unico gioco completo della durata di alcune ore.

La storia dei giochi di guerra è simile a quella degli scacchi e Tamerlano fu il primo, così vuole la tradizione, a inventarne uno.

Il wargame, però, è un gioco inventato nel 1780 dal maestro di corte del duca di Brunswick, Helwig. Si suppone che Helwig fosse un grandissimo 'flâneur', con grande tempo a disposizione, dato che inventò un gioco con 1.666 posizioni e 120 pezzi, comprendenti fanteria, cavalleria e artiglieria, ognuno con diverse regole di movimento. Alla fine dell’Ottocento si arrivò al cosiddetto Kriegspiel libero per distinguerla dalla versione originale che, pur essendo abbastanza libera se misurata a confronto dei wargames odierni, era detta Kriegspiel rigido.

Avrei dovuto approfittare della “scienza” di Eco per elaborare un romanzo sui giochi di guerra, che univa personalità come Claudio Abbado ad altre anime della cultura milanese. A unire gli amici in via De Amicis era un’identica pulsione: «Nostro padre – spiega Antonio Crepax – non ha mai dimenticato di essere stato un bambino. Anzi, direi che la sua coerenza nel non smettere mai di sognare o porre limiti alla fantasia ha fatto di lui un eterno fanciullo, oltre che un visionario di successo. Non a caso il gioco è stato sempre una delle sue grandi passioni, assieme a quelle per il cinema, il teatro, i costumi, le divise e l’aspetto estetico di tutte le cose».

La realizzazione di giochi da tavolo utilizzando carta e cartoncino è sempre stata, dall'infanzia una delle grandi passioni di Guido Crepax.

Grazie al lavoro di Gilberto Crepax, primo violoncello alla Fenice di Venezia e, dopo la Seconda guerra mondiale, insegnante al Conservatorio di Milano e violoncellista alla Scala, fin da bambino Guido ha respirato la magia del teatro e della messa in scena. Nel suo diario racconta che a Venezia, nel 1944, aveva ritagliato e disegnato decine di personaggi per animare un teatrino che si era fatto tutto da solo. Dalla famiglia di sua madre, invece, aveva appreso il piacere per la ricostruzione storica, il travestimento e l’aspetto estetico di tute le cose. Passioni che si ritrovano nei suoi disegni giovanili e nelle illustrazioni realizzate per le enciclopedie Le Civiltà di Vallardi e Per voi Ragazzi d Mondadori, così come per il volume Le grandi battaglie di terra, opere tutte pubblicate nei primi anni Sessanta.

Nel frattempo, era nato Linus e il direttore Giovanni Gandini si era appassionato ai suoi giochi, tanto da voler pubblicare una versione ridotta di Waterloo e di Pavia.

La mostra «Crepax + Napoleone, Marengo e altre battaglie di carta» terminerà il 25 febbraio 2024, ma si sta già pensando a tenerla aperta per un altro mese considerando il grande interesse che ha suscitato, in primo luogo tra storici e appassionati del periodo napoleonico, come Paolo Palumbo, Luigi Mascilli Migliorini, Alessandro Barbero e il sottoscritto.

Da premiare il bel lavoro di équipe di Andrea Lancellotti, progetto grafico e immagine coordinata, Cristina Taverna, Nuages, Alessandra Coppa, testi e catalogo, Caterina, Giacomo e Antonio Crepax. Viva Valentina! Vive l'Empereur !

Roberto Coaloa

(f.  Coaloa)