Notizia »

Ottant’anni dalla Liberazione...

Grazzano, sabato 14 ncontro tra Alessandro Allemano e Roberto Coaloa

 

«Ottant’anni dalla Liberazione: storia, letteratura e cinema negli ultimi vent’anni». Questo il titolo dell’incontro tra Alessandro Allemano e Roberto Coaloa a Grazzano Badoglio, previsto sabato 14 giugno, alle ore 17.00, a margine della mostra itinerante per l’80° anniversario della Liberazione «Con le armi, senza armi», presso i locali della Scuola Comunale (Via IV Novembre, 15). La mostra è aperta il sabato e la domenica dalle 15.00 alle 19.00 fino al 29 giugno 2025.

 

Alessandro Allemano e Roberto Coaloa intervengono sugli ottant’anni dalla Liberazione proponendo un’analisi dei lavori sulla Resistenza in Monferrato. In particolare i saggi dell’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Alessandria “Carlo Gilardenghi” sulla strage della Benedicta e quelli dell’ISRAT sulla Resistenza nella provincia di Asti e sulle vittime di guerra.

Saranno discussi i saggi di Aldo Agosti e Marina Cassi, Dalla parte giusta. Le guerre civili dei fratelli Giambone (1894-1944) e di Sergio Favretto, Partigiani del mare. Antifascismo e Resistenza sul confine ligure-francese.

Sulla grande letteratura della Resistenza occorre ritornare sulle esperienze monferrine di Pavese e Fenoglio. Quest’ultimo fu mandato da Pietro Balbo, “Poli”, in Monferrato dal mitico Tek Tek, il capo della banda di Grana. Interessante è immaginare due partigiani così diversi: Tek Tek è il Robin Hood monferrino, amatissimo dai suoi uomini, rispettato dai contadini, temuto dagli altri capi. Beppe Fenoglio è un solitario, uno studente di lettere moderne che detesta gli spacconi e parla poco. Eppure Tek Tek e Fenoglio trascorrono insieme gli ultimi giorni di guerra, forse diventano amici, se Tek Tek lo fa dormire nella casa di famiglia, sulla strada che porta al centro di Grana, tra Asti e Casale. Fenoglio arriva il 18 aprile 1945 per una delle missioni da ufficiale di collegamento, probabilmente per organizzare un lancio anche per gli uomini della brigata Grana. Passa il Tanaro a sud di Asti, nella zona dell’ufficiale di aeronautica Amelio Novello, il “Marini”, che comanda i partigiani azzurri della zona. Lo accoglie Dea Rota, partigiana con Tek Tek, che conserverà il ricordo di un ragazzo colto, gentile, riservato eppure capace di stare con il giusto stile tra gli altri partigiani. Insieme, camminano fino a Grana, e lì Beppe Fenoglio incontra Nick, Firmino Rota, il fratello di Dea, che è stato con la Banda Tom e che in poco tempo è diventato una specie di braccio destro di Tek Tek. Con il capo della banda, Fenoglio va a parlare ai rappresentanti degli alleati. Incontra i partigiani di quelle colline, anche i socialisti, i “Matteotti”, che stanno dalle parti di Calliano e che hanno un commissario politico che si fa chiamare Nèmega. Fenoglio partecipa agli attacchi contro i tedeschi e poi, dopo la liberazione di Asti, il 25 aprile si trova a Casale con gli uomini della brigata Grana. I tedeschi non si arrendono se non dopo ore di attesa. È Dea Rota ad arrestare, nella scuola media Costanzo Ciano, il maggiore Mayer, che a Villadeati ha fatto fucilare dieci civili e a Villadeati sarà poi fucilato.

Eventi eccezionali che si svolgono nel Monferrato, raccontati solo in parte da saggi e romanzi. Manca il grande cinema a narrare questi eventi, anche se negli ultimi vent’anni sono stati prodotti buoni film e documentari sulla Resistenza in Piemonte.

Non solo, Allemano e Coaloa propongono anche un approfondimento sulla Banda Tom e l’eccidio di Villadeati e la figura di Don Ernesto Camurati, che, con Don Edoardo Coggiola a Grazzano, furono con il vescovo di Casale, Giuseppe Angrisani, protagonisti della Resistenza in Monferrato. Difatti, la storia resistenziale nel Monferrato non può ignorare il grande contributo fattivo ed organizzato del mondo cattolico, dal clero ai laici impegnati nel volontariato, dalla scuola all’Azione Cattolica, dagli oratori alle formazioni partigiane cattoliche. L’ampio territorio della Diocesi, includente vaste zone della provincia di Alessandria, Asti e Torino, fu contesto favorevole perché venisse allestita una rete di contatti e sinergie fra la città di Casale Monferrato, i paesi collinari e i centri della pianura.

Agli avvenimenti in Monferrato durante la Liberazione furono coinvolte intere famiglie, come quella di Italo Rossi. In particolare si ricorda il ruolo di Bruno Rossi e dei giovani avvocati Cappa e Mauri di Casale Monferrato.

Sergio Favretto ha osservato, nel suo saggio Partigiani del mare. Antifascismo e Resistenza sul confine ligure-francese, il coinvolgimento di gran parte della popolazione civile del Nord-Ovest italiano alla Resistenza. Favretto cita fonti fasciste, come i Rapporti della Guardia Nazionale Repubblicana dedicati al Ponente ligure. In un rapporto relativo alla realtà sociale e politica del Ponente ligure, il 17 giugno 1944, si trova una formulazione contorta per dire una cosa semplice: «le avverse correnti politiche esercitano in qualche ambiente sociale la deleteria influenza della loro dottrina, giovandosi specialmente, come massa di manovra, dei lavoratori e di un largo numero di intellettuali». Ovvero: la “massa di manovra” di lavoratori e intellettuali influenzata dalle dottrine antifasciste ha ridotto a poca cosa i margini per fascisti e tedeschi di influenzare a proprio vantaggio l’ambiente in cui operano. Insomma, quattro righe di una fonte non sospetta mettono in crisi alla radice il concetto di «Zona Grigia», la formula che decenni fa gli studiosi utilizzarono per affermare il supposto prevalere nella popolazione di un atteggiamento di equidistanza e indifferenza fra le parti che si stanno scontrando. Come se quel combattimento atroce tra fascismo e antifascismo fosse un gioco astratto e non un’esperienza quotidiana maturata nelle dure condizioni create dalla guerra, da quella Seconda guerra mondiale. Come se le componenti sociali coinvolte in quel dramma non sapessero distinguere tra chi agiva per la continuazione della guerra a tutti i costi e chi voleva porre fino a un conflitto distruttivo per il futuro. Indubbiamente quello scontro aveva generato risposte differenziate nella società a seconda dei contesti e dei soggetti considerati, ma sicuramente non aveva prodotto indifferenza e Favretto mostra l’estendersi di una coscienza partigiana.

Alessandro Allemano è Direttore conservatore del Museo Storico Badogliano di Grazzano Badoglio. Dal 1995 al 2009 è stato Presidente della Biblioteca civica “Franco Montanari” di Moncalvo.

Ha pubblicato numerosi saggi e articoli di storia, tra cui una biografia di Pietro Badoglio e una monografia sulle vicende di Sala Monferrato nei secoli.

È cittadino onorario di Grazzano Badoglio e di Sala Monferrato.

Roberto Coaloa, storico e slavista, è professore di Storia dei Paesi danubiani e dell’Europa orientale all’Università di Paris IV Sorbonne. Tra le sue pubblicazioni: Carlo d’Asburgo, l’ultimo Imperatore. Il ‘gentiluomo europeo’, profeta di pace nella Grande guerra (Il Canneto editore, 2012). Sulla storia della Resistenza ha pubblicato saggi su Fenoglio e le donne partigiane e su Pavese. Nel 2005, sul supplemento culturale, “Il Sole-24 Ore-Domenica”, ha curato degli speciali sui sessant’anni del 25 aprile con interviste, tra gli altri, al partigiano Giovanni Pesce e allo storico Raimondo Luraghi. Scrive per Rivista Savej della Fondazione Eandi, dove si occupa di storia e cultura piemontese. Collabora alla rivista Il Mulino con saggi e approfondimenti di carattere storico-letterario.

Dal 2022, Coaloa è cittadino onorario di Conzano: «per l’impareggiabile apporto alla conoscenza del conte Carlo Vidua».

FOTO. A Grazzano Badoglio Rosaria Lunghi (vice sindaco), Allemano, Coaloa e Mauro Rodini (sindaco)