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Nei sottotetti del Duomo

Mostra 'L'immagine del sacro'

Il vescovo mons. Gianni Sacchi e il sindaco Federico Riboldi oggi venerdì, alle 18,30, hanno tagliato il nastro inaugurale della mostra d'arte contemporanea ('L'immagine del sacro', curatore Pesce) allestita nella suggestiva cornice dei sottotetti del Duomo. Al loro fianco (a destra nella foto, di Luigi Angelino) l'arch. Raffaella Rolfo responsabile dei beni cultiurali diocesani, dietro le spalle il presidente del consiglio comunale Fiorenzo Pivetta e il vicario vescovile don Giampio Devasini

Mostra alla seconda edizione.

Aperta fino al 27 luglio nei fine settimana.

GLI ARTISTI

Questi gli artisti partecipanti alla mostra 'L'immagine del sacro' nela location che da sola vale una visita dei sottotetti del Duomo,  già  ad incominciare dalle scale di accesso e dal campanile:

Enzo BERSEZIOTorino. Frutto di una ricerca decennale tesa alla valorizzazione della forza evocativa dei materiali, l’opera di Bersezio ci conduce in un mondo nel quale il sacro appare come componente imprescindibile dell’esistenza e della spiritualità, soprattutto nel contesto di popolazioni che vivono un particolare rapporto con la Natura.

Corrado BONOMI - Novara. Bonomi propone una rielaborazione di uno dei temi a lui più cari. I castelli in aria che sembrano muoversi sulle nuvole ci rimandano alle dimore degli dei nelle antiche mitologie, osservate con l’ironia di un pacato doppio senso.

 

Christian COSTA - Torino. Le scritture che si estendono i suoi coloratissimi e luminosi mappamondi diventano riferimento alla “parola”, al “Verbum” delle scritture e al concetto di luce che si riflette sulla superficie e si diffonde come mezzo di dialogo e di riflessione.

Carla CROSIO - Vercelli. L’esistenza è un accumularsi di esperienze che creano le personalità di ciascuno di noi. Crosio sembra penetrare in questo spazio evocato dal termine “libro” che ci rammenta la sacralità della vita e la forza con cui essa finisce per sedimentarsi nella crescita degli individui. 

Ruben ESPOSITO - Genova-  Pensate per essere collocate in un luogo di passaggio obbligato, Esposito propone un’interpretazione contemporanea del Memento Mori. Le sue opere devono essere viste come sequenziali e devono essere lette come concretizzazione dell’oscuro avviso per il quale “tu sarai quello che io sono”. 

Mavi FERRANDO - Valle Lomellina.  L’artista fa riferimento a simbologie archetipiche che ritroviamo in tutte le religioni terresti. Il cielo e l’acqua e la terra, in un’opera; il fuoco, nell’altra. Con esse Ferrando ci spinge a riflettere sull’essenza stessa del rapporto Dio/Natura e sui segni che scorgiamo continuamente e che talvolta rinunciamo a interpretare.

Carlo IVALDI - Ponzone (Acqui).  L’acciaio con cui sono realizzate le opere di Ivaldi è in netto contrasto con la leggerezza dei vuoti che animano le sue costruzioni. Il peso del corpo e la leggerezza dell’anima, il diffondersi dello spirito nella luce artificiale dello spazio.

Margherita LEVO ROSEMBERG. Genova. Levo Rosemberg propone un lavoro di incredibile leggerezza, una sorta di vela celeste in cui all’incrociarsi di nastri semi trasparenti si trovano delle figure geometriche tetrapuntute. Un “Caelum stellatum” carico di infinite suggestioni.

Ezio MINETTI - Novara. Minetti ci porta di fronte a dei recuperi di elementi che appartenevano alla costruzione del rito cattolico. Estrapolati dal loro contesto essi appaiono stranianti, appena riconoscibili nelle loro nuova potenza estetica.

Carlo PASINI - Pavia. Pasini costruisce le sue immagini adoperando le puntine da disegno. Esse assumono la funzione dei tasselli degli antichi mosaici. In questo modo si crea un rapporto preciso con l’estetica e le spiritualità delle chiese medievali e paleocristiane.

Diego PASQUALIN - Vercelli. L’artista crea due opere che devono essere intese come suppellettili per un edificio religioso contemporaneo. Esse sono impostate come oggetti di design che rispondono all’esigenza estetica del sacro e quella di essere bello e funzionale e che vanta come primato l’idea e la sua materializzazione.

Giovanni SALDI’- Casale. Nella galleria dell'atrio un globo che oscilla leggermente in eterna sospensione cui i visitatori possono aggiungere foglie d'oro. Saldì cita in quella forma moltissimi simboli sacri che sono stati variamente proposti nel corso dei secoli, ricoprendo la sua opera di incrostazioni materiche da cui affiorano forme e segni.

 

INFO. Antipodes 392 9388505.