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Prelati monferrini di Aldo Timossi

Angelo Accattino, da Calliano, il Nunzio apostolico "più alto del mondo"
Il 20 gennaio 2010, in un telegramma riservato, inviato dall’ambasciata americana in Vaticano a Hillary Clinton, segretaria di Stato USA, “si indica in Angelo Accattino, specialista di America Latina presso la Segreteria di Stato vaticana, l’esperto di Cuba, affermando che è contrario alle misure adottate contro l’isola, perché fanno il gioco dei Castro (…) e appoggia il dialogo della UE con Cuba”. Così si legge in un libro/reportage del 2014, “La CIA in Vaticano”, teso a dimostrare come i servizi segreti USA sorveglino il Papa. La vicenda è ben nota, nasce nel 1959, con le prime azioni americane di boicottaggio dal regime di Fidel Castro. Quello “specialista” è meno conosciuto, uno dei tanti sacerdoti addetti alla diplomazia vaticana. Ed è monferrino, per la precisione di Calliano, provincia di Asti ma diocesi di Casale.
Angelo Accattino nasce il 31 luglio 1966. Servizio militare negli alpini, Brigata alpina "Taurinense": ne andrà sempre orgoglioso. Verso la fine degli anni ’80 la vocazione bussa al suo animo e sotto la guida spirituale dell’allora vescovo di Casale, Carlo Cavalla, intraprende la strada religiosa. Studi nel seminario casalese, ordinazione sacerdotale il 25 giugno 1994. Quindi laurea in diritto canonico frequentando a Roma l’Almo Collegio Capranica, al tempo diretto da monsignor Luciano Pacomio, oggi vescovo emerito di Mondovì.
Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede il 1 luglio 1999, opera presso la Segreteria di Stato, quindi viene destinato alle Nunziature Apostoliche in Trinidad e Tobago, Colombia, Perù, Stati Uniti d’America e Turchia.
Nel 2017 la nomina a nunzio apostolico in Bolivia, con la dignità di arcivescovo titolare di Sabiona, antica diocesi del Tirolo.
La consacrazione episcopale il 25 novembre dello stesso anno, nella parrocchiale di Calliano. Quel giorno la chiesa è affollata. Nel primo banco, con gli zii, la mamma Carla. Da Roma è giunto il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin. All’altare dieci vescovi, fra i quali un altro nunzio, monsignor Luigi Bianco, originario di Montemagno, poi Luciano Pacomio, il vescovo di Smirne, Lorenzo Piretto, il vicario ausiliare di Istanbul, Ruben Tierrablanca e l’armeno Levon Zekyan. Una cinquantina i sacerdoti. Parolin ha quali co-consacranti, Gianni Sacchi, vescovo di Casale, e il suo predecessore Alceste Catella; conclude l’omelia con un augurio: ““Sarai il nunzio più alto del mondo, poiché La Paz si trova a 4 mila metri. Da quella altezza, tra cielo e terra, potrai alzare lo sguardo ulteriormente verso l’alto per benedire la Bolivia. La Vergine di Copacabana, la Vergine di Crea e Sant’Evasio ti assistano e accompagnino nel tuo cammino perché sia fecondo di opere buone”.
Qualche settimana ancora in diocesi, quindi la partenza per la terra boliviana. In un territorio con oltre undici milioni di abitanti, l’80% di cattolici, la Chiesa cattolica è presente con 4 sedi metropolitane, 6 diocesi suffraganee, 5 vicariati apostolici, 2 prelature territoriali. Arriva in un momento di tregua nella dura polemica tra Stato e Chiesa, per il contenuto dei nuovo codice penale, accusato dai vescovi di limitare la libertà religiosa, e che il presidente Juan Evo Morales ha appena deciso di abrogare, per una possibile ridefinizione.
Si presenta all’assemblea dei vescovi “come un fratello in più che cerca di rendere sempre più concreti ed efficaci i legami di comunione che esistono tra la Santa Sede e questa Chiesa locale”. Sottolinea il compito di “tutelare, con ciascuno di voi, la missione della Chiesa in vista del bene comune, per conoscere, giorno dopo giorno, la storia, le caratteristiche e la bellezza di questo bellissimo Paese, e di questa Chiesa fiorente e impegnata, dove Il Santo Padre Francesco mi ha fatto il dono immenso di mandarmi”.
Agli stesso vescovi, riuniti in assemblea nel novembre 2018, il nunzio evidenzia la necessità di rafforzare la sinodalità, “che consiste nell'andare comunitari verso Dio, chiedendo umilmente le luci dello Spirito Santo, pregando e lavorando insieme, avendo come meta la santità propria e quella degli altri che compongono il gregge del Signore, disposti a dialogare e a collaborare per il bene e il progresso della Chiesa e della società boliviana”. Altro impegno, quello di “fare un cammino con i giovani, ai quali offrire un sostegno speciale, sapendo aiutare a incanalare bene la fonte di tanta energia e voglia di progredire per evitare che tanto potenziale vada sprecato”.
Sarà presente negli anni successivi alle periodiche assemblee vescovili, a non poche consacrazioni vescovili (“i vescovi hanno da essere umili, servi miti, sensibili, giusti e santi, fedeli amministratori di Dio e non dei beni o del potere”), visiterà ufficialmente molte comunità boliviane. Nel 2019, la città di Sucre (capitale costituzionale e giudiziaria, mentre il centro legislativo e governativo è a La Paz) gli assegna il titolo di “huesped ilustre”, quasi una cittadinanza onoraria, in occasione delle celebrazioni per la Madonna di Guadalupe.
Il bollettino della sala stampa vaticana del 2 febbraio 2023 pubblica: “Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Tanzania Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Angelo Accattino, Arcivescovo titolare di Sabiona, finora Nunzio Apostolico in Bolivia”. Dall’America latina, all’Africa centrorientale, dall’alta montagna di La Paz alle acque calde dell'Oceano Indiano.
Arriva a Dar es Salaam il 14 febbraio. Le incombenze protocollari, le lettere credenziali consegnate al presidente della Repubblica di Tanzania (l’ex Tanganica) signora Samia Suluhu Hassan; un incontro cordiale, durante il quale viene rimarcato il ruolo indispensabile della Chiesa cattolica per tutta la società tanzaniana e per portare avanti la pacifica coesistenza tra le religioni. Il capo dello Stato evidenzia l’importanza della protezione dell’ambiente, richiamando l’enciclica “Laudato si’” sulla cura della casa comune. Accattino sottolinea che i rapporti interreligiosi esistenti in Tanzania potrebbero essere un modello per tutto il continente africano, e che pace e sicurezza sono sempre la base per la stabilità e lo sviluppo di un Paese, specialmente nel mondo moderno.
In effetti, le buone relazioni fra Chiesa cattolica e governo di Tanzania contrassegnano il lavoro dell’”ambasciatore” vaticano Accattino, sovente autorità governative “partecipano a vari eventi cattolici e anche ad altri dialoghi nazionali sulla dignità umana nei paesi”. Altro aspetto interessante, l’ecumenismo, segnato dalla presenza a diversi eventi di leader religiosi delle Chiese cristiane e di altre fedi.
Da La Paz a Dar es Salaam, l’arcivescovo non dimentica mai l’Italia e la diocesi di origine. Periodicamente è a Calliano e in Piemonte. A luglio 2023 le cronache ne citano la presenza a Villamiroglio (con mamma Carla), per l’inaugurazione dei lavori della Chiesa di Santa Liberata. Il 31 dicembre, in duomo a Casale, Messa di ringraziamento con il vescovo Gianni Sacchi. A Roma il 3 gennaio 2024 per l’udienza da Papa Francesco. Qualche mese più tardi, al Santuario di Crea, si ricordano i trent’anni della sua ordinazione presbiterale e i 15 anni di ordinazione episcopale dell’arcivescovo Luigi Bianco (nativo di Montemagno). Anche la solenne apertura dell’Anno Santo, il 29 dicembre 2024, lo vede all’altare della cattedrale di sant’Evasio, con il vescovo Sacchi e i vescovi emeriti Pacomio e Catella.
aldo timossi
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FOTO. Angelo Accattino a Villamiroglio alla chiesa di Santa Liberata (luglio 2023)