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Frammenti sparsi di Dionigi Roggero

Jean Giono, il suo capolavoro «L’ussaro sul tetto»

 

Lo scrittore italo-francese Jean Giono è morto nell’ottobre 1970 a Manosque, la bella cittadina sulle colline del Luberon orientale in alta Provenza, dove risiedeva la famiglia di origine piemontese, che giunse in Francia dalla Valchiusella con una storia di lunga e faticosa emigrazione.

Il bisnonno Giovanni Domenico, , figlio di Antonio e Catterina Barro Raffael, di professione fonditore, era nato nel 1763 a Meugliano (oggi Valchiusa, dopo la fusione dei comuni di Meugliano, Trausella e Vico Canavese). Sposato in prime nozze con Maddalena Saudino, morta prematuramente, ebbe da Maria Francesca Catterina Bertarione, figlia del facoltoso notaio di Vico, il nonno di Jean Giono, Pietro Antonio.

Egli, essendo affiliato alla Carboneria, prese parte ai moti insurrezionali del marzo 1821, fu costretto a fuggire in Francia, come molti altri rivoluzionari. Jean Giono, nato a Manosque nel marzo 1895, era figlio di un calzolaio e di una stiratrice. Autodidatta e impiegato di banca, fin da giovane coltivò una grande passione letteraria, alimentata dalla lettura delle opere di Omero e di Virgilio. La partecipazione alla Grande Guerra lo segnò per tutta la vita, tanto che, diventato convinto pacifista, alla fine della Seconda guerra mondiale fu ingiustamente accusato di collaborazionismo e poi incarcerato. Lo scrittore non conobbe il nonno, ma sentendone parlare dal padre, era solito ricordare come la felicità gli riempisse il cuore e l’animo quando sentiva «fremere un pioppo piemontese, o fischiare una marmotta, o i passi del vento degli alti pascoli del Viso, lo sgranellare del pietrame sotto i piedi del camoscio, o il grido dell’aquila». Tra le sue opere meritano di essere ricordati «L’uomo che piantava gli alberi», edito nel 1953, è il racconto che gli ha dato notorietà e soprattutto «L’ussaro sul tetto», pubblicato nel 1951.

Considerato il capolavoro della narrativa francese, ha come protagonista Angelo Pardi, il giovane ufficiale degli ussari fuggito in Provenza nel 1831 dal Piemonte, dopo aver ucciso una spia austriaca. Il libro, in cui si sente l’eco delle vicende familiari piemontesi di epoca risorgimentale, unite al forte desiderio di riscatto e di libertà, ha ispirato l’omonimo film nel 1995 di Jean Paul Rappenau con Juliette Binoche e Olivier Martines. 

Dionigi Roggero