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Grande Guerra: tre mostre a Vignale (da prolungare...)
La preziosa ricerca di Patrizia Monzeglio - La medaglia d'oro Cigersa
Da aggiungere che la Monzeglio, assessore del Comune di Vignale, ha condotto il suo lavoro consultando tra l’altro l’archivio digitale del nostro bisettimanale, l’Archivio Storico della città di Alessandria gli archivi della Difesa (Albo d’oro dei Caduti e Albo dei Decorati), il Museo Badoglio di Grazzano e consultando i testi di storia locale pubblicati da Fulvio Vitullo, Carlo Ferraris e del Gruppo Alpini di Vignale.
Nei mesi successivi a rimanere sul campo sono:
• Messaglia Angelo (di Guido e Zeglio Elisabetta), 22 anni, soldato del 7º Reggimento Fanteria nato il 13 agosto 1893, che muore il 5 febbraio all’ospedale di Cividale (UD) per ferite da combattimento.
• Dabandi Giuseppe Severo (di Felice e Burrone Benedetta) che “Il Monferrato” del 2/7/1916 ricorda così “Il 31 maggio a Tolmino, colpito da scheggia di shrapnel al polmone sinistro che gli produsse forte emorragia, è morto quasi istantaneamente il caporale di artiglieria Debandi Giuseppe. E quello stesso giorno egli scriveva ad un suo fratello che egli trovavasi bene! Era un ottimo giovane che per le sue squisite doti aveva saputo accattivarsi la simpatia dei suoi superiori. Onore a lui”. Viene sepolto nel cimitero di Sreduge (Tolmino). Caporale del 10º Reggimento Artiglieria da fortezza, nato il 6 giugno 1882 avrebbe compiuto dopo pochi giorni 34 anni.
• Monzeglio Silvio (di Giovanni), nato il 23 gennaio 1893, caporalmaggiore di 23 anni del 55º Reggimento Fanteria, rimane coinvolto nell’affondamento del piroscafo Principe Umberto. L'8 giugno 1916 infatti viene organizzato il rientro in Italia del 55º Reggimento fanteria da Valona (Albania) a Taranto. Per il trasporto delle truppe parte un convoglio formato, oltre che dal Principe Umberto, dal piroscafo Ravenna e da una scorta fornita dall'esploratore Libia e dai cacciatorpediniere Insidioso, Espero, Impavido e Pontiere. Sul Principe Umberto sono imbarcati, fra truppe ed equipaggio, 2.821 uomini. Il convoglio salpa alle 19, e poco dopo, da una quindicina di miglia a sudovest di Capo Linguetta, un sommergibile austroungarico U5 lancia due siluri. Il Principe Umberto, colpito a poppa, s'inabissa nel giro di qualche minuto, trascinando con sé 1.926 uomini: solo 895 vengono tratti in salvo. “Il Monferrato” del 6/8/1916 riporta “ Vignale Monferrato. - È stata comunicata ufficialmente alla famiglia che il caporale maggiore di fanteria Monzeglio Silvio di Giovanni, appartenente alla classe del 1893 è scomparso coll’affondamento del Piroscafo Principe Umberto”.
• Cigersa Luigi Candido (di Giovanni Battista), nato ad Alessandria il 22 febbraio 1866, militare di carriera di 50 anni che il 31 agosto dell’anno precedente combatteva sul Carso e per questo era stato decorato con Medaglia d’Argento, perde la vita il 9 giugno sull’Altipiano di Asiago (VI), teatro della “Strafexpedition”. Diventato nel frattempo Maggiore del 45º Reggimento artiglieria di campagna “Il Monferrato” del 12/11/16 ne dà così la notizia: “Vignale - Al fronte è caduto il cav. Luigi Candido Cigersa maggiore di artiglieria. Ecco in quali termini il Comando del.... reggimento artiglieria da campagna dava partecipazione della sua morte alla famiglia. «Il povero maggiore cadde sul campo dell’onore colpito da granata di grosso calibro, mentre guardava in faccia il nemico. Per la sua valorosa condotta doveva essere proposto per la promozione a scelta al grado superiore. Ma disgraziatamente tale premio non potette conseguirlo per l’avverso destino che gli toglieva la vita. Fu proposto per la Medaglia d’oro al Valor militare, che tanto bene si accompagnerà a quella d’argento guadagnatasi sul Carso nell’agosto scorso. Ciò rimarrà testimone del coraggio e della valentia militare del povero maggiore che scrisse sul libro d’oro della nostra arma una delle più belle pagine.».
Gli verrà riconosciuta la Medaglia d’oro con la seguente motivazione: “Comandante di un gruppo di tre batterie in posizione avanzata sul Monte Mosciagh, sostenne, per un intero giorno, una lotta alle più brevi distanze col nemico. Ordinatogli, per due volte, di ritirarsi, rispose chiedendo munizioni, e soltanto al terzo ordine si ritirò ordinatamente con le proprie batterie, abbandonando per ultimo la posizione. (Monte Mosciagh - Asiago, 25-26 maggio 1916). Cadeva poi colpito a morte da una granata, mentre sopra nuova posizione, opponeva efficace, ostinata resistenza al nemico incalzante.”
Iniziata il 15 maggio con un’azione offensiva degli austroungarici dallo Zugna all’altopiano dei Fiorentini (tra Vicenza e Trento), la “Strafexpedition” il 20 maggio raggiunge Asiago e arriva fino ai bordi dell’altopiano dove viene fermata dalla resistenza italiana, mentre in Vallarsa (TN) è bloccata sullo Zugna e sul Pasubio.
Nei combattimenti si distinguono altri due Vignalesi :
• Luparia Dante, Sottotenente complemento reggimento artiglieria montagna. Medaglia di Bronzo (poi commutata in Medaglia d’Argento): “Comandante d’una sezione isolata d’artiglieria da montagna, dimostrava, in numerose azioni di fuoco, calma, coraggio e slancio, riuscendo a produrre frequentemente con tiri precisi, gravissimi danni al nemico attaccante, e ciò spesso, anche sotto l’intenso fuoco dell’artiglieria avversaria. ( Coni Zugna (TN): 10 maggio - 27 giugno 1916). “Il Monferrato” del 14/1/1917 ne darà l’annuncio in prima pagina, nella rubrica “Nuovo elenco di ricompense a valorosi monferrini ”
• Scanzi Francesco, Caporale 6 battaglione bersaglieri ciclisti, matricola 36337, Medaglia di Bronzo “Durante due assalti consecutivi contro una forte posizione, guidava con ardire e con slancio la propria squadra. Sulla posizione raggiunta opponeva poi con i superstiti strenua resistenza a tre contrattacchi nemici, finché vi lasciava la vita.” (Monte Meatta (VI), 24-25 maggio 1916). Non abbiamo però riscontro della sua morte nell’Albo d’Oro dei caduti.
• Nel mese di giugno sulle Alpi Carniche si guadagna un Encomio Solenne (poi commutato in Medaglia di Bronzo) il vignalese Buzio Marco di cui “Il Monferrato” del 14/1/1917 darà l’annuncio in questitermini: “Sottotenente artiglieria da campagna. - Con esemplare attività diresse dei lavori in caverna e duranteil combattimento fece arditamente trasportare in trincea un pezzo col quale, battendo una posizione nemica, conseguì ottimi risultati - ( Passo Volaia - Alpi Carniche, 27 giugno 1916).
Il mese di luglio per Vignale è il mese più tragico non solo dell’anno 1916, ma dell’intero conflitto: 7 sono i Vignalesi che perdono la vita sui vari fronti.
Il 1º luglio cadono in combattimento:
• Gaudio Guido (di Ernesto e Martinetti Maria), nato il 24 dicembre 1889, Sottotenente di complemento del 61º Reggimento Fanteria. A 26 anni viene ferito a morte dallo scoppio di una bomba sul Monte Pasubio - Malga Zugna (TN).
• Ruschena Antonio (di Vittorio e Monzeglio Giuseppina), che muore a 33 anni sull’Altipiano di Asiago (VI) per ferite da arma da fuoco al braccio e alla testa, sepolto sul Monte Interrotto (dominante l’Altopiano dei Sette Comuni - VI). Nato il 1º giugno 1883, era soldato dell’89º Reggimento fanteria (1ª Comp.).
Il 2 luglio :
• Spada Luigi (di Felice), soldato di 31 anni del 3º Reggimento Alpini, nato il 29 ottobre 1884, muore per le ferite riportate in combattimento sul Monte Pal Piccolo (UD), Alpi Carniche. “Il Monferrato” del 23/7/1916, nella Rubrica “Il nostro olocausto alla Patria” così lo ricorda: “Vignale - Dal campo di battaglia è pervenuta al nostro sindaco la notizia che in seguito a gravi ferite riportate combattendo da valoroso è caduto il 2 luglio il soldato degli alpini Spada Luigi di Angelo della classe 1884.”
• Giaccone Pilade (di Felice e Carvati Carolina), nato il 14 giugno 1891, anni 25, di professione muratore e soldato del 25º Reggimento fanteria , muore di gastroenterite a Begliano /San Canzian (TV), 16 Sez. Sanità. Dal suo foglio matricolare risulta che nel 1911 era stato considerato “rivedibile” alla visita di leva per “debole costituzione”, ma con l’entrata in guerra nel maggio 1915 tutti gli esonerati erano stati richiamati. “Il Monferrato” del 23/7/1916 riporta la notizia: “In seguito a grave malattia incontrata al fronte ha dovuto soccombere il 2 luglio il soldato Giaccone Pilade fu Felice della classe 1892 (sic). Alle desolate famiglie si rivolge il pensiero di tutta la cittadinanza vignalese coi sentimenti più vivi di ammirazione e di rimpianto.”
Nei giorni seguenti trovano la morte durante gli scontri :
• Porro Guido (di Luigi e Caselli Luigia), 25 anni, soldato del 14º Reggimento Bersaglieri (7ª Compagnia), nato il 30 marzo 1891. Ferito all’addome da arma da fuoco, muore l’8 luglio a Kamno (Fraz. di Tolmino), come nell’ottobre del 1915 era successo all’alpino Corona Silvio.
• Degiovanni Felice (di Felice), 25 anni non ancora compiuti, soldato del 9º Reggimento Fanteria, nato il 18 novembre 1891 . Per le ferite riportate in combattimento muore il 12 luglio a Pagarlok -Campomulo (TN). Il mese seguente ne viene data notizia su “Il Monferrato” del 20/8/1916 “ Vignale - È pervenuta notizia ufficiale al nostro sindaco che in seguito a ferite riportate in combattimento morì in zona di guerra il soldato Degiovanni Felice di Felice della classe 1891, nativo di Mombello Monferrato, domiciliato da molto tempo a Vignale.”
• Martinotti Primo (di Carlo e Rosignoli Luigia), soldato del 72º fanteria, 22 anni ancora da compiere, chiamato al fronte con il fratello gemello Martinotti Secondo che verrà dichiarato disperso sul Carso pochi mesi dopo, muore il 13 luglio in Val Lagarina (TN) per lo scoppio di una granata. Era nato il 2 ottobre 1894. Il Foglio matricolare registra “Morto in combattimento nella quota 890 antistante Tonolli come da atto di morte inscritto al n. 272 del registro degli atti di morte del 72º Reggimento Fanteria.” (13 luglio 1916). “Il Monferrato” del 13/8/1016 così lo ricorda: “Vignale - È giunta notizia ufficiale al nostro Sindaco che Martinotti Primo di Carlo è morto combattendo sul campo dell’onore.”
Ad agosto:
• Sannazzaro Stefano Mario (di Luigi e Comalea Felicina), nato il 22 marzo 1891, anni 25, sposato con Barberis Teresa. Soldato del 160º Reggimento Fanteria, ferito da scoppio di mina, muore il 4 agosto sul Monte Merzli (Tolmino) e viene sepolto a quota 1186. Su “Il Monferrato” del 3/9/1916 viene pubblicato l’annuncio “Vignale - Sul campo, in faccia al nemico che doveva essere snidato dall’irruenza delle baionette italiane, è caduto da prode il soldato di fanteria Sannazzaro Stefano di Luigi”.
• Ruschena Luigi (di Francesco e Caprioglio Francesca), nato il 19 agosto 1889, muore il 15 agosto, qualche giorno prima del suo 27º compleanno. Di professione agricoltore, divenuto Caporale del 9º Reggimento Bersaglieri, viene colpito in combattimento sul Monte Zebio (VI).
Nei combattimenti che interessano Oslavia lungo il fronte dell’Isonzo si distingue il vignalese:
• Marchisio Augusto (di Giovanni e Scamuzzi Ermelinda), nato il 19 agosto 1894, di professione macellaio, soldato del 19º Reggimento Fanteria, insignito a 22 anni di una Medaglia di Bronzo con la seguente motivazione “Quale mitragliere, seppe tenere il suo posto anche allorché la sezione, ridotta ad un’arma sola e con solo sette uomini, venne a trovarsi in condizioni assai critiche, Esponendosi a grave pericolo, coadiuvó i pochi suoi compagni perché alla sezione non venissero a mancare le cartucce, e , con essi e con l’aiuto di altri, attaccó il nemico alla baionetta, riuscendo a fare dei prigionieri e dando bella prova di coraggio e di alto sentimento del dovere. (Oslavia : 6-7 agosto 1916 )”. Ne darà notizia anche “Il Monferrato” del 17/6/1917.
L’anno si conclude poi con le offensive sul fronte del Carso, dove si combattono in ottobre e novembre l’VIII e la IX Battaglia dell’Isonzo, con la perdita di:
• Martinotti Secondo (di Carlo e Rosignoli Luigina), fratello gemello di Martinotti Primo caduto il 13 luglio in Val Lagarina, soldato del 7º Reggimento fanteria, dichiarato disperso in combattimento il 12 ottobre, aveva compiuto da qualche giorno il suo 22º compleanno.
• Zavattaro Ernesto Giacinto (di Pietro) , 33 anni, che muore sul Carso il 3 dicembre per le ferite riportate in combattimento. Nato il 2 marzo 1883, sergente maggiore del 33º Reggimento fanteria, ne dà l’annuncio “Il Monferrato” del 21/1/1917 nella sezione “Il nostro olocausto alla Patria”: “San Lorenzo di Vignale - Il 3 dicembre mentre alla fronte portava a firmare la sua licenza invernale per poter rivedere i suoi cari ed il suo natio paese, colpito per un triste destino da pallottola nemica, è caduto sul Carso il sergente maggiore Ernesto Zavattaro lasciando in tutti i suoi commilitoni e in quanti lo conobbero largo rimpianto. Era commesso dell’Amministrazione Provinciale di Cuneo, attivo intelligente ed apprezzato assai per le sue nobile virtù. Lascia nel lutto più profondo l’affezionata moglie e due cari bambini che cresceranno certamente ottimi cittadini seguendo le virtù del loro genitore e quelle della famiglia dimorante a S. Lorenzo”.
1917: cambia la geografia dei fronti
L’anno 1917 è destinato a passare alla storia come linea di demarcazione fra un “prima” e un “dopo” nella geografia dei fronti, a livello europeo e sul fronte italiano. Ad aprile gli Stati Uniti entrano nel conflitto mondiale dichiarando guerra alla Germania. A dicembre la Russia, dopo la rivoluzione di ottobre, firma l’armistizio: gli Imperi possono abbandonare il fronte orientale e concentrarsi su quello occidentale.
In Italia Cadorna continua a portare avanti, nella prima parte dell’anno, la sua strategia offensiva con la X e XI Battaglia dell’Isonzo, ma a ottobre gli Austro-Ungarici, con l’aiuto dei Tedeschi, attaccano sfondando le linee di difesa allo sbocco della valle fra Tolmino e Caporetto.
La ritirata di Caporetto del 24 ottobre segna il “prima/dopo” italiano: il fronte si sposta dall’Isonzo al Piave, il comando passa da Cadorna a Diaz. Le perdite sono ingentissime, moltissimi i prigionieri e i disertori, la ritirata si consuma in un clima di sbandamento dove centinaia di migliaia di soldati affollano le strade insieme ai profughi che scappano dalle terre teatro di battaglia.
I caduti Vignalesi in questo tremendo anno di guerra sono 14 (fra cui un disperso e 2 prigionieri) :
- 5 sull’Isonzo
- 3 sul Carso
- 1 sul Piave
- 3 negli ospedali per malattia
- 1 a Sigmundsherberg (prigioniero in Austria)
- 1 in località non rilevata
I decorati sono 4 (tra cui 1 caduto in combattimento).
A marzo muoiono:
• Gaudio Pierino (di Angelo), anni 20, nato il 14 gennaio 1897, soldato del 2º Reggimento Genio, che muore il 19 marzo per ferite da combattimento all’Ospedaletto da campo 124di Villanova Monte Fortin (GO).
• Crosta Pasquale Giovanni (di Antonio), soldato del 10º Reggimento Fanteria, nato a Moncalvo il 10 luglio 1881 e sposato con Benilde Artemisia Testa. Il 27 marzo, a 35 anni, muore le ferite riportate in combattimento nel Medio Isonzo. Viveva a San Lorenzo (Fraz. di Vignale, in Cascina Boschetto) dove lascia la famiglia composta dalla moglie e 4 bambine piccole.
Il 23 maggio sono tre i Vignalesi che perdono la vita sui campi di battaglia nello stesso giorno, mentre sono in corso i feroci scontri della “X Battaglia dell’Isonzo” (12 maggio - 5 giugno 1917):
• Borelli Cesare (di Bartolomeo e Follis Giulia), anni 34, nato il 9 ottobre 1882 e di professione cuoco, soldato del 67º Reggimento fanteria, disperso in combattimento sul Monte Santo altura alle spalle di Gorizia,
• Cordera Candido (di Pietro e Accornero Emilia), anni 22, nato il 13 marzo 1895, professione carradore, soldato del 113º Reggimento Fanteria (2ª sez. mitragliatrici), morto sul Carso per ferite al cranio dovute a una scheggia.
• Peracchio Giuseppe (di Carlo e Cerrati Giacinta), anni 28, nato il 14 aprile 1889, soldato del 77º Reggimento Fanteria (311ª compagnia mitraglieri Fiat), muore per ferite riportate in combattimento sul Medio Isonzo . “Il Monferrato” del 29/7/1917 ne darà notizia nella sezione “Il nostro olocausto alla Patria” : “Vignale - È morto sul campo per la grandezza dell’Italia il soldato mitragliere Peracchio Giuseppe di Carlo, la cui famiglia abita nella vicina frazione di S.Lorenzo”.
Sul Carso ottiene invece una Medaglia di Bronzo :
• Scagliotti Felice residente a Vignale (Fraz. San Lorenzo), Caporale reggimento fanteria matricola 25601: “Guidava con calma e perizia la squadra all’assalto delle trincee nemiche, e incitando i soldati con la parola e con l’esempio, raggiungeva, primo, l’obbiettivo assegnato. (Carso, 25 maggio 1917)
Nel corso dell’estate si registrano altri cinque caduti:
• il 21 giugno, Rifaldi Paolo (di Alessandro): nato l’11 settembre 1888, è un soldato di 28 anni che presta servizio presso la 2^ Compagnia di sussistenza e muore a seguito di “infortunio per fatto di guerra” ad Alessandria. Il Monferrato” del 2/9/1917 lo ricorda così “Vignale - In seguito a gravi ferite riportate in un attacco contro il nemico ha dovuto decedere in un ospedale da guerra il soldato Rifaldi Paolo di Alessandro”.
• il 7 luglio, Artuffo Angelo (di Luigi e Cesario Maria), 34 anni: nato il 2 agosto 1882, di professione muratore, combatte come Bersagliere del 5º Reggimento e muore per malattia nell’Ospedale di Guerra n. 51 a Mason Villa di Molvena (VI).
• il 28 agosto, Monti Mario (di Felice e De Dionigi Vittoria), 33 anni: nato il 9 gennaio 1884, agricoltore, soldato del 4º Reggimento Fanteria, muore in combattimento sul Monte San Marco (GO)
• il 1º settembre, Cotti Giovanni (di Giuseppe e Cantatore Teresa), 37 anni: nato il 5 maggio 1880, caporale della 793^ compagnia mitraglieri Fiat, muore per malattia all’Ospedale Civile di Alessandria
• il 22 settembre Negri Giovanni (di Luigi e Scoffone Severina): caporale del 146º fanteria, nato il 24 marzo 1894, muore sul Carso a 23 anni per lo scoppio di una granata e viene sepolto a quota 116, nei pressi del Lago di Doberdò (GO).
Due importanti riconoscimenti ottengono rispettivamente a Gorizia e sul Carso:
• Corona Felice (Sergente 254º reggimento fanteria M.M.) matricola 38090 - Medaglia d’Argento “Caduto l’ufficiale assumeva il comando del plotone e primo alla testa dei suoi uomini, con slancio mirabile muoveva all’attacco di una trincea sotto il vivo fuoco di mitragliatrici e artiglieria nemica, che causava al reparto perdite considerevoli. (Gorizia, 28 agosto 1917)
• Cotti Ettore (Soldato 13 gruppo bombardieri) matricola 5225 - Medaglia di Bronzo “Addetto ad un osservatorio di prima linea, essendosi interrotte le comunicazioni telefoniche, sotto il violento fuoco nemico, mentre le nostre fanterie muovevano all’assalto, portava un ordine alla propria batteria e, sebbene fosse rimasto ferito durante l’esecuzione di tale servizio, ritornava all’osservatorio per portare un secondo ordine, sprezzante del forte pericolo che gli sovrastava.” (Castagnevizza, 4 settembre 1917)
Il 24 ottobre ha inizio la “Battaglia di Caporetto” (o XII Battaglia dell’Isonzo): gli austroungarici, con l’aiuto dei tedeschi, lanciano un’offensiva pesantissima che costringerà Cadorna e l’esercito italiano a ripiegare dapprima sul Tagliamento e poi, il 4 novembre, sul Piave. L’ 8 novembre il Comando Supremo viene assegnato al generale Armando Diaz che organizza la resistenza sul Monte Grappa e sul Piave. Sottocapi di Stato Maggiore vengono nominati due generali piemontesi: Gaetano Giardino, nato a Montemagno, e Pietro Badoglio, nato a Grazzano.
Dal 13 al 26 novembre ha luogo la “I Battaglia del Piave” in cui gli italiani difendono il territorio fra le rive dei fiumi Brenta e Piave . Fra i caduti Vignalesi si registrano:
• Accornero Umberto (di Felice), anni 30: nato il 13 maggio 1887, soldato del 91º Reggimento Fanteria, che muore il 19 novembre nell’Ospedale di Cavaso (TV) per ferite riportate in combattimento.
• Luparia Dante Giuseppe (di Carlo e Monzeglio Carolina): nato il 28 novembre 1887, di professione fattorino ferroviario, Tenente di complemento del 1º Reggimento artiglieria da montagna, ha da poco compiuto i 30 anni quando muore il 6 dicembre per le ferite riportate in combattimento. Aveva ottenuto una Medaglia di bronzo un anno prima combattendo sul Coni Zugna, quando era ancora Sottotenente (medaglia che sarà poi commutata in Medaglia d’argento nel 1922) Per i suoi atti di coraggio durante la resistenza contro l’offensiva austro-tedesca gli viene riconosciuta una seconda Medaglia d’argento. Siamo sull’Altopiano della Bainsizza, conquistata dagli italiani nell’ agosto 1917 durante l’ “XI Battaglia dell’Isonzo” e ora teatro di duri scontri: “In due giorni di aspra lotta combatté strenuamente, dando prova di chiara intelligenza e di mirabile arditezza nell’impiego della propria batteria da montagna. Ferito molto gravemente, prima di lasciare il proprio reparto informava l’ufficiale che lo sostituiva degli ordini ricevuti, continuando ad incuorare i suoi soldati affinché perseverassero nell’adempimento del proprio dovere. Soccombeva poco dopo per le ferite riportate”.(Jellenich - Bainsizza, 25 ottobre 1917) . Da questa descrizione parrebbe una morte sul campo di battaglia, ma nell’Albo d’oro dei caduti il decesso è ufficialmente registrata il 6 dicembre in prigionia. Il 26-27 ottobre Cadorna aveva ordinato la ritirata sul Tagliamento e la drammatica confusione di quei giorni potrebbe giustificare la non perfetta coincidenza fra le due versioni ufficiali, che riportiamo però nella loro integrità per dovere di cronaca.
• Dabandi Tito (di Marziano e Natta Felicita), di professione cuoco muore pochi giorni dopo, il 15 dicembre di polmonite nel campo di Prigionia di Sigmundsherberg in Austria. Nato il 21 dicembre 1889 avrebbe compiuto dopo qualche giorno 28 anni. Prestava servizio nel 38º Reggimento di Fanteria. Non si hanno invece informazioni di dettaglio per quel che riguarda il vignalese Corona C. ritratto fra icaduti nel quadro commemorativo del Comune di Vignale
1918: ancora un lungo anno di sofferenza prima della vittoria
Il ritiro della Russia sovietica dalla guerra, che porta alla pace di Brest Litovsk firmata il 3 marzo 1918, dà modo alla Germania di concentrare le forze sul fronte occidentale per quella che viene considerata dagliImperi Centrali la “spallata finale” che potrebbe portare alla fine della guerra e alla vittoria
In Francia si consumano mesi drammatici e l’Italia invia truppe sul fronte francese già a partire dalla fine del 1917, come gesto di solidarietà per l’invio di divisioni francesi sul fronte italiano. Gli italiani subiscono pesanti perdite partecipando alla seconda battaglia della Marna e alla controffensiva degli Alleati dopo “l’offensiva dei cento giorni”. Sul fronte italiano a giugno si combatte la “II Battaglia del Piave” (o “del Solstizio”), ma è solo la “III
Battaglia del Piave” di fine ottobre che porta alla vittoria di Vittorio Veneto (TV) e con essa alla firma dell’armistizio il 3 novembre a Villa Giusti.
Il 1918 è anche l’anno in cui la terribile epidemia denominata “spagnola” miete vittime fra i soldati in trincea, addetti alla sanità di tutte le nazioni e popolazione civile. La malnutrizione, gli ospedali affollati, la scarsa igiene contribuiscono al diffondersi di questa malattia che investe via via anche paesi lontani con un bilancio pesantissimo che si andrà a sommare alle vittime della guerra vera e propria.
Il 1918 è un anno di pesanti perdite anche per Vignale, sono 15 i caduti :
- 3 sul Piave
- 4 in ospedale per malattia
- 4 in prigionia per malattia o ferite da combattimento
- 1 in Francia
- 3 in località non specificate.
I decorati sono 8, compresi 3 Vignalesi che prestano il loro servizio in Marina, operando nelle acque dell’Adriatico.
Non troviamo più su “Il Monferrato” le lettere dal fronte e gli omaggi ai caduti che con tanta enfasi e retorica avevano occupato le pagine del giornale fin dalle prime settimane dell’entrata in guerra. La censura evidentemente si impone per controllare la diffusione di notizie e nascondere i malumori sul “fronte interno”. Questo non impedisce ai soldati italiani di continuare a morire sui campi di battaglia o nei campi di prigionia, dove le malattie decimano i prigionieri provati dalla fame perché lo Stato italiano, a differenza degli altri Stati, nega l’aiuto governativo, considerando questa tattica un utile deterrente contro le facibili rese al nemico.
Fra i soldati Vignalesi sin dall’inizio dell’anno si segnalano i decessi di:
• Adreone Giovanni (di Secondo e Beccaria Francesca), soldato dei 2º Reggimento bersaglieri, nato il 3 novembre 1890, che a poco più di 27 anni muore il 5 gennaio per malattia dopo essere stato fatto prigioniero
• Mantelli Carlo (di Evasio e Cavagnino Emanuela), soldato del 78º Reggimento Fanteria, nato il 1º maggio 1879, sposato con Ferrero Teresa, che muore a 38 anni per pleuropolmonite il 7 gennaio a Thiene (VI) dove viene sepolto.
• Negri Paolo (di Prospero e Accatino Rosalia), muore il 14 marzo in prigionia a 35 anni a Dosso Faiti , Comune della Castagnevizza nei pressi di Gorizia. Era soldato del 127º Reggimento Fanteria, nato il 2 giugno 1882, di professione contadino.
• Rizzoglio Ettore (di Mario e Negri Vittorina) nato il 29 dicembre 1899: è un “ragazzo del ‘99” che muore a 18 anni il 26 marzo nell’Ospedaletto da Campo n.38 per ferite da scheggia di granata. Era Caporalmaggiore del 42º Reggimento Fanteria e lì viene sepolto, a Sant’Eulalia, frazione di Borso del Grappa (TV).
Il 25 maggio inizia sull’Adamello la “Battaglia bianca del Presena” con cui gli italiani riescono a conquistare le cime a 3.000 metri che consentono il controllo del Passo del Tonale. È per l’azione durante questi combattimenti che viene conferita la Medaglia di Bronzo a:
• Gaudio Raineri (di Romano e Ferrarino Delfina), 23 anni appena compiuti , nato il 18 maggio 1895, Caporale Maggiore del 5º Reggimento Artiglieria Campagna (12 raggruppamento pesante campale 33 gruppo 97 batteria, n. 647 matricola). La motivazione è la seguente: “Nell’imminenza di un’azione, essendo alla riserva della batteria, chiedeva insistentemente di far parte di una pattuglia di collegamento in trincea, ed ottenutolo, assolveva, con perizia e coraggio singolari, il suo compito, rimanendo infine ferito”. (Conca Presena (TN), 26 maggio 1918).
Fra il 15 e il 23 giugno si svolge la “II Battaglia del Piave”, detta anche “del Solstizio”, in cui non si registrano Vignalesi fra i caduti ma importanti onorificenze sono riconosciute a:
• Degiovanni Oreste (Sottotenente complemento 49 reggimento fanteria) - Medaglia d’argento “Assunto volontariamente il comando di una pattuglia che doveva eseguire un colpo di mano, quantunque fatto segno a un vivo getto di bombe ed a raffiche di mitragliatrici nemiche, si spingeva arditamente in un bosco, alla testa dei suoi uomini, sgominando l’avversario e volgendolo in fuga. Si dava poscia all’inseguimento sotto un vivo fuoco di artiglieria, e, nella lotta corpo a corpo, infliggeva al nemico numerose perdite, fra cui quella di un ufficiale. Rimaneva leggermente ferito. ( Palò (Val Concei) (TN), 23-24 giugno 1918). Degiovanni Oreste, nativo di Casorzo, sposato con la vignalese Castellaro Ada maestra alle scuole elementari, trascorse la sua vita a Vignale dove si dedicò all’insegnamento e venne eletto Sindaco nel 1964.
• Scrivano Enrico (Soldato 80 reggimento fanteria, matric. n.31475) - Croce di Guerra al Valor Militare “Si offriva spontaneamente per accompagnare il capitano aiutante maggiore, che doveva riconoscere la lineaavanzata del Piave, dimostrando sprezzo del pericolo e riuscendo di bello esempio ai compagni.” (Zenson di Piave, (TV), 23 giugno 1918)
Nell’ Adriatico intanto la nostra Marina era impegnata a dare supporto all’esercito italiano in Albania, bombardando il porto di Durazzo occupato dagli austroungarici. Fra i decorati della
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