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Rolando, le vecchie osterie

Presentazione venerdì 13 nel Salone delle Lunette del Museo Civico

Venerdì 13 dicembre, alle ore 17.30, nel Salone delle Lunette del Museo Civico di Casale si terrà la video presentazione del libro intitolato “Le vecchie osterie” di Renzo Rolando. Noto come restauratore di affreschi e statue, pittore di meridiane, è autore di una decina di libri sulle tradizioni popolari e sulle curiosità della vecchia Casale e di alcuni paesi del circondario.

Nella nuova ricerca, come recita il sottotitolo, l’autore mette a fuoco 300 locali, tra alberghi, trattorie, osterie caffè e bar della città e delle frazioni a partire dall’antica Osteria del Moro, attestata dalla metà del Cinquecento, fino agli anni Ottanta del Novecento. L’opera è frutto della consultazione dei giornali locali e delle guide di Casale, perfezionata sull’archivio storico digitale del bisettimanale “Il Monferrato” e arricchita da numerose immagini messe a disposizione da alcuni collezionisti. La rassegna è organizzata sulla base della divisione urbana nei quattro cantoni di Brignano, Montarone, Lago e Vacaro, cui si aggiungono molte informazioni sui locali presenti nelle frazioni di Casale. Anche se talvolta sono stati silenziosi testimoni di crimini, risse per il gioco della morra, bische clandestine, furti, ferimenti e duelli che si consumavano alla Cittadella, questi luoghi furono anche il ritrovo della borghesia colta di fine Ottocento, come il “Bottegone”, il vero caffè di Casale, il primo ad avere l’illuminazione elettrica. E poi altre interessanti curiosità, come il prelibato amaro “Liberatore Zorzoli” che si trovava nel bar delle “Sorelle Zorzoli”. Nel “Caval ad bronz” si produceva il famoso sciroppo al Tamarindo e al “Due Palme” dal settembre 1961 tutti i giorni per i militari in libera uscita c’era un’ora di ascolto gratuito di brani musicali del juke box stereofonico unico in Piemonte. Nell’hotel “Bandiera”, primo ristoro economico per lavoratori, consumavano gratuitamente il pasto gli spalatori di neve ingaggiati dal Comune. Il colore degli omnibus distingueva gli alberghi cittadini di alta categoria, come il “Leon d’Oro”, il “Principe”, i “Tre Re Vecchi” e la “Rosa Rossa” nei cui locali presi in affitto da don Giuseppe Biletta è nato nel dopoguerra il futuro Contardo Ferrini, mentre l’albergo “Sbarco” in fondo all’attuale via Lanza era vicino all’approdo dei battelli provenienti da Torino. Molti ricordano la trattoria “Pesci Vivi”, all’inizio dell’attuale corso Manacorda, dove i piaceri della buona tavola, soprattutto le alborelle fritte appena pescate, si sposavano con gli effetti inebrianti del vino “ateo”, assolutamente da non battezzare con l’acqua. Oggi restano pochissimi locali storici, la maggior parte è scomparsa, ma in tutti sopravvive l'anima genuina della nostra città.

Dionigi Roggero