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Sinagoga: libro e mostra
Un pomeriggio sotto la capanna...
Passano gli anni, le vicende della vita e della storia, ma Stella Bolaffi Benuzzi è sempre uguale: gioviale con il suo pubblico, ma anche determinata nel suo carattere quanto nella scrittura. Ha pubblicato una decina di libri, cominciando la carriera letteraria alle soglie degli ottant’anni, dopo una vita da psicologa in tribunali e penitenziari.
Eppure, la grinta che si specchia nella sua narrativa, non diminuisce, anzi. Domenica 12 ottobre nel complesso ebraico di Casale ha presentato “Oltre i limiti”, un titolo che dice già tutto e che gli è stato suggerito da un cartello in un carcere. “Ha un significato etico -spiega - uno può andare oltre i limiti, ma poi recuperare, l’inferno non è per sempre”. Come altre opere anche questa oscilla tra la fantasia e un proprio lessico famigliare, ma sempre con l’idea di abbattere pregiudizi e sentenze già scritte. Marco Cavallarin, coinvolto nella presentazione, cita un racconto che parla della Legione Straniera e lo scrittore Bruno Quaranta alla sua destra rilancia: “Stella può ambire al ruolo di legionaria”, ma lei è già oltre, ricordando passioni di una vita non troppo convenzionale in una grande famiglia di una Torino tutt’altro che noiosa.
La presentazione del libro di Stella Bolaffi è l’incipit di un pomeriggio sotto la sukkah, la capanna che viene costruita in occasione della festa di Sukkot. E Claudia De Benedetti, Presidente della Fondazione Casale Ebraica, insieme a Diletta Carmi, introduce un altro momento dedicato a Stella Bolaffi, che per l’occasione ha portato una bellissima lampada di Chanukkah in ricordo del fratello Alberto e del padre Giulio molto legati alla comunità. “In questi giorno vedo la luce di questa lampada come un segno speranza che il Signore faccia venire il miracolo della pace” – dichiara la scrittrice. Un’occasione anche per ricordare il prossimo appuntamento alla Comunità Ebraica, il 14 dicembre, con l’immancabile accensione dei lumi partecipata da tutta la città.
Il pomeriggio prosegue in sala Carmi con l’inaugurazione della mostra “Dimore di luce” di Alysson Feit, artista francese di fama internazionale, curata da Ermanno Tedeschi. Grandi opere che segnano lo spazio facendo diventare protagoniste le lettere delle “birkot”: le benedizione ebraiche, a cominciare da quella per la casa. L’alfabeto diventa trame e geometrie, ma soprattutto parte di un messaggio di armonia universale. Ultimo atto della giornata, di nuovo sotto la sukkah per la benedizione legata a questa festa e per la tradizionale merenda offerta a tutti i visitatori (molti anche dall’estero) con dolci che mischiano la tradizione giudaica con le altre che attraversano questo posto. Ci sono persino gli scones inglesi.
Alberto Angelino