Notizia »
Arte a Casale fine 1700. Dizionario e opere dei pittori e scultori presenti a Casale
Di Renzo Rolando - Un grande patrimonio di una città capitale
L’ultima fatica storico-letteraria di Renzo Rolando, noto artista casalese, ha un titolo alla Wertmuller. “Arte a Casale fine 1700. Dizionario e opere dei pittori e scultori presenti a Casale a fine 1700. Dal libro Ritratti della città di Casale di Giuseppe De Conti del 1794, ampliato e integrato”.
Si apre con un interessante capitolo dedicato agli edifici sacri, quelli presenti e quelli scomparsi che sono molti -e magari meriterebbero un kurus a ricordo- come la Maddalena, in via Cavour, antico convento delle clarisse, originario da quello di Rocca delle Donne, Santa Maria di Piazza (era in piazza Mazzini, qui hanno lasciato le tracce sulla pavimentazione), Sant’Orsola anch’essa conventuale in piazza del Tribunale, San Ludovico dei Cappuccini nella zona del Sobrero, San Francesco con epicentro l’attuale piazza Coppa, aveva ricche sepolture, San Bonifacio Martire, in via Aporti, vi si venerava la copia autentica della Sindone oggi in Sant’Ilario, Santa Maria degli Angeli, fondata nel 1200 dagli Antoniani, fuori le mura verso il Priocco. Noi ci aggiungiamo San Bartolomeo in piazza Baronino con le sue volte lignee e una datazione ducentesca, oggi è di pertinenza dei Carabinieri.
Il lungo elenco dei pittori (che patrimonio da città capitale!) corredato da belle foto inizia con l’Alberini forse il miglior allievo (figlie a parte) di Guglielmo Caccia, Rolando identifica suo opere in San Pietro, Santa Maria, chiostro di Santa Croce, San Paolo, Sant’Antonio, Sant’Ilario, San Filippo e San Michele; con il famoso caravaggesco Musso avrebbe dovuto essere l’autore di affreschi alla cappella del Castello, i saggi al tempo del restauro nulla trovarono.
Vediamo altri nomi quasi a random, ci piace citare l’Aliberti che ci fece scoprire mezzo secolo fa il Vignoli mentre restaurava Santa Caterina e recentemente una brava guida in Sant’Agostino di Asti.
Tra i quadri scomparsi e citati da Rolando un “Ecce Homo” del Giorgione in San Filippo e il “San Tommaso” del Berrettini arrivato da Cortona per dipingere in Santa Croce.
Il “San Sebastiano” del Caroto in Santo Stefano potrebbe essere scambiato per un Raffaello. Il Cignaroli “piemontese di stima” per il De Conti (in realtà è veronese) vanta vedute o sovrapporte nei palazzi Mossi, Fassati, Magnocavalli.
Di Maria Giovanna Clementi detta la Clementina parliamo ogni volta che citiamo Papa Pio V visto che ne ha realizzato uno splendido ritratto che si ammira in navata sinistra di San Domenico.
Al volo su Defendente Ferrari a bottega dello Spanzotti e giusta citazione per il suo polittico della chiesa del Gesù di via Piccaroli: “Sant’Anna e il bambino”. Vista l’epoca ammiriamo la foto di un altro polittico: “Genealogia della Vergine” di Gandolfino da Roreto oggi in Sant’Antonio (da Santa Maria degli Angeli). Lungo elenco per Guglielmo Caccia (Il Moncalvo).
Ma lasciamo al lettore il gusto della scoperta fino ad Ambrogio Volpi per Rolando autore dell’altare di San Bernardino in Duomo. L.A.