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La Cittadella di Casale alla Crocetta

Relazione del nostro collaboratore Dionigi Roggero

Si è tenuto venerdì scorso nella prestigiosa sede del settecentesco “Educatorio della Provvidenza”, una delle più antiche istituzioni culturali torinesi al centro dell’elegante isola pedonale della Crocetta, il consueto incontro mensile su Scienza Arte e Fede. Il tema “Casale e Torino. Due fortezze a confronto. Coeve con diverso storico/fatale destino/declino” era stato scelto da Roberto Maestri, scomparso drammaticamente e ricordato in apertura.

La Cittadella di Casale è stata presentata attraversi immagini dal nostro collaboratore Dionigi Roggero a partire dal progetto, affidato da Vincenzo I Gonzaga duca di Mantova e di Monferrato al friulano Germanico Savorgnan e concluso con l’inaugurazione dell’imponente fortificazione reale con sei bastioni nel 1607. Negli anni successivi, caratterizzati dalla crisi dinastica gonzaghesca, riprendono le pretese sabaude sul Monferrato coinvolto nella guerra per la successione di Mantova e del Monferrato. A partire da quella data la piazzaforte di Casale, dal 1681 annessa alla Francia del Re Sole e potenziata su progetto del celebre Vauban, subisce diversi assedi, senza effetto, fino allo smantellamento della celebre fortificazione. Il torinese Piergiuseppe Menietti, collaboratore del “Museo Pietro Micca e dell’Assedio di Torino del 1706” e membro dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, si è soffermato con competenza sulle vicende storiche della pentagonale fortezza sabauda, sorta nella seconda metà del Cinquecento sulla cinta muraria cittadina per volere del duca Emanuele Filiberto dopo lo spostamento della capitale da Chambery a Torino. Il relatore ha descritto, in particolare le caratteristiche del “Pastiss”, la casamatta progettata da Ferrante Vitelli nel 1574. La pentagonale fortificazione sabauda è ricordata come teatro della guerra di successione spagnola per il celebre assedio del 1706, sventato dall’esplosione della galleria provocata da Pietro Micca, che sacrificò la vita per impedire l’avanzamento del nemico.

Della Cittadella di Torino sono rimasti, oltre alle gallerie, il Cisternone, un pozzo a doppia rampa elicoidale che consentiva l’indispensabile rifornimento idrico in caso di incendio, e il Mastio, oggi sede del “Museo storico nazionale dell’artiglieria” e del “Museo Pietro Micca e dell’Assedio di Torino”.