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La Mia Milano di Elio Gioanola

La prima Fiera del 1948 - Gelato da Motta

Ho visto Milano per la prima volta nella  primavera del ’48, l’anno di una delle prime Fiere Campionarie che si tenevano in quella città, dopo le interruzioni dovute alla guerra.

Per riprendere un ricordo cui ho già accennato, ero con mio padre e gli altri due tabaccai del paese, che avevano deciso di andare assieme per vedere la grande fiera che inaugurava il tempo nuovo della pace e della ripresa economica della nazione.

Già correvano i tram, non tutti però, e ricordo che facemmo sul n.8 il percorso dalla deserta stazione di San Cristoforo verso il centro, sbarcando all’improvviso in piazza del Duomo, proprio davanti all’edificio  della basilica, intatto dopo tutti i bombardamenti aerei che avevano distrutto mezza città. Anche la Galleria era stata colpita, ma ormai era sgombra dei vetri caduti e molte vetrine era state riaperte.

L’unica cosa che ricordo bene era il Motta, l’antico caffè- pasticceria dove i tre tabaccai entrarono per bere qualcosa e a me mi comprarono uno dei primi gelati con lo stecco, tutto al cioccolato, che feci fatica persino a mangiarlo tutto.

Ma quel giorno era il primo della mia vita che anticipava di cinque anni tutta la serie dei miei viaggi, che avrei dovuto fare, da allora fino a cinque anno dopo, dal paese alla città dove avevo deciso di fare i miei studi universitari. Un vero introibo al mio destino, culminato con la visita alla basilica si Sant’Ambrogio, effettuato in mezzo  alle rovine dei bombardamenti. Non conservo il ricordo di quella passeggiata, che dovette essere piuttosto lunga, ma seppi solo in seguito che eravamo passati proprio davanti all’Università del Sacro Cuore, l’ateneo  che avrei scelto per la mia laurea. Fu proprio a San Cristoforo che cinque anni dopo sarei approdato, per prendere lo stesso tram della visita alla Fiera, perché era l’unico che partisse da quella periferia e, percorrendo il Giambellino, mi portasse fino all’ augusto edificio gotico, attraversato il quale mi trovavo  alla meta proprio adiacente ad esso. Non dirò niente di quegli anni perché furono abbastanza deludenti, fatta eccezione per alcune materie come la storia greca e romana, nella quale finii per laurearmi avendo subito il fascino del professore di quella materia. Dirò soltanto che non sono mai riuscito a digerire il 110 senza la lode, toltami dall’insegnante di latino perché, nella bibliografia, l’unica parte del lavoro cui avesse dato un’occhiata, il dattilografo aveva saltato una lettera in una doppia.

Ma fu alcuni anni dopo la laurea che Milano divenne la mia città di riferimento, perché era la capitale delle case editrici e, quasi obbligatoriamente, mi rivolsi ad una di queste per la pubblicazione del mio primo libro. Fu l’inizio di una lunga storia, perché lì trovai il lavoro  che mi permise di provvedere alle necessità della mia numerosa famiglia e perché, con il generoso e capriccioso editore, ebbi un  rapporto di lunga durata e di molta soddisfazione.

Da grosso commercialista quel era di professione, era stato lui a curare gli interessi economici di Eugenio Montale e io ebbi l’idea, rivelatasi felice, di inventare un premio letterario di poesia, dotato di un ricchissimo premio da conferire annualmente ad un poeta particolarmente meritevole. I primi due proclamati come vincitori, poeti del calibro di Biagio Marin e Vittorio Sereni, rinunciarono a riceverlo perché credettero a uno scherzo (trenta milioni negli anni Ottanta erano davvero una cifra), avendo motivo di pentirsi amaramente, dal momento che avevano ritenuto il premio troppo ricco per essere vero.

Ebbi modo nel periodo di durata del Librex-Montale, di vedere premiati i maggiori poeti italiani, ricevendo telefonate di raccomandazione da parte anche dai maggiori tra loro. Ma il mio rapporto editoriale più importante si può dire abbia toccato il momento più significativo con la Jaca book, casa con la quale ho pubblicato tutti i libri scritti dagli anni Ottanta a oggi, quasi una ventina di volumi a cui ho affidato gran parte della mia produzione letteraria, da Leopardi a Manzoni a Pascoli, ai maggiori poeti e scrittori dei due ultimi secoli, il periodo dei miei più veri interessi, quelli della modernità e contemporaneità.    

Elio Gioanola

FOTO. Fiera di Milano del 1948, Viiale dell'Industria

PUBBLICATO IN CARTACEO VENERDI'9 AGOSTO A PAG. 20