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Il castello di Agliè

di Armano Luigi Gozzano 

Ma è quello di Rivombrosa? Davanti alla lanterna magica del passato, affrontando la storia di un castello, ci rassegnamo a verità che sono in contrasto con i fatti conosciuti ma questa pagina propone un momento drammatico poco noto dell'ultimo periodo bellico sul monumento più bello di Agliè. 

Dopo l'avvento di Napoleone che lo aveva adibito a ricovero e il parco ceduto ai privati per l'agricoltura, il castello ritornò ai Savoia nel 1823 ed ereditato da Filiberto di Savoia duca di Pistoia e dalla moglie duchessa Lydia di Arenberg. 
Nel 1839 cedette l'antico maniero allo Stato Italiano per otto milioni di lire, poi adibito a museo dove sono esposte alcune opere di Luigi Canina, l'architetto casalese introdotto in casa Borghese dal marchese di San Giorgio Evasio Gozzani, amministratore del principe Camillo e Paolina Bonaparte. Nel castello troviamo anche un’opera di Cipriano Cei (di Cella Monte, sepolto nel cimitero del paese monferrino) dal titolo “Ritratto dei figli di Tommaso di Savoia”, risulta restaurato nel 2022.
Anche Guido Gozzano dedicò uno scritto al castello del borgo alladiese, dove viene ricordato un poeta contemporaneo di Guido, Flavio Eligio Maria Razzetti. Il padre Napoleone compose un commento estetico alle Odi Barbare di Giosuè Carducci, ottenendo lusinghiera approvazione di Carducci stesso. Razzetti fu anche giornalista e inviato speciale per ventisei volte negli USA, pittore, autore di commedie teatrali, romanziere e pubblicista. In un sonetto a lui dedicato dal poeta dialettale torinese Giovanni Bono, il personaggio di Monsú Razet viene descritto come talentuoso, una figura fuori dal tempo, col suo giaccone frusto e le scarpe scalcagnate. ùAlla domenica pomeriggio, nel caffè Cannon d'Oro di Agliè, l'antico gioco delle carte dei tarocchi permise a Razzetti di stringere amicizia con la famiglia di Pina Gozzano (*1925) che ha generato la propria linea a New York. La cugina Walburga Bollendorf di Norimberga detta Walga, moglie del prof. Mario Gozzano figlio del generale medico Francesco e nipote materno del principe e generale Don Maurizio Ferrante Gonzaga, fu protagonista del salvataggio di Agliè, uno dei luoghi dei Gozzano originari di Luzzogno oltre a Cereseto e Casale Monferrato. 
Opponendosi fermamente alla decisione del compatriota e comandante nazista di distruggere il borgo, salì sul balcone del castello e rischiando la propria vita sfidò il generale tedesco che rinunciò al bombardamento. Mario fu docente a Cagliari, Napoli e Bologna dove fu direttore del reparto psichiatrico universitario. Alla Sapienza di Roma fu direttore della clinica neuropsichiatrica dove è stata a lui intitolata l'aula Gozzano. Pubblicò diversi trattati sulle malattie nervose ed ebbe quattro figli: Franco pittore, Gabriella grafica pubblicitaria, Elisabetta alias Ingrid neuropsichiatra infantile a Roma e Renato, regista, fotografo ed inventore dei mitici Bank Window-Light che hanno fatto epoca nella storia mondiale della fotografia di moda, prodotti nella propria azienda lungo il Naviglio di Milano che prese il nome di Lucifero. Nella famiglia di Mario troviamo il cognato Don Pasquale Sorgente, a Roma allievo della nota educatrice Maria Montessori e la cognata Natalia, sorella del famoso musicista Mario Labroca direttore della Scala di Milano. Il loro figlio Francesco Gozzano era accompagnatore del presidente Saragat negli anni '60 e ultimo direttore dell'Avanti all'epoca di Tangentopoli.
Armano Luigi Gozzano