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Il libro di Simona Martinotti

Nell’atelier di Laura Strambi

Dall’Odissea in poi sappiamo tutti che il viaggio non è solo un tragitto dal punto A al punto B, ma la ricerca di qualcosa che manca alla nostra anima. Ed è significativo che sia proprio affidata a un libro dedicato ai viaggi l’inaugurazione di un nuovo spazio culturale a Casale sabato 29 novembre: l’atelier di Laura Strambi, in via Lanza 87. La monferrina stilista, apprezzata a livello internazionale, ha molto viaggiato, e soprattutto molto cercato, tra le forme della bellezza e dell’arte. “Il viaggio ci rappresenta”, dice mentre introduce i suoi primi ospiti, annunciando un calendario settimanale che renderà questo luogo della moda anche un luogo di incontri e grandi tour dell’anima.

Ma intanto ci siamo goduti l’affollata presentazione de “Il poeta pescatore e altri racconti di arrivi e partenze” di Simona Martinotti (Edizioni della Goccia). Una “poetica del tragitto” delineata in 27 brani, dove arrivare è solo il punto di inizio per mettersi di nuovo in cammino. “Partire” o “tornare” in qualche modo coincidono: sono sempre l’occasione per aprirsi a ciò che è nuovo e diverso. Ed è proprio la diversità uno dei punti di forza del libro, che emerge dal discorso tra l’autrice, il suo pubblico e il suo editore Davide Indalezio. Si percepisce l’affetto per ogni territorio che ha attraversato. Prima di tutto il Monferrato, con un brano che nasce a Santa Maria del Tempio e un altro debitamente esoterico ambientato a Lucedio; ci sono i ricordi di Superga e Genova, uno squarcio di una Milano nevrotica e crudele, il ritratto di un viaggio in Germania che diventa l’occasione per un passaggio di testimone generazionale. Persino un’incursione nella fantascienza. “Argomenti diversi che diventano l’occasione per unire persone diverse e condividere sensazioni – spiega Simona Martinotti – in ogni caso raccontare se stessi è sempre una liberazione”.

Indalezio evidenzia un particolare biografico importante: come l’autrice sia passata dal libro di viaggio, e quindi dal reportage, alla narrativa. Un salto che in un certo senso è un semplice cambiamento di prospettiva. “Mi sono soffermata sui sentimenti, sulle emozioni durante gli spostamenti e non sulla meta nel viaggio si notano i particolari e si conoscono nuove persone. E molte si conoscono anche le nelle presentazioni dei libri di viaggio, a giudicare dalla folla per i firmacopie.

(a.a.)