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Chiese romaniche nel Monferrato

Con la studiosa Francesca Veronese

“Chiese romaniche nel Monferrato”. Se n’è parlato sabato scorso a Villadeati con la studiosa Francesca Veronese, nell’ambito del ciclo di incontri culturali promossi dall’Associazione Madreselva, presso lo storico edificio di culto dedicato a San Remigio. Partendo dalle origini e dall’architettura, la Veronese ha illustrato evoluzione, identità e differenze delle chiese romaniche, entrando nel merito della polifunzionalità delle stesse, utilizzate prevalentemente ai fini liturgici, ma anche civili e sociali, e degli elementi architettonici caratterizzanti come, tra gli altri, lo jubé, il pontile-tramezzo, per separare il coro, riservato ai presbiteri, dalla navata, che accoglieva i fedeli, nonché dei decori scultorei. Nel Monferrato, una prima rete di chiese rurali battesimali e oratori privati, si formò, presumibilmente, già a partire dal V-VI secolo d.C..

Secondo la famosa immagine di Rodolfo il Glabro, fu nel corso dell’XI e XII secolo che, in concomitanza con la ripresa di uno straordinario vigore da parte delle fondazioni religiose, Italia e Gallia si ricoprirono  di una “candida veste di chiese” fino a quando, nella seconda metà del XII secolo, si dovette fare i conti con limitazioni e divieti nel costruire nuovi edifici. Ha scritto lo storico Carlo Aletto: “tra il XI e XII secolo, in Piemonte, sorsero dal nulla o furono radicalmente rimaneggiate oltre 1300 chiese”.  Tra i materiali utilizzati, sono stati ricordati il legno, la pietra e il cotto, così come la arenaria o pietra da taglio, ma anche i materiali di reimpiego. Prevalente per il Monferrato è la policromia dei paramenti murari, costituita dall’alternanza di mattoni e conci di arenaria, o calcare locale ben squadrato, a richiamare la “scuola del Monferrato”, mentre alcuni edifici tradiscono influssi stilistici esogeni.  Pur mantenendo elementi classici ricorrenti, erano il tempo, lo spazio e il contesto sociale a definire le differenti caratterizzazioni architettoniche. Tra gli elementi scultorei, i demoni del mondo antico, rappresentati da buoni e da cattivi, nel medioevo cristiano si andranno a riclassificare come angeli e diavoli. La bellezza espressiva restava così il mezzo offerto per ascendere verso la spiritualità. Testimonianze della fiorente attività architettonica di quei secoli impreziosiscono, tutt’oggi, l’intero Belpaese, riservando, al Monferrato, esempi di grande bellezza e magnificenza, a partire dalla Cattedrale di Casale, fino a raggiungere le pievi, le abbazie, gli oratori, le cappelle e campanili, che costellano l’intero comprensorio agreste monferrino.

Chiara Cane