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Il concerto di Sabrina Lanzi

Ovazione finale in Santa Chiara, un grande Rachmaninoff
Tutto esaurito oggi, domenica pomeriggio, nell'intimo spazio di Santa Chiara al concerto della pianista Sabrina Lanzi, casalese d'adozione.
Musiche di Liszt (ispirate alle liriche di Petrarca), Chopin nel periodo di Valldemossa di Maiorca, un difficilissimo Rachmaninoff.: Sonata n.1
Giusta ovazione finale.
Tornando a Rachmaninofforium la Lanzi ha offerto un'interpretazione  che ha sfiorato i confini tra virtuosismo tecnico e profondità psicologica, trasformando il brano in un racconto esistenziale di struggente intensità.Sin dalle prime battute  ha rivelato una comprensione fenomenale della partitura. Il primo movimento - Allegro agitato - è stato articolato con un'energia quasi demoniaca, dove i passaggi impetuosi alternavano una tagliente precisione a momenti di liquida fluidità. La sua tecnica non era mere note, ma architettura sonora: ogni accento, ogni sfumatura dinamica sembrava scavare nell'intimo universo emotivo del compositore russo.
 
Nel movimento lento, la pianista ha raggiunto vette di commovente introspettzione. La sua capacità di sospendere il tempo, di far respirare i silenzi tra le note, ha trasformato l'Adagio in una meditazione quasi metafisica. I tocchi pianissimo evocavano sussurri di memoria, mentre i crescendo esplodevamo come improvvise rivelazioni interiori.
 
Il finale - Allegro molto - è stato   folgorante. Ha affrontato la complessità ritmica e la densità contrappuntistica con una leggerezza che sfidava la meccanica stessa dello strumento. Le sue mani sembravano danzare su un precipizio sonoro, controllandone perfettamente ogni fremito e tensione.
Sabrina Lanzi non si è limitata a suonare Rachmaninoff, lo ha ri-composto, ri-pensato, traducendolo in una dimensione che oltrepassava la partitura.
 
Da citare che era esposta a lato del pianoforte “Un percorso di momenti felici”, opera che l’artista Maria Grazia Dapuzzo dedicava a Sabrina Lanzi. 
(f. Angelino)