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Aldo Timossi, ricordi e testimonianze

La galleria del Ciriegia, un sogno nel cassetto

(l.a.) - La rubrica "Aldo Timossi, ricordi e testimonianze" si occupa oggi della grande viabilità, connessa soprattutto al terzo valico e a un poco conosciuto traforo del Ciriegia (che Timossi in vacanza nel Cuneese -a Valdieri coi nonni materni Rey-Ferrarotti di Morano-fotografò e io pubblicai in prima pagina il 7 agosto 1971). L'articolo completo nel numero di martedì.

E’ sotto gli occhi di tutti, la difficile situazione dei collegamenti stradali fra il Piemonte e i confinanti territori di sud-ovest, Francia e Liguria, e da questa seconda regione verso l’Italia centrale. Autostrada Torino-Savona a mezzo servizio per crollo di un tratto di viadotto, distacco di parte del soffitto in galleria sulla Voltri-Sempione dopo Masone, crollo ponte Morandi a sud di Genova verso La Spezia-Roma, tracciato quasi ridotto ad una tortuosa statale per lunghi tratti della Serravalle-Genova (risale al 1935), guai non infrequenti per il transito nel tunnel del Tenda. 

Un’opera che poteva risolvere non pochi problemi, sarebbe stata la galleria del Ciriegia-Mercantour, tra il Cuneese e le valli francesi delle Alpes Maritimes. Sogno rimasto nel cassetto, che “Il Monferrato” ebbe a seguire passo passo, dimostrandosi voce sensibile, non sola cronaca delle popolazioni monferrine.

Nell’Archivio storico, primo cenno il 22 febbraio 1964, quando, nel contesto di un articolo sul progetto di autostrada Sempione-Genova (l’attuale A26, Voltri-Sempione, aperta per tratti nel periodo 1976-1995), informa che la Provincia di Alessandria aderisce alla società S.I.TRA.CI., costituita per progettare e realizzare il traforo del monte Ciriegia, zona Valdieri in valle Gesso. Pochi mesi più tardi, arriva l’adesione del Comune di Casale, tramite l’acquisto di una azione da un milione di lire, con l’astensione del PCI e il voto contrario dello PSIUP; nell’assemblea della nuova società sono eletti il sindaco Luigi Tartara e il vice Pier Enrico Motta.

Si tratta di fiducia a ragion veduta, poiché sull’opera esiste un accordo Italia-Francia, che prevede la spesa di 24 miliardi per un tunnel di 12.380 metri, equamente ripartita. Già nel settembre dell’anno prima, autorità francesi e italiane, si erano riunite all’interno di un traforo esistente, quello del Gran San Bernardo, per annunciare ufficialmente l’inizio dei lavori al Ciriegia “che collegherà Nizza a Cuneo”. Sequenze dell’incontro sono immortalate nella “Settimana Incom” del 2 settembre 1963 (https://www.youtube.com/watch?v=VsaZIr9f_NA).

Settembre 1966. Il giornale annuncia la prima “volata” di mine a quota 1185, come inizio per lo scavo di un cunicolo d’indagine ampio dieci metri quadrati. La futura strada avrà una carreggiata di 7,50 metri, e due banchine laterali di mezzo metro ciascuna. Riprendendo l’argomento nel gennaio ’68, sempre nella prima pagina, “Il Monferrato” conferma che “servirà anche per la zona casalese il collegamento Piemonte-Ciriegia-Francia”, e illustra l’articolo con il progetto di tracciato per una circonvallazione est di Casale, opera che anni dopo sarà superata con il passaggio della Voltri-Sempione. Non molla la presa, qualche mese dopo, trattando del miglioramento della statale Casale-Asti, inserita “in un vasto programma che parte dal traforo del Ciriegia, per creare rapidi collegamenti tra i porti francesi e il Piemonte e Milano, in una linea trasversale sud-nord che interessa tutto il Piemonte”.

A riprova dell’attenzione verso il progettato nuovo tunnel, parlando nel maggio ’70 al Rotary casalese, l’ingegner Francesco Aimone Jelmoni, progettista della Voltri-Sempione (e già dell’Autostrada del Sole) lancia l’ipotesi di una succursale della Torino-Milano, con tracciato Gassino-Chivasso-Casale-Mortara-Milano. Fatto il nuovo tunnel del Ciriegia - aggiunge il tecnico - da Morano sul Po dovrebbe dipartirsi un ramo che dirige su Asti-Alba-Valdieri-Francia. L’idea è rilanciata un anno dopo, in un convegno di amministratori locali a Vigevano. Tante ipotesi, speranze, illusioni, specie per i Moranesi (che oggi vedono un assoluto disinteresse di possibili acquirenti per l’immenso spazio dell’ex cementeria Holcim, troppo distante dalle autostrade). 

Sempre in alto nella prima pagina, il giornale del 7 agosto 1971 apre con un titolo che ispira grandi speranze: “Passa anche per Casale la strada del Ciriegia. Il nuovo asse trasversale per Asti, Cuneo e la Francia offrirà un adeguato collegamento di zone depresse con le grandi vie di comunicazione nazionali ed estere”. Una foto dell’imbocco dello scavo in Valle Gesso, intorno al quale l’impresa costruttrice ha posto un ampio semicerchio in metallo, indica la futura dimensione della galleria!

Nel febbraio ’73, serve a rinfocolare la speranza anche la notizia che l’Anas ha approvato la variante di Trino della statale 455, con la prospettiva di nuovo ponte sul Po e variante a Pontestura (saranno approvati qualche mese più tardi). Nel Teatro Verdi del paese sulla riva sinistra del fiume, lo annunciano i parlamentari Botta e Miroglio, rilevando che il viadotto potrà essere struttura essenziale di una superstrada dal Ciriegia ad Asti, al Casalese, verso la Lombardia. Il cronista ricorda la giustificata soddisfazione del consigliere provinciale Alfonso Borello, Pontesturese della frazione Rocchetta, strenuo agit-prop della variante/viadotto, più volte a Roma per supportarne l’approvazione, tanto che, vedendolo avvicinarsi nel Transatlantico, i parlamentari usavano ormai dire: “arriva il ponte…”. 

Trascorrono i mesi, e nel Casalese l’attenzione è sempre alta. Guardando al collegamento con la Francia, si formulano ipotesi per la prosecuzione verso nord: Vercelli o Milano? Il giornale non ha dubbi, e nel luglio ’73 si legge che “A nostro avviso è rilevante l’eventualità di una struttura orientata verso Casale e successivamente Mortara, Vigevano, Milano”.  Affermazione non gratuita, né azzardata: “Una prosecuzione verso la Lombardia sembra naturale, per dare un volto organico alla superstrada in quanto struttura capace di stabilire rapidi collegamenti fra Italia nord-occidentale e Francia del sud”.

Un salto al 1980. A fine marzo è inaugurato il viadotto di Pontestura, costato infine, con le varianti, circa 7 miliardi. I sindaci Franco Guarnero e, per Morano sul Po, Giovanni Feltre, si abbracciano a metà ponte. E’ presente Aldo Viglione, Presidente della Regione, che supporta le speranze: “Il ponte non serve solo a varianti che uniscono le statali per Asti e Torino-Vercelli, ma s’innesta in un collegamento rapido trasversale del Piemonte settentrionale con Asti e Cuneo, una diagonale che può continuare verso il Sud della Francia con il progettato traforo del Ciriegia”.

La prima doccia fredda nel dicembre ’82. Ad Alessandria, tra le tante relazioni durante un convegno sull’entroterra dei porti liguri, quella dell’assessore regionale Giuseppe Cerutti tratta di Terzo Valico (a oggi in faticoso itinere) e di Voltri-Sempione (bella realtà), ma con mezze parole lascia intendere – ne scrive sul giornale del 7 dicembre, l’allora direttore Mario Verda – che “probabilmente si dovrà confermare la rinuncia al traforo del Ciriegia, ipotizzato anche in funzione di rapido collegamento Milano-Casale-Cuneo-Marsiglia”.

Tra alti e bassi, si riaccende la speranza nel luglio ’85, quando la Provincia di Cuneo decide di rilevare la quantità di traffico sulla strada che dalla “Granda” porta ad Asti. Se il censimento darà numeri robusti, potrà essere ipotizzata una superstrada Asti-Cuneo: con la nuova via e qualche altro miglioramento - si pensa a Casale – sarebbe “meno utopistico riprendere l’idea del tunnel verso la Francia, e in un amen si raggiungerebbero Nizza e Monaco da Casale”. Conforto ai desiderata monferrini, l’inizio della stesura del Piano di sviluppo regionale, nel quale potrebbe essere inserito - parola dell’assessore Cerutti – il tanto agognato traforo delle Alpi Marittime. Il disegno diventa meno vago, almeno sulla carta come si vedrà, quando la Regione vara la proposta di una direttissima destinata a collegare ben cinque province piemontesi. Il progetto prevede l’inizio dal casello di Novara dell'autostrada To-Mi, prosegue per Vercelli, Pontestura, Asti, Alba, Fossano, Cuneo. Nel tratto Casale-Cuneo è disegnata una superstrada a quattro corsie: altro che sogno, se ancora oggi, anno 2020, il Piemonte lotta con il Ministero delle Infrastrutture per vedere conclusa la Asti-Cuneo!

Febbraio 1990. Alla luce di un incontro ministeriale italo-francese, che riprende, con tanto di protocollo firmato, il problema del collegamento “con caratteristiche autostradali, fra il sud del Piemonte e la regione Provence-Alpes-Côte d'Azur”, alcuni Senatori, con il casalese Riccardo Triglia, presentano un disegno di legge che prevede, fra l’altro, il finanziamento per progettare “l’itinerario di grande comunicazione internazionale Piemonte-Provenza”. Proposta rimasta nei cassetti di Palazzo Madama, mentre da Torino arriva notizia che il Piano decennale della grande viabilità immagina però una spesa cospicua destinata proprio al traforo del Ciriegia.

Nel dare conto del Piano, visti i precedenti, “Il Monferrato” del 17 luglio ‘90......