Notizia »
Bernardo Vittone. Un architetto nel Piemonte del ‘700
La splendida chiesetta campestre di Corteranzo
Rimasta nell’ombra, o relegata tra i personaggi di secondo piano, fino alla pubblicazione del volume di Eugenio Olivero su “Le opere di Bernardo Vittone”, la figura del grande architetto torinese è stata oggetto di numerose pubblicazioni.
Una delle più importanti è stata la fondamentale monografia su “Bernardo Vittone. Un architetto tra Illuminismo e Rococò”, pubblicata nel 1966 da Paolo Portoghesi. Ed è proprio il noto saggista e teorico dell’architettura romano che ora firma, a oltre mezzo secolo di distanza, la prefazione del volume di Cesare Matta e Antonio Mignozzetti intitolato “Bernardo Vittore. Un architetto nel Piemonte del ‘700”. L’opera è stata data alle stampe con la presentazione del sindaco di Murisengo Gianni Baroero, che condiviso con il presidente dell’Associazione Idea Valcerrina Gian Paolo Bardazza la mostra nella seicentesca chiesa di San Michele (di cui il volume è il catalogo), il convegno di studiosi sul grande architetto settecentesco che si è tenuto sabato 11 novembre nel salone Lavazza e le numerose visite guidate alla chiesa di San Luigi a Corteranzo nell’ambito della 50a edizione della Fiera del Tartufo. Di particolare interesse il testo di Paolo Portoghesi che suggerisce al lettore quattro chiavi di lettura (la geometria e lo spazio, la luce e la fede) “perché il lettore possa, al di là del piacere visivo che le opere suscitano, meglio comprendere, i pensieri e i sentimenti che le hanno alimentate nella mente del loro autore”. Pur essendo già numerose le pubblicazioni sul Vittone, come ricordano in premessa gli autori, c’è almeno un elemento di novità del libro, che è la completezza delle quasi opere, che unisce ai grandi capolavori anche le opere “minori”.
Scopriamo così, sfogliando i due dettagliati elenchi (in ordine cronologico e alfabetico) delle 67 opere del Vittone, oltre alla splendida chiesetta campestre di San Luigi Gonzaga a Corteranzo (1760) e al solenne edificio porticato dell’Ospizio di Carità di Casale (1740), anche l’altare maggiore della chiesa parrocchiale di Calliano, realizzato nel 1768 dal marmista Pelagatta di Viggiù su disegno del Vittone.
Ora, la nostra città, che può vantare (insieme a Biella, Carignano, Chieri e Pinerolo) una delle più importanti realizzazioni di edilizia civile, come il fabbricato della Casa di Riposo, di replicare la bella iniziativa di Murisengo (mostra, convegno e visita guidata) per ricordare il grande architetto, oltre ai numerosi seguaci e allievi attivi a Casale e in Monferrato, tra cui Pietro Ignazio Galletti, Giovanni Battista Borra, Filippo Nicolis di Robilant, Pietro Bonvicini, Giovanni Battista Ferroggio, Luigi Michele Barberis, Francesco Valeriano Dellala di Beinasco e anche Francesco Ottavio Magnocavalli.
Dionigi Roggero