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Un'anima giramondo a Salabue 

La figura del conte Ignazio Cozio e gli Stradivari

Una piccola targa datata 7-10-2005 su un palazzo in via Mameli di Casale ricorda dove visse il conte Ignazio Cozio di Salabue  "liutologo, collezionista, studioso di storia, patria,  sindaco di Casale", è a firma Comune di Casale e Provincia di Alessandria.

Vediamo un po' di storia: il rosso castello di Salabue sotto Crea era proprietà del conte Ignazio Alessandro Cozio (Casale 1755-Salabue 1840), nobile ma soprattutto  collezionista e grande intenditore di strumenti musicali ad arco italiani. Suo padre, il celebre scacchista Carlo Cozio, possedeva un violino Nicola Amati del 1668 acquistato a Bologna nel 1720  il quale probabilmente è stato l'oggetto che ha fatto nascere l'amore di Cozio per la liuteria.

In effetti basta dire che il liutaio Giovanni Battista Guadagnini realizzò 50 strumenti per l'amico Ignazio Cozio conosciuto a Torino, uno dei suoi principali acquirenti.

Cozio acquistò anche l'attrezzatura e dieci violini da Paolo Stradivari, figlio del celebre Antonio. Nel 1843 Matilde Cozio, figlia ed erede del conte Ignazio, donò tutti i suoi beni e il titolo al conte Pietro Giovenale Davico, nipote di Paola Cozio, sorella del collezionista, proprietaria di un appartamento nel palazzo di Casale e nel castello di Salabue.

Bisogna pure ricordare che nel 2005 (8-23 ottobre) era stata allestita una suggestiva esposizione di strumenti ad arco dal XVII al XX secolo nel palazzo Sannazzaro di Casale, un grande evento dedicato alla liuteria piemontese proprio nell'anno del 250° anniversario della nascita del conte Cozio di Salabue. L'evento era  organizzato dal violista e critico musicale Mario Patrucco in collaborazione con Giovanni Accornero, collezionista di strumenti ad arco di Frassinello e con Eraldo Guerci e Ivan Epicoco. E proprio a Patrucco si deve l'idea della lapide di via Mameli

 Possiamo anticipare che a Salabue si sta organizzando ad inviti  "L'anima giramondo" di Cecilia Franco; è caclendarizzato per  sabato 6 settembre, Un viaggio nel tempo alla scoperta del violino Stradivarius Sarasate creato nel 1724, conservato in un museo, con personaggi e musiche emozionanti.

Il testo della Franco è ispirato al saggio "Le violon Sarasate, Stradivarius des virtuoses" di Jean-Philippe Èchard, autore della parte drammatica dello spettacolo. In scena Richard Dubelski, recitazione e percussioni nel ruolo del violino Sarasate e Salvatore Davide Pennisi al violino.Il violino era appartenuto al "nostro" Ignazio.

E' in ogni caso una bella idea e un'altra opportunità per valorizzare un angolo intimistico (vedi Viaggio d'autore di Angelino e Roggero del 26 gennaio 2007) del nostro Monferrato, territorio Unesco.

Armano Luigi Gozzano