Notizia »

Si catalogano gli incunaboli della Biblioteca del Seminario

Contributo della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali - Il direttore R. Rolfo

E’ iniziata la catalogazione degli incunaboli della Biblioteca del Seminario di Casale. E’ un bel progetto reso possibile grazie al contributo della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali dell’Alessandrino (presidente Piergiacomo Guala, segretario Roberto Livraghi).

E’ affidato alla cooperativa Arca Alessandria e svolto da Giulia Vay e Maria Pia Mirone, bibliotecarie esperte che inseriranno le notizie relative agli incunaboli sulla banca dati del Servizio Bibliotecario Nazionale.

Ci troviamo di fronte ai primi libri realizzati a caratteri mobili e stampati tra la metà del ‘400 e il 1500 al mondo rimangono circa 450.000 esemplari e di questi circa 110.000 sono conservati in Italia, dove furono impressi più di un terzo del totale.

Gli incunaboli sono insomma una sorta di anello di congiunzione tra i manoscritti e i libri a stampa “moderni”, e si caratterizzano per il materiale con cui sono realizzati, la pergamena, per l’assenza di frontespizio, l’utilizzo di abbreviazioni che erano tipiche dei testi manoscritti così come la suddivisione del testo in colonne. Studiare gli incunaboli permette inoltre di identificare stampatori e incisori dell’epoca, che contribuirono all’evoluzione del libro e alla diffusione di nuovi stili iconografici.

Anche per la Biblioteca casalese del Seminario gli incunaboli costituiscono il fondo librario più antico e certamente prezioso. 

Raffaella Rolfo direttore dei Beni artistici diocesani (e anche della Biblioteca) descrive così questo nuovo progetto: “Nel solco dell’attività di don Alessandro Giganti, il nostro storico bibliotecario venuto a mancare nel marzo del 2020, stiamo continuando a lavorare per conoscere, valorizzare e rendere fruibile al pubblico il patrimonio librario della Biblioteca del Seminario. Questo della catalogazione degli incunaboli è un tassello molto importante, che ci restituirà informazioni dettagliate sui circa 200 volumi del fondo, che custodisce alcune chicche che saremo felici di presentare al pubblico al termine del progetto”.

A nostra richiesta mercoledì lo staff dei Beni diocesani (Rolfo, Chiara Mainini e Bruna Curato) e la catalogatrice  Giulia Vay ci fanno ammirare tre chicche a mo’ di esempio: “Historia Mundi” del 1493, “Epistolae Hieronimus” del 1495 e “Rationale divinorum officiorum“ di Gullelmus Durandus del 1473. In perfetto stato di conservazione e ricchi di illustrazioni (xilografie) , veramente un patrimonio poco conosciuto che accresce l’importanza culturale della città attraverso il suo passato.

Rimane, aggiungiamo, la catalogazione dei 250 volumi antichi del Capitolo del Duomo che partirà il prossimo anno grazie ai fondi della Conferenza Episcopale.

Luigi Angelino

FOTO. Mercoledì pomeriggio alla Biblioteca del Seminario, da sin. Giulia Vay, Chiara Mainini, Bruna Curato e Raffaella Rolfo (f. ellea)