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Per costruire la pace sognavano l'Europa

Convegno di Crea

A due giorni dal 62° anniversario della firma degli storici Trattati di Roma che, il 25 marzo 1957, istituirono la Comunità Economica Europea e la Comunità Europea dell'Energia Atomica, sabato scorso a Crea, sono stati ripercorsi i passi di coloro, che posero le basi della nuova Europa e delle alleanze tra Stati nazionali, in occasione dei 71 anni dall'incontro al Santuario Mariano (22 marzo 1948), tra l'allora presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi e il ministro degli esteri della Repubblica Francese Georges Bidault. "Per costruire la pace sognavano l'Europa" è stato il titolo del convengo organizzato dalla sezione astigiana-alessandrina del Movimento Federalista Europeo (MFE), in collaborazione con la Fondazione Giovanni Goria, che ha ospitato gli interventi degli storici Sergio Favretto ed Enrico Martial e del docente universitario Sergio Pistone, con la moderazione del segretario generale della Fondazione Goria, Carlo Cerrato. Sognavano dunque l'Europa, per poter affrontare le sfide mondiali, i due statisti e cattolici impegnati De Gasperi e Bidault, passando attraverso la crescita stabile in un mercato comune, negli anni in cui era forte il bisogno di camminare velocemente e di correre, per lasciarsi alle spalle i pensanti lasciti della guerra.

Grazie alla visione lungimirante dei due convinti europeisti e alle scelte coraggiose che seguirono negli anni, quell'Europa sognata, per decenni, fu occasione di maggiori ricchezza, prosperità e democrazia. Di anni ne sono passati molti, ma neppure troppi per sentirla oggi già troppo vecchia e snaturata nei suoi principi, mentre le sfide economiche e speculative pare abbiano preso il sopravvento, a discapito delle finalità dell'originaria unione sognata e disegnata.  "In un'Europa veramente unita, anche il Pil sarebbe più alto" ha precisato Davide Arri del MFE, ricordando gli alti valori fondanti dell'Europa, presi a modello in tutto il mondo, mentre il rettore del Santuario Monsignor Francesco Mancinelli ha ricordato, come lo storico incontro nella saletta del fuoco di Crea, tra i due europeisti e cattolici impegnati, "evochi la convivialità della cultura, in questi tempi caratterizzati da identità gridate e identità deboli".

Lo storico incontro al Santuario mariano, favorito dall'allora senatore monferrino Giuseppe Brusasca, nel tempo, destò vari commenti e distinte interpretazioni politiche e storiche,  "ma, una sola è stata la costate", ha precisato Favretto, "quella di un incontro produttivo per una rinnovata alleanza europeista ante litteram fra l'Italia e la Francia, ma aperta agli altri Paesi. A Crea si incontrarono due grandi progettisti della nuova Europa, due protagonisti dei primi passi concreti della costruzione del nuovo soggetto". Di "riflesso europeo in un contesto multilateralistico" ne ha invece parlato Martial, spiegando il passaggio dall'ottocentesca logica delle alleanze, alla visione di un più strutturato piano europeo, capace di affrontare in comunione e forza, le problematiche difficilmente risolvibili dai singoli Paesi. Tra i pensieri ricordati, quello racchiuso nella pubblicazione "L'Italia 1914-1944 quale io la vidi" del diplomatico Carlo Sforza che auspicava, "un modello del mondo basato sulla legge suprema di solidarietà sulle Nazioni".  Apprezzato contributo al convegno, il  saluto   del Console Generale di Francia a Milano Cyrille Rogeau, contenuto in una missiva letta da Cerrato, contenente l'auspicio di poter ritrovare oggi lo stesso spirito che, un tempo, animò padri ispiratori l'unione europea. Presenti all'incontro anche Marco Goria, presidente della Fondazione Goria, intervenuto unitamente al sindaco di Serralunga di Crea Giancarlo Berto. La relazione storica completa prodotta da Favretto è scaricabile dalla sua pagina Facebook.  

 Chiara Cane

FOTO. Saluto del rettore mons. Mancinelli