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Cristina Cattaneo a Pontestura

Domenica 24 marzo, alle ore 17 con Lerner
Parentesi letteraria per l’anatomopatologa monferrina Cristina Cattaneo, ospite domenica 24 marzo, alle ore 17, al Teatro Verdi di Pontestura, per presentare il suo ultimo saggio da titolo Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo (Raffaello Cortina Editore, 2018). L’incontro, organizzato dal Comune di Pontestura e dal Comune di Casale Monferrato, vedrà il medico legale, impegnata nell’identificazione dei migranti deceduti nei naufragi di Lampedusa, di ritorno nel suo paese d’origine per un dialogo con il giornalista Gad Lerner. Il saggio racconta, attraverso le esperienze dei migranti, come si possa “morire di speranza”.
La Cattaneo, già professore ordinario di Medicina Legale presso l’Università di Milano e direttore del LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense), è stata coinvolta, con l’Ufficio del Commissario Straordinario per le persone scomparse, nell’identificazione dei migranti morti in mare, in particolare per i naufragi di Lampedusa del 3 ottobre 2013 e del 18 aprile 2015. “Un libro per raccontare il tentativo di un Paese di dare un nome alle vittime dimenticate da tutti e come, i loro corpi, testimonino la violenza e la disperazione del nostro tempo” recita la quarta di copertina, “oltre che l’emergenza umanitaria di migranti che, attraversano il Mediterraneo, ha restituito alle spiagge europee decine di migliaia di cadaveri, oltre la metà dei quali non sono mai stati identificati”. Centonovantotto pagine dunque, per rivelare ed esporre, tra gli altri, del corpo di un ragazzo con in tasca un sacchetto di terra del suo paese, l’Eritrea ;quello di un altro, proveniente dal Ghana, con addosso una tessera di donatore di sangue e una della biblioteca pubblica del suo villaggio; i resti di un bambino che vestono ancora un giubbotto la cui cucitura interna cela la pagella scolastica scritta in arabo e in francese. Tanti piccoli dettagli ed elementi utili e preziosi per ricostruire l’identità e dare un nome alle vittime del Mediterraneo, morte su barconi fatiscenti nel tentativo di arrivare nel Continente Europeo. L’anatomopatologa, che già si era occupata degli omicidi di Elisa Claps e Yara Gambirasio, dopo Lampedusa, è stata coinvolta nell’identificazione del migliaio di vittime al largo della Libia (18 aprile 2018). E’ invece di questi giorni, l’incarico che la vede alla guida di un pool di consulenti nominati dal PM, per fa luce sulla misteriosa morte di Imane Fadil, una delle testimoni chiave del processo Rubygate, contro Silvio Berlusconi. I diritti d’autore di Naufraghi senza volto, un successo da oltre 20.000 copie, sono devoluti al LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense) dell’Università degli Studi di Milano. Ingresso libero.
Chiara Cane