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Undicimila Verbi a Moleto

Eventi letterari e rassegne cinematografiche - A cura di Roberto Coaloa

Il piccolo borgo di Moleto, in valle Ghenza, frazione di Ottiglio è uno straordinario buen retiro tra le colline del Monferrato oggi anche patrimonio Unesco (per il Sacro Monte di Crea e per gli infernot: preziose specole vinarie scavate soto le case). 

Il Monferrato è una capsula del tempo, dove la storia di millenni attende il visitatore, curioso di quel territorio celebrato da Carducci: «l’esultante di castella e vigne suol d’Aleramo». Il poeta era un fine conoscitore della grandezza e del prestigio del Marchesato monferrino nel Medioevo. La storia nel Monferrato sembra aleggiare negli spazi (le colline, le torri, le cascine e le strade) miracolosamente rimasti intatti, così come li dipingeva il Maestro del Divisionismo Angelo Morbelli alla fine dell’Ottocento.

Questo Monferrato, reso celebre dai versi di Carducci e dai quadri di Morbelli, fu la terra di Trovatori, di Leali Cavalieri, di conversazioni galanti, del grande canto cortese e della fin'amor.

Oggi, a Moleto, gli abitanti residenti sono poco più di dieci persone.

Da vent’anni vi dimora un simpatico e geniale francese, Bernard Glénat, originario di Toulouse, ma monferrino nel cuore. Bernard ha compiuto veri miracoli per far rivivere l’antico borgo d’origine saracena. Uno degli abitanti del borgo, il quasi centenario Mario Barberis, è riconoscente della promozione culturale, attraverso la musica e rassegne letterarie, e la generosa offerta turistica, operata in questi ultimi vent’anni, che fa ritornare ai suoi antichi e nobili fasti l’amata collina monferrina. La storia di questa zona molto bella e altrettanto magica del Piemonte è stata raccontata da storici illustri, come il canonico Ignazio De Giovanni, nato nel 1729 a Moncalvo, grande erudito e ricercatore, e Vincenzo De Conti, autore di una monumentale storia del Monferrato a metà Ottocento. Bernard vive nella splendida Villa Celoria, con il suo "Labirinto" di meditazione e giardino, impreziosito da una scultura liberty. Moleto è per chi scrive uno dei siti più importanti del Piemonte, per la sua lunga storia: dalla dominazione araba, a quella degli Aleramici, ai Paleologi, l'ultima dinastia a governare l'Impero bizantino e che esala la sua ultima eroica eco in Monferrato, ai Gonzaga. Dietro la collina d’ingresso di Moleto si trovano altre case sparse di grande importanza storico-artistica, lungo la strada che congiunge Olivola a «La Prera», dove abitò il pittore e antropologo Pit Piccinelli (casa conservata, oggi, con amore, da Bona Tolotti), c’è un’altra dimora, bizzarra, ora completamente disabitata, dove vivevano due personaggi eccellentissimi, moglie e marito: la pittrice Matilde Izzia e lo storico Aldo di Ricaldone, archivista e paleografo. 

Tutte le strade, però, portano a Moleto (la cui misteriosa gente è stata raccontata da Matilde Izzia di Ricaldone nel volume, Tutto può essere. Esperienze di vita paranormale). La cagnetta Coco, il gattone Mr e il motto latino "Concordia servatur domus", istoriato sul portale d'accesso principale, rendono immediatamente individuabile l'elegante dimora di Bernard. Villa Celoria fu la proprietà dell'astronomo Giovanni Celoria, Senatore del Regno d’Italia, direttore dell'osservatorio astronomico di Brera, dopo il saviglianese Schiapparelli. Dopo la morte del Senatore, nel 1920, Villa Celoria fu donata dalla vedova dell'astronomo, Rosa Manzi, alla Chiesa. Nel 1923 s’insediò Don Felice Grea, parroco di Moleto, figura quasi leggendaria, rimasta impressa nella mente degli anziani, che lo ricordano intento a recitare il breviario nel giardino, tra il labirinto di bosso e l’ombra della Chiesa di San Francesco (edificata nel Seicento dalla famiglia Celoria), ora purtroppo danneggiata, dopo l’improvviso crollo del campanile una decina di anni fa. 

Chi scrive, più di dieci anni fa, iniziò a Moleto con Bernard un percorso culturale. Nacque “Undicimila Verbi” una rassegna letteraria, dove presentammo i volumi dell’editore Klaus Gerhard Renner, bibliofilo e patafisico. Renner è morto domenica 2 giugno 2019 nel suo amato Monferrato. Era nato a Berlino il 27 giugno 1949. Ora, in ricordo dell’amico, dedichiamo questa nuova edizione di “Undicimila Verbi”. Tutti gli eventi sono aperti al pubblico gratuitamente. 

Tra i tanti volumi, Klaus G. Renner ha pubblicato in tedesco il Pinocchio di Luigi Malerba. Del pittore e scrittore Aroldo Marinai, Renner ha stampato Gebagebageba, edito nel 2004 (con due incisioni allegate di Marinai), presentato alle Cave di Moleto dal sottoscritto, con una lettura dello stesso Marinai. Renner ha fatto conoscere al pubblico italiano la patafisica e autori come Walter Serner. A Ottiglio, l’editore componeva i suoi preziosissimi libri: esemplari pregiati che si trovano nelle biblioteche nazionali di Svizzera e Germania. Sul frontespizio dei libri compare Ottiglio insieme a Zürich, come luogo dell’editore. Nel paese monferrino Renner sceglieva i caratteri e la carta; stampava l’opera in Svizzera a Sankt Gallen ed effettuava la legatura a Berlino. Tra il 1976 e il 1992 ha pubblicato le opere complete del dadaista Walter Serner. Ha stampato inoltre testi rari, in copie numerate, di Guillaume Apollinaire, Paul Eluard e André Breton. In Monferrato sono nate originali idee, come la pubblicazione di opere della patafisica: autori come René Daumal, Alain Jadot, Alfred Jarry e Oskar Pastior. Per non parlare della riscoperta di autori come Pierre Henri Cami. La sua abitazione di Ottiglio è stata una casa delle meraviglie patafisiche. Ricordo come se fosse ieri di essere “sognante” sotto un ritratto di Alfred Jarry, il padre della patafisica. Per Jarry esoterico il teschio (la nostra mente, il cranio) è un carcere, e unicamente attraverso la putrefazione del cervello si ritorna nella notte dei tempi a sognare il Paradiso. Com’è noto, la patafisica inventata da Jarry è la «scienza delle soluzioni immaginarie». La logica del suo personaggio indimenticabile, Ubu (figura mitologica e simbolo di un nuovo teatro), per quanto atrocemente terrestre, è paragonabile soltanto alla poesia, la cui idiozia è sacra come la folgore. L’amico Klaus G. Renner ha cercato di togliere dall’oblio il grande Walter Serner, di cui è stato collezionista ed editore. Walter Eduard Seligmann, figlio di un editore ebreo di Karlsbad, nacque il 15 gennaio 1889 nell’impero austro-ungarico. Serner fu il compilatore del manifesto dadaista Letze Lockerung (1918), metropolitano e vagabondo d’elezione, autore di fortunate raccolte di racconti gialli e polizieschi, rappresenta con la sua vita turbinosa il prototipo del dandy e dell’intellettuale sagace e provocatorio nell’avanguardia a cavallo tra le due guerre. Nella casa di Ottiglio, ricordo d’aver discusso per ore, con l’amico Klaus e con il frère Bernard del “minidramma” di René Daumal e Roger Gilbert-Lecomte, En Gggarrrde!, pubblicato nel 2006 in sessanta esemplari numerati su pregevole carta amalfitana (Cartiera Ferdinando Amatruda). Klaus G. Renner ha pubblicato di Stanley Chapman un meraviglioso scritto: un lavoro che gli valse «la stupéfaction et l’admiration» di Raymond Queneau. Non a caso Chapman ha fatto parte del celebre The London Institute of Pataphysics. Chapman, inoltre, è stato traduttore delle opere di Boris Vian (uno dei maestri della nostra generazione, satrapo del Collegio di Patafisica), Régent des Oratoires Épidéictiques, architetto, fondatore di Outrapo (Ouvroir de Tragécomédie Potentielle) e membro della Lewis Carroll Society. Stanley Chapman è scomparso il 26 maggio 2009. Poco prima, avevamo presentato a Moleto il suo Undicimila verbi, che aveva dato il titolo per alcuni anni (dall’estate 2004 fino al dicembre 2011) all’intera rassegna letteraria («Undicimila verbi. Rassegna di letteratura, storia, arte, cinema, teatro… patafisica»).

 

Oggi a Moleto, oltre a Bernard si sono uniti altri amici per la nuova avventura di “Undicimila Verbi”: l’amministrazione di Ottiglio, con il sindaco Massimo Pasciuta, e a Moleto i giovani imprenditori che stanno facendo crescere il turismo nel Monferrato: al “Ristorante Cave di Moleto” lo chef Thomas Aime e al “Bar Chiuso” Pietro Favaro e Giuditta Lanza. 

È nata così l’idea di affiancare agli eventi letterari anche delle rassegne cinematografiche, come quella dedicata a Ernest Borgnine (1917-2012), Oscar come migliore attore nel 1956. Il padre di Borgnine si chiamava Camillo Borgnino ed era originario di Ottiglio. L’attore nacque con il nome di Ermes Effron Borgnino a Hamden, nel Connecticut, il 24 gennaio del 1917. La madre, Anna Boselli, era originaria di Carpi. A questo indimenticabile e leggendario attore dedicheremo, tra Ottiglio e Moleto, una mostra e alcune proiezioni dei suoi film più importanti, da Marty, vita di un timido (film del 1955, diretto da Delbert Mann) a Il mucchio selvaggio (1969, di Sam Peckinpah), da Sunday in the country (1974, di John Trent), a 1997: Fuga da New York (1981, di John Carpenter). Borgnine nel 2006, all’età di 88 anni, partecipò come ospite al Torino Film Festival visitando sia Ottiglio che a Moleto, dove mangiò con gli amici al ristorante, facendosi ritrarre praticamente con tutti gli ospiti del locale, con grande disponibilità, sfoderando il suo irresistibile sorriso.

Nel 2020 si rievoca il centenario della morte di Giovanni Celoria (1842-1920), con osservazioni sul cielo notturno, in collaborazione con l’Astrobioparco di Felizzano e Ersilia Monti. 

Con il liutaio Marco Pasquino si entra nel mondo di Beethoven, nel 250° anniversario della nascita, ascoltando le sonate per pianoforte e violoncello.

Un grande spazio avranno gli artisti e i musicisti del Monferrato con serate dedicate al jazz e al gospel, tra gli spazi del Comune di Ottiglio, e a Moleto: Villa Celoria, il Bar Chiuso e il Ristorante Cave di Moleto.

Roberto Coaloa

 

UNDICIMILA VERBI

2019-2020

A cura di Roberto Coaloa

  Mercoledì 6 novembre. Ore 18. Ristorante Cave di Moleto.

Conferenza stampa e cena. Presentazione di Undicimila Verbi. Con il regista Giuseppe Varlotta, i musicisti e liutai Paola Brancato e Marco Pasquino e il curatore della rassegna di Moleto, Roberto Coaloa. 

Venerdì 15 novembre 2019. Ore 21. Ristorante Cave di Moleto. “La stalla”.

Presentazione del libro “Gli spazi del Novecento” di Giuseppe Varlotta. Prefazione di Paolo Conte (L’Erudita). Proiezione del Film di Varlotta “Nanà” (girato a Moleto nel 2004) con Mario Monicelli, Bebo Storti e Felice Andreasi. Ne parlano con l’autore Roberto Coaloa e Luigi Mantovani.

 

Mercoledì  20 novembre 2019. Ore 21.

Trent’anni dalla morte di Leonardo Sciascia.

Reading di “Il contesto di Sciascia” e proiezione del film “Cadaveri eccellenti” di Francesco Rosi. Dibattito sulle pellicole tratte dalle opere di Sciascia.

 

Altri eventi a partire da Marzo 2020.

Presentazione del terzo numero della Rivista Savej (con approfondimenti e articoli su personaggi del Monferrato e del Divisionismo, Angelo Morbelli e Giuseppe Pellizza da Volpedo). Alla serata parteciperà il Presidente della fondazione Enrico Eandi, la redazione torinese di Savej con alcuni autori della rivista.

Passeggiate notturne nella storia di Moleto (una flânerie letteraria, guidata da Roberto Coaloa, dalla Chiesa romanica nel prato del Bar Chiuso al Ristorante Cave di Moleto). 

Presentazione del libro “Il Gigante del Nilo. Storia e avventure del Grande Belzoni” di Marco Zatterin (Mondadori).

Presentazione del libro “Misteri ed enigmi nell’archeologia e nell’arte” di Claudio Saporetti (La Lepre Edizioni).

Presentazione del libro “Sylvia Plath. L’altare scuro del sole” di Gaia Ginevra Giorgi (Edizioni della Sera).

Mostra e rassegna cinematografica su Ernest Borgnine.

Beethoven 250 anni dopo. Conferenze e concerti per l’anniversario della nascita 1770-2020.

“Le sonate per violoncello e pianoforte” di Ludwig van Beethoven. Relatore Marco Pasquino, archettaio.

Ciclo sugli scrittori siciliani Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino e  Giuseppe Bonaviri.

Presentazione del film documentario di Ludovica Tortora de Falco, “L’Isola in me. In viaggio con Vincenzo Consolo”.

Incontro con Fabio Gambaro, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Come promuovere il Monferrato, patrimonio Unesco, in Francia. 

Concerti e incontri sul Jazz in Monferrato. Il 3 agosto 2020 compie 90 anni il grande trombonista jazz Dino Piana. Lo festeggiamo, ricordandolo con Paolo Conte, Mandarini & C.

Mostra Vampiri. Proiezione di Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens), il capolavoro di Friedrich Wilhelm Murnau, proiettato per la prima volta il 4 marzo 1922 a Berlino. Sessione accompagnata al pianoforte da Roberto Coaloa (con musiche originali) e dagli allievi dell’Istituto Carlo Evasio Soliva di Casale Monferrato. Convegno e mostra tra i locali di Moleto, con fotografie originali di Florence Balcombe, la moglie di Bram Stoker, l’autore di Dracula, da cui trasse ispirazione il film di Murnau.

Sulla storia del Monferrato e sulle origini saracene di Moleto. Convegno storico.

FOTO. Bernard Glénat, Giuseppe Varlotta, Roberto Coaloa e Marco Pasquino alla presentazione della rassegna Undicimila Verbi a Moleto mercoledì sera