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Mulette e insalata di lucertole - di Aldo Timossi

Parte Alla riscoperta del Monferrato
“Fugit irreparabile tempus”, quanto aveva ragione Virgilio, nello scrivere che il tempo scivola via senza rimedio, e quasi non te ne accorgi! Pensando al cammino di questo giornale, che sta per arrivare al secolo e mezzo, con l’amico Luigi Angelino si azzarda che, forse forse, compie i quarant’anni il nostro libro “Alla riscoperta del Monferrato”. Rapida verifica, altro che quaranta, son quasi cinquanta!
E’ il 15 aprile 1972. I partiti si preparano alle elezioni politiche, a Casale c’è clima sindacale vivace alla Cerutti e alla Franger Frigor, monsignor Carlo Cavalla festeggia il primo anno da Vescovo. “Il Monferrato” ospita in prima pagina un trafiletto riquadrato: “A partire dalla prossima settimana inizieremo la pubblicazione di una serie di servizi sulle attrattive turistico-gastronomiche del Monferrato casalese. Nel vasto giro d’orizzonte sono stati intervistati ristoratori, produttori di vini genuini, esperti di cucina. Ciascuna giornata si conclude con una colazione, a  base di piatti tipici piemontesi, in uno dei più rinomati locali della zona”.
L’idea di valorizzare in tal modo la Terra monferrina, è stata del direttore Mario Verda. Il duo Angelino-Timossi ha già iniziato il proprio tour, con il supporto illustrativo di Laura Rossi, insegnante del Liceo artistico casalese, un promettente futuro nella grafica artistica (fino al recentissimo piatto-ricordo, per la crociera sulla Costa Luminosa).
Il primo itinerario coinvolge le zone di Sala, Ottiglio, Olivola, Frassinello. Come in vista del primo giorno di scuola, si è trattato di organizzare a tavolino il giro, contattare in anticipo ristoranti e cantine (il cellulare ha da venire), scovare i produttori di specialità tipiche, verificare l’apertura di chiese e altri compendi artistico-culturali. Il viaggio ha inizio. Incontriamo le prime, buone produzioni di Barbera del Monferrato e Grignolino, ottimi insaccati, il solitario cercatore di tartufi, i segni della storia tra Ottiglio e Grazzano con il cippo che ricorda la cattura della Banda Lenti nel 1944 e, singolare accostamento, la stele dedicata al Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio. Colazione al “Gallo” di Ferraris a Frassinello. Buona scelta di piatti tipici e vini (ci dicono che pochi chiedono vini DOC, si fidano della genuinità) pur se siamo in giorno infrasettimanale non sono impreparati! Avendo scelto dal menu, paghiamo poco più del prezzo turistico a 1300 lire (rivalutate, oggi sarebbero circa 11 euro) e non è un conto di favore, poiché, come sempre succederà, sveliamo solo al congedo la nostra qualità di cronisti.
Il 29 aprile ’72, esce il secondo itinerario, a tutta pagina, con un titolo apparentemente strano, “Mulette e insalata di lucertole”, laddove la muletta si riferisce a un tondeggiante insaccato di puro suino, e le “lucertole” (ristorante Monti di Isolengo) non sono altro che acciughe, peperoni al forno tagliati a fettine, funghi porcini, olive, il tutto in una salsa che ha lontane affinità con la bagna cauda, servita fredda!
Così, per sedici settimane ci attende il tour monferrino, con assaggi di liquidi e cibarie che alla fine sconfinano in overdose, anche perché il tavolo dell’itinerario cittadino, l’ultimo, a metà settembre, è quello de La Torre, sulla collina di Sant’Anna, dove il titolare Remo Grossi non vuol sentire storie se non “tastiamo” dagli antipasti al gelato! 
Conclusa la pubblicazione sul giornale, il direttore Verda decide di trasformarsi in editore, e mette sul tavolo la proposta di raccogliere il lavoro in un libro. Potrebbe rappresentare la strenna, per abbonati e non, oltre che un modo per supportare lo sviluppo turistico del Monferrato, facendolo conoscere a nuove correnti di visitatori.
L’idea è buona, allettante per gli autori, ma troverà spazio nell’editoria specializzata? Come sarà accolta dal pubblico? Quanti han già letto sul giornale, potrebbero essere poco interessati, chi vive oltre i confini monferrini non è abituato a guide di tal genere. Lo spazio per un libro simile, comunque esiste. All’epoca, è in libreria una riedizione della “Guida gastronomica d'Italia”, edita dal Touring Club nel lontano 1931, ma è zoppicante, basti dire che per la provincia di Alessandria cita i “salumi” del capoluogo, il torrone di Novi Ligure, i crumiri di… Moncalvo “che si fanno anche a Casale”! Esaurito da tempo il manualetto del 1963 “Itinerari turistici monferrini”. Nel ’65 l’editore Viglongo ha edito un bel volume di “Invito al Monferrato”, che brilla però soprattutto per le tavole fuori testo del pittore Massimo Quaglino.  
Senza la presunzione di emulare nomi già famosi, come Luigi Carnacina e Luigi Veronelli, inizia la preparazione del libro. Andiamo a rimpastare tutto quanto si è pubblicato, riscrivere qualche pezzo senza poter usare il comodo taglia-incolla del pc, aggiungere nuovo materiale fotografico (Angelino ha lo scatto facile, in totale metterà in archivio quasi tremila negativi) e qualche nuovo disegno di Laura Rossi, quindi si è pronti per la tipografia.
Da qualche mese il giornale ha lasciato la storica “Operaia Artigiana” di Casale, via Lanza di fronte ai fragranti krumiri di Portinaro. Niente più composizione a caldo con il piombo, basta con i cliché (leggi clisè) metallici per disegni e fotografie, stop alla stampa a fogli. Un poco di nostalgia, per le brave persone con le quali si è collaborato, dal “Ciccio”, al “Martin”, dal “Gino" al “Carlin", alla mite segretaria Luisa al macchinone del "Pippo". Nostalgia per il ritmico rumore delle linotype, per le plance sulle quali andavano a incastrarsi caratteri e tasselli di piombo!
Il nuovo stabilimento grafico “Donna & Giachetti” è a Villanova Monferrato, a lato della statale per Vercelli. Composizione dei testi a freddo, con macchine IBM elettroniche a nastro magnetico, e impaginazione “pulita”su tavoli retroilluminati, incollando le strisce di carta stampata sul modello/formato di pagina (il menabò). Infine, stampa con rotativa offset. Come essere passati dalla radio a valvole, al comodo transistor! Un passo importante, che sarà sottolineato nel giugno ’73 dalla visita dell’allora presidente della Regione, Edoardo Calleri di Sala.
A ridosso del Natale 1972, il libro, formato quasi tascabile, è a Torino in legatoria. Operazione un poco complicata dalle moltissime fotografie a piena pagina. Gli impaginatori (gli stessi autori, con la collaborazione di uno dei titolari della tipografia, Giovanni Battista Giachetti) hanno infatti preferito utilizzare al massimo, ove possibile, il formato quasi tascabile 15 x 28 cm., per “far vivere", “dare fiato” alle foto, delle quali il volume risulta obiettivamente ricchissimo, ben 230, frutto di una campagna fotografica che si è chiusa solo a metà  dicembre. Senza contare le utili cartine (del grafico Torrriano, nda), i disegni, le riproduzioni di etichette e marchi. In tutto, 200 pagine.
La presentazione è di lusso, addirittura si è mosso il Ministro per il Turismo, Vittorio Badini Confalonieri. Elogia la sensibilità del “valoroso giornalista e direttore Mario Verda”, e quanto agli autori sottolinea come abbiano sempre avuto lo scrupolo di non dire mai la loro qualità di giornalisti prima, nel sedersi a tavola, ma sempre dopo la prova, per non godere di piatti e trattamento speciali: “Importante riferire questa loro cautela, perché l’attendibilità di un testo di questo genere è la sua prerogativa più importante”. Rileggendo oggi quel lungo scritto (tre pagine fitte), vedo che il Ministro fa un arduo parallelo, tra gli Autori e i protagonisti dei poemi omerici: “ogni tanto si stende la tovaglia e gli eroi si mettono a mangiare”!
La “riscoperta” inizia a circolare nei primi giorni del 1973.  Mille lire per gli abbonati del giornale, duemila nelle librerie. E’ lo stesso ministro Badini Confalonieri a volerlo presentare ufficialmente, durante una conviviale del Rotary Club di Casale, al ristorante La Torre. La cronaca di quella serata, ricorda che il direttore Verda legge un “breve intervento dell’assente Timossi (l'aevava incominciato Angelino, poi memore delle dettature agli stenografi alla Gazzetta del Popolo, ci infilava la punteggiatura, nda), dall’intonazione lirica, anche passionale”. Il virus influenzale “inglese” aveva colpito, privandomi anche di una cena tipica monferrina: salumi di “Attila” del ristorante Anselmo di Guazzolo, "fagottini della nonna" (coccarde di pasta, ripiene di fonduta), bolliti misti con salse tra cui l'immancabile "bagnet verd", krumiri Rossi del cav. Portinaro, torte fatte  in  casa dalla consorte del titolare Remo Grossi. Il tutto, innaffiato dal Grignolino Leporati (vignaiolo in Pozzo S. Evasio), Barbera Vecchia delle cantine Fiorenzo Vernetti in Mombello Cerrina, Barbera della Cantina sociale di Rosignano e della Vestodina, Moscato d'Amburgo del castello d'Uviglie, grappa Magnoberta.
Come per ogni iniziativa non di secondo piano, le settimane successive registrano, con tanti complimenti, una sola espressione di parziale “amarezza”. Scrive l’Ente Turismo di Alessandria, lamentando che in mille chilometri fra le colline, gli Autori non abbiano mai visto e citato “almeno una targa dell’EPT, segnalante un castello, una chiesa, un monumento, e che gli stessi, dato che tutte le Pro Loco e buona parte dei ristoranti citati avevano certamente avuto contributi dall’EPT di Alessandria, non abbiano mai trovato nessuno che almeno ne conoscesse l’esistenza”. Facile rispondere: “Se alcune cose non compaiono, è dovuto al fatto che le persone interpellate nulla hanno detto”.
Recensioni appaiono su quotidiani e periodici. Addirittura vi dedica spazio il “Correo de los Italianos” (Corriere degli Italiani) di Buenos Aires, concludendo l’articolo con l’augurio “che tutti i monferrini vogliano possederne una copia”. Addirittura l’agenzia turistica “Turismo 8 ” di La Plata, che aveva richiesto copie del libro, assicura che l’opera “ha destato fra i piemontesi e i monferrini in particolare, residenti in Argentina, un insolito interesse”.
A pochi giorni dalla prima edizione, la “Riscoperta” è quasi introvabile. “Un libro bruciato dai lettori, quasi un fantasma, tanti ne parlavano, pochi erano in grado di trovarlo”, scrive “Il Monferrato del 30 giugno 1973, annunciando la stampa della seconda edizione, ampliata e aggiornata, per i tipi della “Donna & Giachetti”.
Anche la ristampa si esaurisce in poco tempo. A testimoniare la rarità del libro, il fatto che anni orsono, per averne copia (le mie se n’andarono dalla casa di Morano Po, con le acque alluvionali del 2000) dovetti farne richiesta attraverso le pagine del giornale. Trovai un gentile signore di Terranova, casa tra campi di granoturco a fianco della ferrovia fantasma Casale-Mortara, che me ne offrì una copia delle due che aveva, in cambio di un mio libro sulla storia del paese “TraPoeLino”!
aldo timossi