Notizia »
Contributi di Favretto sull'Osservatore Romano

In tre numeri - Dalla rete del cardinal Boetto per salvare gli ebrei all'archivio inedito dell'OSS
Sergio Favretto, legale casalese, si guadagna sempre di più la qualifica di storico e di livello.
Recentemente sono strati ospitati e pubblicati ne L’Osservatore Romano, il prestigioso quotidiano della Santa Sede (nato nel 1861) tre suoi contributi: “La rete del cardinal Boetto per salvare gli ebrei”, il 24 aprile (in un giornale a grande tiratura internazionale, era quello della scomparsa di papa Francesco); “Radio Vaticana e ‘L’Osservatore Romano’ voci di libertà fra guerra e Shoah”, il 16 luglio; “Radio Vaticana ‘osservata’ dagli informatori dell’OSS americana”, il 17 luglio.
I contributi sono delle anticipazioni di una ampia ricerca in corso di ultimazione che affronta il rapporto fra Pio XII, la Santa Sede e la Chiesa nel suo insieme con il conflitto mondiale e la Shoah, nel pieno della bufera nazifascista fra il 1940 e 1945. Un bell’inciso: l’ultimo articolo ha coinciso con la nascita del nipotino Leonardo...
Le prime ricerche
Emergono molti inediti documentali, fra memoria e diari, testimonianze, collegamenti fra rivoli differenti di ricerca. Il tutto nasce dall’invito a Favretto dell’Osservatore Romano dopo aver notato le sue ricerche sulla Resistenza in Piemonte, Liguria e Lombardia; dove si incrociano rapporti e collaborazioni fra mondo cattolico e Resistenza, fra mondo cattolico e difesa degli ebrei vittime della Sohah, fino al loro approdo in Svizzera.
“Ampliando ancora quegli studi - ci dice oggi Favretto - ho incontrato una importante Resistenza cattolica, ispirata molto da parroci e vescovi, dal Vaticano e dai vescovi italiani. In questo alveo di cultura religiosa e civile si colloca l’impegno del mondo cattolico a favore degli ebrei”.
Impegno del clero
Scendendo nei particolari leggendo la ricerca ecco che la chiesa non stette silente e omissiva rispetto alla Shoah. In Liguria con la guida del cardinal Pietro Boetto, in Piemonte con il cardinal Maurilio Fossati, in Lombardia con il cardinal Alberto Ildefonso Schuster, il clero, ordini religiosi, i laici impegnati nelle parrocchie, i giovani, l’Azione Cattolica e la Fuci, le formazioni partigiane cattoliche, tutti svilupparono una coraggiosa e caritatevole attenzione verso gli ebrei.
Boetto, Fossati e Schuster avevano, a loro volta, contatti diretti con l’arcivescovo e cardinale di Firenze Elia Angelo Dalla Costa come riferimento per la Toscana, con il cardinale di Bologna G.B. Nasalli Rocca come riferimento per l’Emilia Romagna-Marche-Umbria, con il patriarca di Venezia Adeodato Piazza per il Veneto.
Costante l’ancoraggio con la Santa Sede.
L’aiuto agli Ebrei
Gli ebrei vennero nascosti per mesi nella canoniche o conventi, presso famiglie cattoliche amiche, nei seminari confusi con chierici o negli ospedali fra i degenti; vennero aiutati a fuggire in Svizzera; si mossero grazie a falsi documenti e carte di identità redatti presso tipografie amiche, vennero sostenuti economicamente da semplici cittadini. Dall’Ossolano verso la Svizzera gli ebrei vennero aiutati da don Felice Mele a Cannobio, don Enrico Isolini parroco a Palagnedra nelle Centovalli, grazie anche a contrabbandieri-passatori di confine. Idem nel Varesotto.......
L'articolo completo sul giornale cartaceoin edicola venerdì
FOTO. Una delle pagine del quotidiano vaticano con la ricerca di Favretto