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Nasce l'arma aeronautica... Centenario

La storia "azzurra" di Casale con Aldo Timossi
Martedì 28 marzo si festeggia la data esatta in cui in Italia cento anni fa nacque l’arma aeronautica (gli eventi più vicino a noi si svolgono a Cameri), ma nel 2023 ricorre anche il 90° della fondazione dell’Aero Club Casalese (che sarà presente a Cameri con uno stand e due aerei che faranno tre passaggi bassi, un PA28 con Giancarlo Panelli e Riccardo Di Bari e MB308 con Alessandro Messina). Il nostro apprezzato collaboratore Aldo Timossi ne traccia la storia in cinque puntate. Ecco la prima
Era la festa dei santi Pietro e Paolo del 1910. Quel giorno, nella piazza d’armi, i Casalesi scoprirono che non solo le bicilette incustodite “prendevano il volo”, ma ad alzarsi c’era anche una strana macchina, una sorta di grande uccello fatto di legno intelato. Ecco la novità dell’aeroplano, nella versione del francese Blériot. Purtroppo il monomotore cadde al suolo rovinosamente, forse appesantito dalla pioggia, dopo essersi staccato di pochi metri.
Inizia con quel piccolo disastro la storia aeronautica di Casale! E inizia a tamburo battente. Già l’anno successivo - leggiamo nel prezioso “Casale e il Monferrato nell’azzurro” di Idro Grignolio, editrice Monferrato - i casalesi Cesare e Andrea Bobba, padre e figlio, rientrati dalla Francia, dove han fatto esperienza aeronautica, aprono un’officina al Valentino e costruiscono prototipi di biposto e triposto, apertura alare di 15 metri. Tanti curiosi si affacciano per vedere quella nuova macchina volante, tutt’altra cosa rispetto ai dirigibili P2 e P3 (P sta per Piccoli, nella classificazione dell’epoca) che avevano potuto osservare nelle ascensioni fino a 600/700 metri di quota dal campo a nord di San Germano, durante le grandi manovre militari dell’estate 1911 (il 28 Agosto era salito sul P2 anche il Re); in quella occasione avrebbero dovuto alzarsi alcuni aerei di vario tipo, ma per le difficoltà del terreno si era fatto solo qualche tentativo poco riuscito.
Nel 1913 il Ministero della guerra indice un “Concorso Militare per aeroplani”, sia per velivoli che per motori. Alle prove del concorso - scrive Andrea Curami in “L’aeronautica italiana” - sono ammessi 16 aerei tra cui due monoplani Bobba. La finale a quattro, consistente in un raid di 300 chilometri, Torino-Milano-Casale-Torino, disputata il 9 maggio 1913, è vinta dal velivolo Bobba con motore da 80 CV, pilotato da Giuseppe Rossi. Come previsto dal bando di concorso, ai costruttori casalesi dovrebbero essere assegnati un premio di 20.000 lire e una commessa per la costruzione di 7 esemplari destinati al Battaglione aviatori di Torino; ciò non avviene, probabilmente perché il bando prevede “disegni e studi originali di cittadini italiani”, mentre la macchina dell’officina casalese è realizzata su licenza francese.
Arrivano gli anni della guerra, si sviluppa l’armata dell’aria in seno all’Esercito. Da Casale e dal Monferrato molti si arruolano in aviazione. Tanti atti di eroismo, altrettante decorazioni e promozioni, in qualche caso alla memoria di Caduti.
La “summa” di Grignolio li ricorda tutti, senza dimenticare la leggendaria impresa del volo su Vienna. Il 9 agosto 1918, otto velivoli della pattuglia “La Serenissima”, comandata dal casalese capitano Natale Palli, e per l’occasione guidata dal poeta-soldato Gabriele D’Annunzio (che sedeva sull'aereo diPalli trasformato in biposto, ndr), sorvolano la capitale austriaca lanciando manifestini che inneggiano a “quel che potremmo osare e fare quando vorremo, nell'ora che sceglieremo”, e invitano la popolazione a finire la guerra che sarebbe per loro un “suicidio”.
Cessano le ostilità. L’aeroplano resta comunque una priorità, con l’obiettivo di farne una forza armata, come sta avvenendo in altri Stati. Con regio decreto 62 del gennaio 1923 viene istituito il Commissariato per l’aeronautica, una sorta di ministero delegato ad occuparsi delle attribuzioni “per quanto concerne l’aeronautica così civile come militare (esercito, marina e armata aerea indipendente”; al vertice, quale commissario è nominato il Capo del Governo, Benito Mussolini. E’ la base, sulla quale, con decreto 645 del 28 marzo 1923 viene costituita la Regia Aeronautica che “comprende tutte le forze aeree militari del Regno e delle Colonie”, con una propria struttura di comando alla quale faranno capo stormi di aeroplani (da caccia, da bombardamento notturno e diurno, da ricognizione) e di idrovolanti, nonché un gruppo di dirigibili. Dovranno essere altresì attivate un’Accademia e una Scuola di applicazione alle diverse specialità.
Trascorrono tempi durante i quali soprattutto tra i giovani si discorre di aerei e di volo. E’ viva la passione per la motocicletta (nel ’32 nasce il Moto Club Casale) e l’automobile, ma quella macchina che corre in aria a velocità inimmaginabili è quasi un sogno; forse nel ’27 qualche fortunato è spettatore a Venezia della nota gara Coppa Schneider, durante la quale gli idrovolanti toccano medie di 450 chilometri orari. Dunque guardano con invidia alla vicina Vercelli, dove a fine 1928 - sulla base dell’obbligo per tutti i capoluoghi di dotarsi di un aeroporto di fortuna, di dimensioni tali da permettere l’atterraggio, in caso di necessità, degli aerei del tempo che sovente incappano in avarie, soprattutto ai motori - la Provincia, appena costituita dal 2 gennaio, ha acquistato il terreno e allestito un campo volo, mentre un gruppo di appassionati ha creato il Gruppo Turismo Aereo “M.O. Mazzucchelli”, attivando la scuola di volo: un’ora a 200 lire, circa 180 euro d’oggi.
Finalmente, sabato 20 luglio 1929 “Il Monferrato” annuncia, a firma del Console dell’undicesima Legione della Milizia, Giovanni Passerone, che “Anche Casale avrà le sue ali. La culla di Natal Palli e del fratello eroico, gloriose ed audacissime aquile, che sfidarono romanamente gli spazi e le tempeste, avrà un campo d’aviazione”. Aggiunge che “il Municipio contribuirà con la somma di lire 150.000; il Casale F. B. C. sottoscrive per lire 50.000. Per le rimanenti lire 200.000, occorrenti all’attuazione del progetto si aprirà una sottoscrizione che troverà sicuramente eco tra la generosa popolazione di Monferrato”. L’esito della raccolta fondi non è noto, ma nel frattempo sono i militari a definire l’allestimento di un semplice campo volo nella zona prativa a nord di San Germano, regione Sant’Ambrogio, che ha già ospitato i dirigibili durante le grandi manovre del 1911: è di fatto la prima pietra del futuro aeroporto!
aldo timossi
1-continua
FOTO. Il velivolo Bobba 160 cv nel 1913