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Alla scoperta della musica contemporanea

Venerdì 27 giugno al "Vivaldi" una nuova avventura

 

  

Sarà una sorprendente avventura della conoscenza musicale il quinto appuntamento della rassegna S.CA.M.O (acronimo di Suonare, Capire la Musica d'Oggi), un ciclo di sei concerti (uno al mese) tutti a ingresso omaggio fino a esaurimento posti, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

Il penultimo concerto del ciclo di contemporanea del "Vivaldi", che si svolgerà venerdì 27 giugno alle 19 presso l'Auditorium Pittaluga (via Parma, 1 - Alessandria), prevede infatti un programma molto ricco che sarà, come d'abitudine, eseguito da allievi e docenti del "Vivaldi" e spiegato dal professor Sergio Lanza, docente di composizione dell'Istituto, che ancora una volta farà cogliere al pubblico la bellezza di questo genere musicale. 

 

Ad aprire il concerto sarà dunque il Lied di Luciano Berio, eseguito da Melissa Lampis al clarinetto; quindi il viaggio musicale proseguirà con Olivier Messiaen e il suo Le merle Noir (ovvero Il Merlo Nero) che vedrà protagonisti Clarizz Petrasanta al flauto e Anna Barbero al pianoforte. Tornando alle opere di Luciano Berio, ascolteremo poi Les Mots sont Allés interpretato da Enrica Mondo al violoncello. A seguire, Steve Lacy e la sua The Precipitation Suite, eseguito dal quartetto di sassofoni composto da Giuseppe Federico Salvia al sassofono soprano, Alberto Severgnini al sassofono contralto, Simone Cogliandro al sassofono tenore e Matteo Valivano al sassofono baritono. Ad aggiungere un ulteriore strato sonoro a questa performance saranno Elisa Forno ed Edoardo Gatto all'elettronica. Il programma si concluderà con un'altra importante opera di Luciano Berio: le sue amate Folk Songs, suonate da Giorgio Tudisco al flauto, Federico Garavini al clarinetto, e Haixin Feng e Xinran Ma, vocaliste; quindi Enrico Lucchetti alla viola, Enrica Mondo al violoncello, Michela Frangiamore e Sara Terzano all'arpa, ed Emanuele Lupano e Stefano Bolla alle percussioni. L'ensemble sarà diretto da Riccardo Glinac.

 

Il professor Lanza, insieme al docente di sassofono Ausonio Calò, presentano con queste parole i brani del concerto:

Les Mots Sont Allés (1979) per violoncello e Lied (1983) per clarinetto, sono due brani di Luciano Berio che, palesemente, usano lo stesso tipo di linguaggio, raccontano grosso modo la stessa storia. Mi sento autorizzato a ricorrere a questa – per certi aspetti abusata – metafora non solo per i titoli, che esplicitamente evocano il linguaggio verbale (“Le parole se ne sono andate” e “Canzone”), ma soprattutto per la loro costruzione interna, sapientemente fondata su una conoscenza della Retorica e dell’enorme potenziale espressivo e narrativo sprigionato dalla ripetizione (di note, intervalli, ritmi, gesti dinamici), quando è modulata dalle figure retoriche.

Il canto del merlo è da sempre un fenomeno tra i più studiati e affascinanti, proprio per la sua incredibile varietà nell’articolazione, per il suo segmentarsi in piccole “frasi” e per un uso della “variazione” di brevi incisi che, a un orecchio avvezzo alla musica umana, non può non evocare fortemente un analogo desiderio di canto. In questo brano legato a un’occasione didattica – Messiaen riprende anche, con un’evidenza altrove assente, lo stilema del canone, del rapporto “proposta-risposta” basato sull’imitazione, nel dialogo continuo tra il pianoforte e il flauto. Quanto detto nello scorso concerto, in cui abbiamo ascoltato i Chants d’oiseaux dal 4° Livre d'orgue, a proposito del significato del canto degli uccelli per Olivier Messiaen, resta naturalmente valido anche per Le Merle Noire, scritto nel 1952. Molto chiara all’ascolto emerge l’asimmetrica ritmica introdotta dall’inserzione di un prolungamento nella durata della nota o, viceversa, dalla sua sottrazione, cosa che viene percepita all’ascolto come una sorta di inciampo e che manderebbe in crisi i maestri di solfeggio, dato che gli uccelli il solfeggio non l’hanno mai studiato!

Nelle celebri Folk Songs Luciano Berio ci mostra un altro aspetto della sua poliedrica personalità musicale, quello rivolto all’elaborazione di un materiale altro. Elaborazione è un termine più appropriato di orchestrazione o arrangiamento perché, come succederà per brani come Rendering e Quattro versioni originali della “Ritirata notturna di Madrid”, tratte rispettivamente da Schubert e da Boccherini, il lavoro musicale coinvolge in pieno la composizione, l’atto (ri)creativo. Ma lasciamo la parola all’Autore: «Si tratta, in sostanza, di un’antologia di undici canti popolari (o assunti come tali) di varia origine (Stati Uniti, Armenia, Provenza, Sicilia, Sardegna, ecc.), trovati su vecchi dischi, su antologie stampate o raccolti dalla viva voce di amici. Li ho naturalmente interpretati ritmicamente e armonicamente: in un certo senso, quindi, li ho ricomposti. Il discorso strumentale ha una funzione precisa: suggerire e commentare quelle che mi sono parse le radici espressive, cioè culturali, di ogni canzone. Queste radici non hanno a che fare solo con le origini delle canzoni, ma anche con la storia degli usi che ne sono stati fatti, quando non si è voluto distruggerne o manipolarne il senso. Due di queste canzoni («La donna ideale» e «Ballo») non sono popolari nella sostanza, ma solo nelle intenzioni: le ho composte io stesso nel 1947. La prima sulle parole scherzose di un anonimo genovese, la seconda sul testo di un anonimo siciliano.» Questi i brani: Black is the colour (USA), I wonder as I wander (USA), Loosin yelav (Armenia), Rossignolet du bois (Francia), A la femminisca (Sicilia), La donna ideale (Italia), Ballo (Italia), Motettu de Tristura (Sardegna), Malurous qu'o un fenno (Alvernia, Francia), Lo fiolaire (Alvernia, Francia), Canto d’amore (Azerbaigian). Sergio Lanza

"The Precipitation Suite di Steve Lacy (1970-87) è un brano composto dal sassofonista di jazz Steve Lacy (1934-2004) originariamente per quartetto di sassofoni (sax soprano, contralto, tenore e baritono). Si tratta di una composizione che lascia ampio spazio all’improvvisazione, ma secondo la logica dell’alea controllata: le note utilizzabili sono determinate dall’autore, anche le durate dei singoli episodi sono indicate in partitura. Il brano descrive in modo fanciullesco lo sviluppo di un temporale estivo. Nella fattispecie la presente esecuzione è una prima assoluta, poiché al quartetto di sassofoni si aggiunge l’elettronica che processa in tempo reale le sonorità prodotte dall’ensemble di sax." Ausonio Calò.

 

NB: Con questo concerto di inizio estate non si conclude in ogni caso la stagione di eventi del "Vivaldi", che proseguirà da lunedì 30 giugno a venerdì 4 luglio con la Settimana del Benessere Psicofisico attraverso la Musica, una innovativa iniziativa del dinamico Conservatorio alessandrino, tutta da vivere e partecipare,  le prime informazioni essenziali sul sito del Conservatorio: https://www.conservatoriovivaldi.it/settimanadelbenessere/ 

FOTO. Steve Lacy